La prima operazione, dopo l'atterraggio avvenuto con successo su Elysium Planitia la sera del 26 Novembre, è stata l'apertura dei due grandi pannelli solari circolari. L'altroieri è invece toccato alle protezioni trasparenti che dovevano riparare gli obiettivi delle due fotocamere di cui il lander è dotato; il risultato è mostrato nelle due immagini in apertura. Purtroppo, anche rimuovendo il tappo sporco della ICC, l'immagine è costellata di macchie scure sfocate che sono altri grani di polvere evidentemente penetrati sotto il coperchio, però la situazione è nettamente migliorata tra la prima e la seconda ripresa, a distanza di mezz'ora soltanto; evidentemente, il vento è stato in grado di rimuovere una parte della sporcizia. In ogni caso, l'immagine è sufficientemente da mostrare i dettagli del terreno e ora si vedono molto megli le parti del lander che prima erano difficili da distinguere perchè parzialmente oscurate dal bordo del coperchio: oltra a una zampa del lander, parzialmente affondata nella polvere in basso a destra, sul lato opposto, in alto a sinistra, adesso si vede chiaramente il un sostegno del cavo piatto che collega il sismometro SEIS al corpo del lander; si vede anche una piccola porzione del cavo che si svolgerà completamente quando il braccio robotico solleverà e poserà lo strumento sul terreno davanti alla ICC. 

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Animazione ciclica tra le due immagini ICC del Sol 4 (ora locale 12:54 e 13:27) - Image Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

 I ricercatori hanno determinato che il veicolo è leggermente inclinato (circa 4 gradi, come già stimato dal sottoscritto sulla base delle prime immagini ICC) in un cratere d'impatto poco profondo, pieno di polvere e sabbia, detto "incavo". Questo non è un vero problema, poichè InSight è stato progettato per operare con un'inclinazione fino a 15 gradi; pendenze eccessive, come pure la presenza abbondante di rocce sul terreno, avrebbero compromesso sia 'apertura dei pannelli solari che la capacità di posizionare correttamente il sismometro ultrasensibile SEIS e il penetratore HP, la "talpa" che misurerà il flusso di calore sulla superficie di Marte.

 "Il team scientifico sperava di atterrare in un'area sabbiosa con poche rocce da quando abbiamo scelto il sito di atterraggio, quindi non potremmo essere più felici", ha dichiarato il responsabile del progetto T.Hoffman del JPL.

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Animazione ciclica tra le due immagini IDC del Sol 1 (27 Novembre) con lo sblocco del braccio meccanico - Image Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

  Il Sol 4 è stato anche il giorno in cui il braccio robotico è stato sollevato dalla posizione ripiegata che aveva mantenuto nei 6 mesi di viaggio. Inizialmente, come si vede nell'animazione qui sopra, è stato liberato il gancio (grapple) che dovrà afferrare e posare i vari strumenti e che è collegato alla parte anteriore del braccio. Poi, come testimoniato dalle immagini sottostanti dalla fotocamera IDC montata in prossimità dello snodo centrale (il "gomito" del suddetto braccio), il tutto è stato sollevato in posizione verticale, con il grapple penzolante e il Sole che lentamente si sposta. Nelle prossime settimane, una volta selezionato il punto esatto per il posizionamento del sismometro, verranno ripetutamente effettuate manovre per verificare il corretto funzionamento di questa articolazione lunga complessivamente 1,8 metri, facendo diverse prove prima di sollevare/spostare/posare il delicato strumento e la sua copertura (operazioni previste intorno alla prossima epfania).

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Animazione ciclica tra le 4 immagini IDC riprese intorno alle ore 13 del Sol 4 (30 Novembre), con il braccio meccanico in verticale - Image Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

 Tornando ai pannelli solari, essi hanno una superficie molto ampia (complessivamente circa 7,5 m2) e sono in grado di generare qualcosa come 4,5 kWh di energia in una giornata tersa e senza sporcizia su di essi; questa, come si vede nella grafica sottostante, è di gran lunga la disponibilità energetica più elevata tra tutte le missioni marziane effettuate finora. Si noti che la dicitura "Solar Power" riportata nell'originale anche su Viking-1 e 2 è sbagliata, poichè i due lander non avevano pannelli solari ma una coppia di generatori a radioisotopi (RTG) analoghi a quelli di Curiosity e capaci di erogare una potenza di circa 30 Watt ciascuno (il che dovrebbe corrispondere a quasi 1,5 kWh/Sol).

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Classifica della disponibilità energetica giornaliera delle varie missioni NASA su Marte - Credits: NASA/JPL-Caltech - Correzioni (in viola): Marco Di Lorenzo

 Per finire, ecco una collezione di immagini riprese dai due cubesat mentre passavano accanto a Marte e ritrasmettevano a Terra il segnale di Insight che scendeva sul pianeta. La prima mostra Marte ripreso da MarCO-B alle 17:35 del 26 Novembre (ora italiana) da 18200 kn di distanza; la regione ovale chiara in basso è il bacino Hellas nell'emisfero meridionale. Insight si sarebbe posato sul pianeta rosso dopo 1,5 ore. Rispetto all'immagine originale, sono stati corretti alcuni difetti di "banding" e anche la saturazione dei colori è stata leggermente accentuata.

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 PIA 22831 - Image Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

 Le seguenti due immagini sono state riprese invece in fase di allontanamento, sempre da MarCO-B, intorno alle 21 e cioè quando si trovava a 17500 km di distanza e il lander si era già posato da 1 ora. Anche in questo caso sono stati corretti diversi difetti tra cui la "solarizzazione" del Sole che riduceva la dinamica nella prima immagine. Si noti Marte riflesso nell'antenna "microstrip array", sulla destra nella seconda immagine.

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PIA 22832 - Image Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

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PIA 22834 - Image Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

 

 

Riferimenti:
https://mars.nasa.gov/news/8395/mars-new-home-a-large-sandbox/?site=insight
https://en.wikipedia.org/wiki/Viking_program#Power