Un piccolo team di scienziati planetari del California Institute of Technology (Caltech), dell'Università della Costa Azzurra e del Southwest Research Institute ha presentato i risultati sul server prestampa arXiv. Il documento è stato accettato per la pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters.

Il gruppo, guidato da Konstantin Bogytin del Caltech, ha tracciato il movimento degli oggetti transnettuniani o TNO, corpi celesti di varie dimensioni oltre l'orbita di Nettuno, che includono pianeti nani come Plutone ed Eris. Ovviamente, questa non è la prima volta che gli scienziati studiano questi oggetti lontani e le loro traiettorie anomale ma questa volta sono stati analizzati anche i TNO precedentemente trascurati a causa delle instabilità dovute alla gravità di Nettuno, che rende le orbite più difficili da interpretare.

Questi dati sono stati inseriti nelle simulazioni e combinati con le forze conosciute di altri pianeti, stelle di passaggio e la marea galattica, la spinta e l’attrazione proveniente dalla Via Lattea. Nello specifico, sono state eseguite due serie di simulazioni, una presupponendo che il Pianeta Nove fosse dove gli astronomi pensano che potrebbe essere e, l'altra presupponendo che il Pianeta Nove non esista.

"Tenendo conto dei pregiudizi osservativi, i nostri risultati rivelano che l'architettura orbitale di questo gruppo di oggetti si allinea strettamente con le previsioni del modello inclusivo del P9", scrivono i ricercatori nel loro articolo.
Al contrario, i movimenti di questi TNO capricciosi sarebbero molto improbabili in uno scenario in cui il Pianeta Nove non esiste. Ma è pur vero che, finora, ogni tentativo di rilevarlo esaminando i suoi ipotetici effetti sul resto del Sistema Solare sono falliti.

Conosciuto anche come Pianeta X, questo mondo ipotetico ancora elude le ricerche.
Lykawka e il collega Tadashi Mukai proposero l'esistenza di un mondo ipotetico nascosto nella fascia di Kuiper già nel 2008. Ma fu solo nel 2016, con gli astronomi del Caltech Mike Brown e Konstantin Batygin che la storia iniziò ad acquistare una certa popolarità. Brown e Batygin esaminarono la distribuzione statistica dei KBO (oggetti della Fascia di Kuiper), concludendo che il cluster era causato da un pianeta esterno non ancora rilevato. 

Ogni sforzo di individuarlo, però, è stato finora inconcludente tanto che, secondo molti, il Pianeta Nove non esiste mentre altri argomentarono che un oggetto sconosciuto c'è ma non possiamo vederlo perché si tratta di un buco nero primordiale. Nel frattempo, la caccia al tesoro continua!

Purtroppo, queste nuove simulazioni non erano strutturate per fornire informazioni anche sulla possibile posizione del mondo misterioso ma i risultati concordano con le stime più diffuse che prevedono un oggetto con una massa di cinque masse terrestri.
In ogni caso, secondo il team, le risposte non tarderanno ad arrivare. La svolta ci sarà con l'entrata in servizio di telescopi di nuova generazione come l'atteso osservatorio Vera C. Rubin in Cile.