Il robot marziano più longevo della NASA sta per segnare un nuovo traguardo il 30 giugno: 100.000 orbite attorno al Pianeta Rosso dal suo lancio 23 anni fa. Durante la sua missione, l’orbiter Mars Odyssey del 2001 ha mappato minerali e ghiaccio sulla superficie del pianeta, ha identificato siti di atterraggio per altre missioni e ha trasmesso dati alla Terra dai rover e dai lander della NASA.

Recentemente gli scienziati hanno utilizzato la sua fotocamera per riprendere una nuova straordinaria immagine dell’Olympus Mons, il vulcano più alto del Sistema Solare. La ripresa fa parte di uno degli obiettivi di Odyssey: fornire viste dell'orizzonte del pianeta ed è molto simile alle foto scattate dagli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Questo tipo di osservazioni era iniziato a fine 2023.

L'immagine è stata scattata l'11 marzo: con una base che si estende per 600 chilometri, il vulcano a scudo raggiunge un'altezza di 27 chilometri.
"Normalmente vediamo l'Olympus Mons in strisce strette dall'alto ma girando la navicella spaziale verso l'orizzonte possiamo vedere in un'unica immagine quanto grande e incombe sul paesaggio", ha detto nel comunicato lo scienziato del progetto Odyssey, Jeffrey Plaut del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che gestisce la missione. "Non solo l'immagine è spettacolare ma ci fornisce anche dati scientifici unici".

Crediti: NASA/JPL-Caltech/ASU

Queste viste offrono un fermo immagine su nuvole e polvere e, se scattate in stagioni diverse, possono fornire agli scienziati una comprensione più dettagliata dell’atmosfera marziana.

La fascia bianco-bluastra negli strati bassi dell’atmosfera suggerisce quanta polvere fosse presente in questo luogo durante l’inizio dell’autunno, un periodo in cui in genere iniziano a sollevarsi tempeste di polvere. Lo strato violaceo sopra era probabilmente dovuto a una miscela della polvere rossa del pianeta con alcune nuvole bluastre di ghiaccio d’acqua. Infine, verso la parte superiore dell’immagine, si può vedere uno strato blu-verde dove le nuvole di ghiaccio d’acqua raggiungono circa 50 chilometri di quota.


Come è stata scattata la foto?

 L'obiter, che prende il nome dal classico romanzo di fantascienza di Arthur C. Clarke “2001: Odissea nello spazio”, ha catturato questa vista con la fotocamera Thermal Emission Imaging System (THEMIS) che, però, era stata progettata per guardare la superfice e non l'orizzonte.

La recente acquisizione vista dell'Olympus Mons è stata concepita sfruttando l'esperienza della sonda acquisita durante gli atterraggi della missione Phoenix della NASA nel 2008 e del rover Curiosity nel 2012, in cui Odyssey ha svolto un ruolo importante. Per trasmettere i preziosi dati sulla Terra durante i momenti cruciali, l’antenna di Odyssey doveva essere puntata verso la navicella spaziale nuova arrivata e la sua ellisse di atterraggio. Gli scienziati, quindi, hanno notato che, in questa particolare posizione, THEMIS poteva puntare verso l’orizzonte del pianeta.

"Abbiamo semplicemente deciso di accendere la telecamera e vedere come appariva", ha detto l'ingegnere per le operazioni di Odyssey, Steve Sanders della Lockheed Martin Space, che ha costruito Odyssey e aiuta a condurre le operazioni quotidiane insieme ai responsabili della missione al JPL. “Sulla base di questi esperimenti, abbiamo progettato una sequenza per mantenere il campo visivo di THEMIS centrato sull’orizzonte mentre giriamo intorno al pianeta”.