Nuova EVA annullata

I due astronauti, Mike Barratt e Dyson, non avevano nemmeno lasciato la camera di equilibrio Quest quando si è verificato il problema, costringendo i controllori di volo della NASA a una cancellazione immediata dell'EVA.

C’è acqua ovunque,” si è sentito dire dall’astronauta Tracy Dyson. Il suo compagno di passeggiata spaziale, Barratt, ha ripetuto la stessa affermazione: "C'è acqua ovunque".

La NASA ha rapidamente interrotto la passeggiata spaziale per garantire la sicurezza degli astronauti, ordinando all'equipaggio di ri-pressurizzare la camera di equilibrio, che era già sotto vuoto mentre i due si stavano preparando per uscire nello spazio.

Dopo aver atteso che la camera di equilibrio tornasse alla pressione atmosferica al livello del mare (14,7 psi), i due sono stati assistiti dagli astronauti di Crew-8 Matt Dominick e Jeanette Epps mentre l'equipaggio dello Starliner, gli astronauti Butch Wilmore e Sunita Williams, indagavano sul problema.

I due astronauti erano comunque in salvo ed è stata riscontrata poca acqua residua all'interno della camera di equilibrio. Tuttavia, questa è la seconda passeggiata spaziale consecutiva, nel corso di Spedizione 71, ad essere annullata prima ancora che iniziasse.

Dyson e Barratt aveano impostato le loro tute sull'alimentazione a batteria (che segna ufficialmente l'inizio di una EVA) alle 12:46 UTC ed avevano aperto il portello della camera di equilibrio Quest della stazione spaziale prima di segnalare il problema dell'acqua.

Si è potuto sentire Dyson affermare di aver osservato la formazione di ghiaccio sul suo guanto e sul suo casco nei momenti successivi alla cancellazione della passeggiata spaziale. L'acqua fuoriusciva dall'esterno della tuta ed era gelata. Ancora nella camera di equilibrio, non era pressurizzata e il portello era aperto. Senza atmosfera, le temperature all’esterno della stazione spaziale oscillano da massime a minime estreme.

Dominick ha detto a Barratt, attraverso il portello della camera di equilibrio che, "guardando nella camera di equilibrio, sembrava una tempesta di neve". Si potevano vedere Dominick ed Epps sbirciare attraverso un'oblò tra la ISS e la camera di equilibrio, in attesa della pressurizzazione prima di poter aprire il portello. Infatti, a causa della pressione più elevata all'interno della ISS, sarebbe impossibile aprire il portello prima della pressurizzazione.

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Nell'immagine, tratta dal webcast, Suni Williams e Matt Dominick all'interno del modulo Quest osservano dall'oblò i due colleghi, Credito: NASA

La passeggiata spaziale è durata un totale di 31 minuti, quando è stato ri-pressurizzata la sezione della camera di equilibrio 13:17 UTC. Dyson e Barratt si sono tolti le tute spaziali intorno alle 14:25 UTC.

Nel corso di EVA US-90 l'equipaggio avrebbe dovuto rimuovere una scatola elettronica difettosa da un antenna per comunicazioni sul traliccio di trib rdo della stazione spaziale. La coppia intendeva anche raccogliere campioni da analizzare per comprendere la capacità dei microrganismi di sopravvivere e riprodursi all'esterno del laboratorio orbitante. La EVA US-90 era già stata rinviata lo scorso 13 giugno per un problema non meglio specificato con una delle tute.

A questo punto la NASA ha riprogrammato la prossima passeggiata spaziale per la settimana successiva, una volta compreso e sistemato il problema con la fuga di acqua.

 

La Collins si ritira, niente nuove tute

Rimanendo sull'argomento tute spaziali utilizzate a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) il 26 giugno la NASA ha reso noto che la Collins Aerospace, la compagnia che si era aggiudicato il contratto xEVAS (Exploration Extravehicular Activity Services) per la realizzazione delle nuove tute spaziali, ha abbandonato il progetto. La Collins avrebbe dovuto realizzare la nuova generazione di tute spaziali e sistemi per EVA da utilizzare sia sulla ISS che in ulteriori avamposti orbitali.

Questa cancellazione comprende anche l'annullamento della dimostrazione della nuova tuta sulla ISS, che era prevista per il 2026. Non verrà quindi eseguito ulteriore lavoro sugli ordini di attività. Questa azione è stata concordata dopo che Collins ha riconosciuto che la sua tempistica di sviluppo non avrebbe supportato il programma della stazione spaziale e gli obiettivi della missione della NASA.

Questa modifica al contratto xEVAS non ha alcun impatto sulle capacità di passeggiate spaziali della NASA sulla stazione spaziale. Collins continuerà a supportare la tuta spaziale EMU (Extravehicular Activity Mobility Unit) della NASA e si impegna a supportare le capacità di passeggiate spaziali in corso della stazione spaziale attraverso l’attuale contratto per le operazioni spaziali extra-veicolari.

 

Ci si mette anche il satellite russo

Il 27 giugno, mentre l'equipaggio della ISS stava conducendo i preparativi per l'EVA prevista per la prossima settimana e le solite attività scientifiche e di manutenzione dell'avamposto orbitale, scattava un allarme.

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Nell'illustrazione il satellite Resurs P1 con i vari componenti principali, Credito: Roscosmos/Anatoly Zac

Infatti, a partire dalle 0:45 circa UTC di giovedì 27 giugno la NASA ha ordinato agli equipaggi a bordo della stazione spaziale di ripararsi nei rispettivi veicoli spaziali come misura precauzionale standard dopo essere stata informata dell'esplosione di un satellite ad un'altitudine vicino alla stazione. Il Controllo Missione ha continuato a monitorare il percorso dei detriti e, dopo circa un'ora, l'equipaggio è stato autorizzato a uscire dalla navicella spaziale e la stazione ha ripreso le normali operazioni.

Questa volta, a mettere a rischio la ISS, è stato un satellite russo fuori uso, il Resurs-P1. Il satellite sarebbe esploso con la creazione di un centinaio di detriti tracciabili dall'USSPACECOM. Le traiettorie dei detriti sono state subito rese pubbliche in modo da allertare sia le autorità governative che commerciali del pericolo. Al momento dell'evento il satellite, del peso di circa 6 tonnellate, si trovava su un'orbita circolare di circa 355 km, quindi ben al di sotto dei 420 km della ISS.

Anche se non è ancora chiaro cosa abbia causato la rottura di Resurs-P1, il satellite aveva interrotto il suo servizio nel 2021. Quindi quello che prima era un oggetto spaziale defunto ora è formato da più di 100 pezzi. Con il crescente numero di satelliti, sia operativi che al termine della loro vita utile, che si accumulano in orbita, lo spazio affollato attorno alla Terra sta diventando sempre più preoccupante. Secondo il sito web Orbiting Now, attualmente ci sono più di 10.000 satelliti attivi in orbita attorno alla Terra, con quasi 3.000 satelliti inattivi ancora in orbita.

 

SpaceX deorbiterà la ISS

La NASA ha annunciato che la SpaceX è stata selezionata per sviluppare e consegnare il veicolo di deorbita degli Stati Uniti che fornirà la capacità di far rientrare nell'atmosfera la stazione spaziale e garantire di evitare rischi per le aree popolate.

La scelta di un veicolo di deorbit americano per la Stazione Spaziale Internazionale aiuterà la NASA e i suoi partner internazionali a garantire una transizione sicura e responsabile nell’orbita bassa terrestre al termine delle operazioni della stazione. Questa decisione supporta anche i piani della NASA per le future destinazioni commerciali e consente l’uso continuato dello spazio vicino alla Terra,” ha affermato Ken Bowersox, amministratore associato della direzione delle missioni delle operazioni spaziali presso la sede della NASA a Washington. “Il laboratorio orbitale rimane un modello per la scienza, l’esplorazione e le partnership nello spazio a beneficio di tutti”.

Il bando era stato lanciato il 5 dicembre scorso e la NASA non ha reso noto le aziende che avevano fatto richiesta di partecipare al progetto USDV (United States Deorbiting Vehicle).

Mentre la società svilupperà il veicolo spaziale di deorbita, la NASA ne assumerà la proprietà dopo lo sviluppo e lo gestirà durante tutta la sua missione. Insieme alla stazione spaziale, si prevede che si disgregherà in modo distruttivo come parte del processo di rientro.

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Nella foto una coppia di pannelli solari della ISS. Credito: NASA

Dal 1998, cinque agenzie spaziali, CSA (Agenzia spaziale canadese), ESA (Agenzia spaziale europea), JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency), NASA (National Aeronautics and Space Administration) e State Space Corporation Roscosmos, hanno gestito la Stazione Spaziale Internazionale con ciascuna agenzia responsabile della gestione e del controllo dell'hardware fornito. La stazione è stata progettata per essere interdipendente e per funzionare fa affidamento sui contributi di tutta la partnership. Gli Stati Uniti, il Giappone, il Canada e i paesi partecipanti all'ESA si sono impegnati a mantenere operativa la stazione fino al 2030. La Russia si è impegnata a proseguire le operazioni della stazione almeno fino al 2028. Il deorbit sicuro della Stazione Spaziale Internazionale è responsabilità di tutte e cinque le agenzie spaziali dei paesi.

Il contratto a premio unico ha un valore potenziale totale di 843 milioni di dollari. Il servizio di lancio per il veicolo di deorbit statunitense sarà gestito con un appalto futuro. A questo punto sarà interessante vedere se si tratterà di un veicolo che avrà qualcosa in comune con Dragon o Starship oppure si tratterà, visto il compito particolare, di qualcosa di completamente nuovo.

 

E lo Starliner?

Al termine di questa carrellate di notizie dalla ISS ecco che torniamo a parlare del rientro del veicolo equipaggio Starliner, rinviato più volte per i vari problemi emersi durante la missione. Il 28 giugno si terrà una conferenza congiunta NASA/Boeing dove dovrebbe essere spiegato quali saranno i passi per il rientro del veicolo. Al momento Starliner può rimanere agganciato alla ISS fino a circa metà luglio ma poi dovrà essere fatto rientrare, con a bordo i due astronauti o meno. Nel caso più negativo che venga deciso, per motivi di sicurezza, di farlo rientrare senza i due astronauti si apriranno una serie di ipotesi su come gestire la situazione. Probabilmente si dovrà sconvolgere i piani per le missioni future inviando una Crew Dragon con solo due astronauti per avere i sedili necessari al rientro di Suni Williams e Butch Wilmore. Speriamo invece che lo Starliner concluda la missione come previsto anche se, dopo questo volo problematico, sarà difficile che la NASA affidi già entro l'anno la rotazione equipaggi alla Boeing.

 

Insomma sulla stazione spaziale questa settimana i nove momentanei residenti, non si sono certamente annoiati.