Uno Starlink di recupero

La settimana appena trascorsa, questa volta, è iniziata con un lancio Starlink della SpaceX. Si è trattato del volo da Vandenberg, rinviato la settimana scorsa per il meteo non collaborativo.

Martedì 22 agosto alle 02:37 locali (le 09:37 UTC) un Falcon 9 è decollato dalla rampa SLC-4E presso il VSFB (Vandenberg Space Force Base) e ha posizionato 21 satelliti Starlink v2 Mini in un'orbita di 286 x 296 chilometri a 53,05 gradi. Il lancio ha subito un ritardo di tre giorni a causa dell'uragano Hilary, che si è sviluppato nelle acque nord-orientali dell'Oceano Pacifico, influenzando le operazioni di recupero della missione.

Questa missione, denominata Starlink Group 7-1, è stato il primo lancio del Gruppo 7, ovvero del settimo guscio della costellazione di satelliti per lnternet dallo spazio.

Il booster utilizzato questa volta, B1061.15, ha supportato due missioni con equipaggio (Crew-1 e Crew-2), SXM-8, CRS-23, IXPE, due missioni Transporter, Globalstar FM15, EROS-C3 e cinque missioni Starlink. Dopo il lancio, il booster è atterrato sulla nave drone spaziale autonoma di SpaceX (ASDS) 'Of Course I Still Love You', che era stata trainata per oltre 600 chilometri da Scorpius. Similmente a Bob e Doug, GO Beyond fornirà supporto ASDS e recupererà entrambe le semi-ogive protettive dall'Oceano Pacifico.

Questa missione ha segnato il 49esimo lancio di SpaceX da SLC-4E, il 58esimo lancio del 2023, il 218esimo atterraggio, il 144esimo atterraggio consecutivo, il 189esimo volo di ritorno di un booster e il 248esimo lancio del Falcon 9.

Si è inoltre trattato del 129esimo lancio orbitale globale del 2023, il 68esimo per gli Stati Uniti.

 

La Russia tenta di far dimenticare Luna-25

Il secondo lancio della settimana si è tenuto il 23 agosto alle 01:08 UTC dal cosmodromo di Baikonur, nel Kazakistan, quando un razzo Sojuz 2.1a, dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, è decollato dalla rampa 31/6 portando in orbita il veicolo cargo Progress MS-24 (85P) diretto alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

La capsula ha poi attraccato autonomamente alla ISS il 25 agosto alle 03:49 UTC.

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Nella foto il decollo del razzo Sojuz 2.1a con il veicolo cargo Progress MS-24 diretto a portare rifornimenti alla ISS. Credito: Roscosmos.

Il veicolo spaziale che supporta questa missione, denominato 85P, è il 24esimo veicolo spaziale Progress-M, pesa 7,3 tonnellate e può trasportare fino a 2,5 tonnellate di carico, inclusi propellente, acqua, cibo, attrezzature ed esperimenti sulla ISS. La Progress resterà attraccata alla stazione spaziale per circa sei mesi; durante questo periodo fornirà servizi di supporto, come il controllo dell'assetto, la correzione dell'orbita e il rifornimento di carburante.

Una volta completata la permanenza, la navicella spaziale si sgancerà dalla ISS ed eseguirà un'accensione dei propri motori per l'uscita dall'orbita. A differenza della Sojuz e della Dragon, la navicella spaziale Progress non ha uno scudo termico e brucerà nell’atmosfera terrestre.

Si è trattato del 130esimo lancio orbitale globale del 2023, il 12esimo per la Russia, reduce dal bruciante fallimento nell'allunaggio della sonda Luna-25. Il successo del volo del Progress certifica che, nei programmi del volo spaziale umano, la Russia è ancora in grado di tenere il passo mentre, chiaramente, in quello puramente scientifico ed esplorativo, condotto con sonde, ha ormai perso ogni speranza.

 
La Corea del Nord fallisce di nuovo

Il 23 agosto, intorno alle 06:50 UTC, la Corea del Nord ha tentato di lanciare il suo razzo Chŏllima 1, che è fallito durante l'accensione del terzo stadio. La Corea del Nord stava tentando di lanciare il secondo carico utile Manligyeong 1, dopo che il primo era avvenuto nel maggio di quest'anno in un tentativo di lancio anch'esso fallito.

Il decollo del razzo dovrebbe essere avvenuto dalla base di lancio satelliti di Sohae, nota anche come centro di lancio spaziale di Tongch'ang-dong e Pongdong-ri. Si tratta di un sito di lancio di vettori nella contea di Cholsan, provincia del Pyongan Settentrionale, Corea del Nord. La base si trova tra le colline vicino al confine settentrionale con la Cina ed è stata costruita sul sito del villaggio Pongdong-ri, che venne spostato durante la costruzione.

La Corea del Nord ha affermato che il lancio è fallito durante la fase di volo del terzo stadio, quindi probabilmente ha raggiunto un apogeo di circa 500 km. Il notiziario della Corea del Nord implica che il sistema di distruzione si sia attivato accidentalmente.

Questi veicoli spaziali, i Manligyeong 1, che il regime di Kim Jong-un tenta di piazzare in orbita, sono satelliti da ricognizione militare, ma si conoscono pochi dettagli. Si tratterebbe del primo tipo di satellite spia del Paese.

Il razzo Chŏllima 1 è un vettore a tre stadi, qui al secondo lancio, fornito di due motori Pektusan-1D al primo stadio per una spinta di 1,568 kN. Il propellente è dimetilidrazina asimmetrica, un tipo di propellente ipergolico, ovvero che si accende al contatto con il comburente, in questo caso il tetrossido di diazoto. Sono propellenti di facile stoccaggio ma altamente tossici. Del secondo e terzo stadio non si conosce nemmeno il tipo di motore utilizzato.

La Corea del Nord ha eseguito finora otto lanci spaziali orbitali, a partire dall'agosto del 1988, ma soltanto due di essi, nel dicembre 2012 e nel febbraio 2016, avrebbero avuto successo.

Si è trattato del 131esimo lancio orbitale globale del 2023, il sesto a fallire globalmente, ed il secondo per la Corea del Nord, entrambi falliti.

 
Noi amiamo la vita notturna

Dopo aver firmato un accordo con Rocket Lab nel febbraio di quest'anno, la società ha lanciato la sua prima missione, battezzata 'We Love The Nighlife', per la costellazione di satelliti Acadia di Capella Space.

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Nella foto il decollo del razzo Electron per la missione 'We Love The NightLife'. Credito: Rocket Lab webcast.

Il lancio era originariamente previsto per il 30 luglio, ma era stato cancellato a causa dei dati di un sensore in un motore che indicava una bassa pressione dell'accenditore. Anche un secondo tentativo il 6 agosto era stato cancellato.

Rocket Lab ha così deciso di sostituire l'intero booster con uno che l'azienda aveva appena completato. Il nuovo booster, a differenza dell'originale, è stato pensato per il recupero.

Il booster non solo è stato progettato per il riutilizzo ma, tra i suoi nove motori Rutherford, ce n'era anche uno che aveva volato su un lancio Electron nel maggio 2022. Il motore era stato sottoposto a quelli che Rocket Lab ha descritto come test multipli di accensione a durata intera per confermare che poteva essere fatto volare di nuovo.

L'Electron è decollato dal complesso di lancio 1B, nella penisola di Mahiah, in Nuova Zelanda, il 23 agosto 2023, alle 23:45 UTC. Nonostante il primo stadio progettato per il riutilizzo questa prerogativa non è stata utilizzata in questa missione.

Electron, qui al suo 40esimo lancio, ha posizionato il singolo satellite su un'orbita circolare di media inclinazione di 640 chilometri in quello che sarà il primo dei quattro lanci di Rocket Lab per la costellazione di radar ad apertura sintetica (SAR) Acadia, una costellazione di imaging della Terra progettata per offrire una maggiore capacità di imaging e migliore connettività di comunicazione per i clienti. Questi satelliti sono progettati, prodotti e gestiti da Capella Space.

Questa è stata l'ottava missione Electron del 2023, incluso il lancio della versione suborbitale di Electron chiamata HASTE. Nella richiesta degli utili, Rocket Lab ha continuato a prevedere di effettuare 15 lanci Electron quest'anno.

"Non posso credere che siamo al volo 40. Onestamente, sembra che il volo 1 sia avvenuto solo poche settimane fa," ha detto Peter Beck, capo esecutivo di Rocket Lab in un video durante il webcast del lancio. Il primo lancio di Electron è avvenuto nel maggio 2017. “Non vedo l’ora che arriviamo al numero 80 e oltre”.

Si è trattato del 132esimo lancio orbitale globale del 2023, il 69esimo per gli Stati Uniti.

 
Ancora un Ceres-1

Venerdì 25 agosto è stata la volta della Cina, che ha lanciato un razzo vettore CERES-1 Y8 dal centro di lancio satellitare di Jiuquan, nel nord-ovest della Cina, inviando in orbita un nuovo satellite.

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Nella foto il decollo del razzo Ceres-1 per la missione n.8. Credito: Xinhua

Il razzo commerciale è decollato alle 12:59 ora di Pechino (le 4:59 UTC) dal sito di lancio, trasportando il satellite Jilin-1 Kuanfu 02A. Il lancio è stato l'ottava missione per la serie di razzi CERES-1 ed il quarto lancio consecutivo della di un CERES-1 quest'anno.

Sviluppato dalla Galactic Energy con sede a Pechino, CERES-1 è un razzo vettore a propellente solido su piccola scala in grado di inviare in orbita micro-satelliti. Inoltre è dotato anche della capacità di trasportare più satelliti, e può così svolgere varie missioni di lancio su misura per il cliente.

Il razzo ha una lunghezza totale di circa 20 metri, con un peso al decollo di 33 tonnellate. Può trasportare un carico utile di 300 kg su un'orbita eliosincrona a un'altitudine di 500 km.

Il satellite Jilin-1 Kuanfu 02A è stato sviluppato da Chang Guang Satellite Technology Co. Ltd. Può fornire immagini con una larghezza di oltre 150 km e una risoluzione di 0,5 metri.

Questo satellite funzionerà assieme ai satelliti precedentemente lanciati della famiglia Jilin-1 per formare una costellazione, fornendo dati e servizi di telerilevamento in campi come il rilevamento del territorio, la costruzione di città intelligenti, l’agricoltura e la silvicoltura.

Si è trattato del 133esimo lancio orbitale globale del 2023, il 38esimo per la Cina.

 
Crew-7 verso la ISS

Il giorno seguente, sabato 26 agosto, alle 7:27 UTC è stata di nuovo la volta di un Falcon 9 a sfrecciare nel cielo. Si è trattato della missione con equipaggio Crew-7 di cui abbiamo trattato nell'articolo dedicato. Si è trattato del 134esimo lancio orbitale globale del 2023, il 70esimo per gli Stati Uniti.

 
Starlink sopra quota 5.000 !

Circa 18 ore dopo, sempre un Falcon 9, sempre dalla costa della Florida, decollava per l'ennesima missione Starlink. Dopo essere stato ritardato di diversi giorni, il secondo lancio Starlink della settimana di SpaceX ha lanciato altri 22 satelliti Starlink v2 Mini nell'orbita bassa terrestre per la missione conosciuta come Starlink Group 6-11.

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Nella foto il razzo Falcon 9 per la missione Starlink 6-11 in volo. Credito: SpaceX

Decollato ancora una volta dalla rampa SLC-40 al Cape Canaveral Space Force Station, questo lancio ha portato il numero totale di satelliti Starlink lanciati a 5.005, di cui circa 4.660 dovrebbero essere ancora in orbita. Inoltre, 4.566 di questi sono attualmente nelle loro orbite operative.

Il decollo è avvenuto sabato 26 agosto, alle 21:05 locali (le 01:05 UTC del 27 agosto) e ha segnato il 250esimo lancio del Falcon 9 di SpaceX (l'anomalia pre-volo di SpaceX con il satellite AMOS-6 conta come una missione Falcon 9, ma che non è stata lanciata; quindi c'è una missione in più rispetto ai lanci eseguiti).

Dopo il decollo, il Booster 1080.3, al suo terzo utilizzo, ha completato un profilo di volo con due accensioni, atterrando sulla nave drone ASDS di SpaceX, Just Read The Instruction, posizionata al largo della costa della Florida.

L'orbita iniziale sarà un'orbita bassa terrestre di 284 x 293 chilometri, inclinata di 43,00 gradi. I satelliti trascorreranno quindi i prossimi mesi elevando le loro orbite all’orbita del Gruppo 6, un’orbita circolare di 530 chilometri inclinata di 43 gradi.

Si è trattato del 135esimo lancio orbitale globale del 2023, il 71esimo per gli Stati Uniti.

 

Come visto una settimana impegnativa con ben sette missioni orbitali, sei conclusesi con successo ed una, quella della Corea del Nord, finita male.