Ecco i fatti principali di questi mesi: il ritorno all'utilizzo del trapano; la tempesta di polvere globale, la scoperta di sostanze organiche ed il ritrovamento di una strana roccia. Vediamo nel dettaglio.

Il trapano

Come ricorderete, lo strumento era rimasto inutilizzabile da dicembre 2016 ed il team stava cercando in tutti i modi, una strada alternativa per prelevare campioni di roccia su Marte (qui, l'ultimo aggiornamento),
In sostanza, l'idea che si stava delineando prevedeva di arrivare alla perforazione utilizzando il movimento del braccio robotico di Curiosity, su cui il trapano è fissato, piuttosto che l'alimentazione del trapano stesso, ormai in stallo. Un'operazione simile all'utilizzo dei trapani a colonna sulla Terra.

Il blocco era avvenuto durante la perforazione su Precipice, con una ulteriore complicazione: la punta era rimasta estratta dalla sua sede.
La squadra stava testando una perforazione rotativa per cercare di ridurre l'usura del meccanismo a percussione dello strumento, che aveva subito cortocircuiti intermittenti durante i vari sol.

Dopo aver sbloccato la situazione, il primo successo è stato ottenuto su Duluth, durante il sol 2082 (15 giugno 2018) ai piedi del Vera Rubin Rigde, dove il trapano ha creato un foro di 50 millimetri rispetto ai 65 totali di cui è capace. In questo tentativo il team aveva programmato un foro da 50 millimetri, appunto, utilizzando un livello massimo di percussione fino a 5 (il nuovo algoritmo sviluppato è in grado di rispondere in tempo reale ai diversi tipi di roccia: il trapano inizia a lavorare usando la modalità rotativa; se i sensori rivelano che il movimento è insufficiente, il rover inizia ad usare la percussione aumentando progressivamente il livello da 1 a 6.).
Il rover è stato in grado di raggiungere l'obiettivo utilizzando per lo più la rotazione e un livello di percussione fino a 2.

Ma, una volta ottenuta una perforazione di successo ed un campione di roccia, anche la consegna del materiale agli strumenti di analisi ha subito delle modifiche operative.
Prima il materiale veniva accumulato dentro il cilindro in cui scorre la punta del trapano: una volta terminata la perforazione, la punta veniva ritratta ed il campione scendeva direttamente nel CHIMRA (Collection and Handling for In-Situ Martian Rock Analysis), lo strumento che porziona e setaccia prima della consegna al SAM. Ora, però, la punta resta estesa e, di conseguenza, Curiosty può solo consegnare il campione direttamente al SAM, senza passare per il CHIMRA, allineando il trapano al contenitore e facendo ruotare la punta al contrario per lasciar cadere la polvere. Tuttavia, in questo caso, sorgono altre due problematiche.
Nei test sulla Terra, è stato sviluppato un piano per ruotare la punta all'indietro ed usare una piccola quantità di percussioni per incoraggiare piccole quantità di materiale a cadere dal trapano. Ma le rocce della Terra non sono le rocce di Marte e la gravità della Terra è tre volte maggiore della gravità di Marte e poi c'è il vento. Quindi il dubbio era: quanta polvere sarebbe stata effettivamente consegnata agli strumenti di analisi?
Così dopo vari tentativi deludenti, finalmente gli ingeneri sono riusciti a calcolare come posizionarsi per consegnare il giusto materiale alla CheMin per analizzarne la composizione.

Duluth è stato un vero test per il team anche nella stima della polvere utilizzabile per le varie operazioni.
Quando hanno deciso di abbandonare l'area e procedere alla pulizia dello strumento, hanno fatto cadere la polvere residua sul vassoio per la "conta dei granelli rimasti" e con grande soddisfazione hanno potuto verificare che il materiale residuo era effettivamente quello stimato.

Il "Vassoio di osservazione" di Curiosity sol 2078

Il "Vassoio di osservazione" di Curiosity sol 2078 durante la verifica della quantità di materiale rimasto dal campione di Duluth.
Crediti: NASA / JPL / MSSS

 Come di consueto, un successo del genere non poteva non essere ricordato con un selfie!

Curiosity selfie a Duluth

Curiosity selfie a Duluth sol 2082 (15 giugno 2018)
Crediti NASA/JPL-Caltech/MSSS

In questo mosaico, questa volta, il panorama appare molto polveroso: la grande tempesta marziana che ha creato problemi per il veterano Opportunity, ha oscurato la luce e la visibilità anche nel cratere Gale.

Dopo Duluth, un altro successo è arrivato il giorno di Ferragosto, su una roccia denominata "Stoer", all'interno dell'affioramento Pettegrove Point di Vera Rubin Ridge, dopo tre tentativi infruttuosi in altre località dove la roccia era risultata troppo dura.

La tempesta di polvere

Dopo Duluth anche Curiosity ha assistito alla tempesta di polvere che ha avvolto buona parte del pianeta.
Questi grandi fenomeni atmosferici immettono un'abbondante quantità di polvere nell'atmosfera di Marte, oscurando la luce del Sole. Per Curiosity, la cui fonte energetica non dipende dai pannelli solari (come accade per Opportunity) ma è nucleare, sono una ghiotta occasione di studio. Il team ha elaborato anche un piano ad hoc per catturare immagini e seguire l'evoluzione della tempesta.

La tempesta globale di Marte

La tempesta globale sviluppatesi su Marte, ripresa dal Mars Reconnaissance Orbiter, e la posizione dei rover.
Crediti: NASA / JPL / MSSS

Secondo gli esperti questa è stata una delle più grandi mai osservate su Marte.
"Abbiamo un numero storico di veicoli spaziali che operano sul Pianeta Rosso, ognuno dei quali offre uno sguardo unico su come si formano e si comportano le tempeste di polvere", ha dichiarato Jim Watzin,direttore del Mars Exploration Program della NASA.

Una vista simulata del cambiamento delle condizioni di luce osservate dal rover Opportunity durante la tempesta di giugno 2018

 A sinistra: una vista simulata del cambiamento delle condizioni di luce osservate dal rover Opportunity durante la tempesta di giugno 2018

Le tempeste di polvere sono un evento frequente su Marte: si verificano in tutte le stagioni ed occasionalmente, possono gonfiarsi e diventare regionali nel giro di pochi giorni. Talvolta si espandono fino ad avvolgere l'intero pianeta, trasformandosi in globali. Si stima che queste massicce tempeste su scala planetaria avvengono una volta ogni tre o quattro anni circa, cioè tra i sei e gli otto anni terrestri (l'ultima si era verificata nel 2007). Possono durare settimane o anche mesi.

Sono eventi che, grandi o piccoli che siano, contribuiscono a modellare la superficie del pianeta per cui il loro studio è di fondamentale interesse.
L'atmosfera sottile rende queste tempeste enormemente diverse da qualsiasi cosa incontrata sulla Terra (ma sono anche diverse da quella raccontata nel film The Martian!).

La più grande mai osservata risale al 1971, quando solo le vette dei vulcani di Marte Tharsis rimasero visibili al di sopra della polvere.

 

La scoperta di sostanze organiche

Su questo argomento c'è sempre confusione perché il termine "organico" viene spesso associato alla vita ma non è così.
Nel mese di giugno, il team di Curiosity ha rilasciato due documenti: uno riguarda il passato di Marte con la scoperta di molecole organiche nelle rocce sedimentarie di tre miliardi di anni fa, analizzate dal rover; l'altro, il metano atmosferico rilevato oggi. Entrambi gli aspetti possono essere indicatori della presenza di forme di vita, nel passato e nel presente ma possono anche essere la conseguenza di processi non biologici.

Le molecole organiche contengono carbonio e idrogeno e possono includere anche ossigeno, azoto e altri elementi. La scoperta di Curiosity racconta, in pratica che, miliardi di anni fa, nel lago che all'epoca riempiva il cratere Gale, esistevano tutti gli ingredienti necessari per la vita, compresi i componenti chimici e le fonti di energia.

"La superficie marziana è esposta alle radiazioni dello spazio e sia le radiazioni che le sostanze chimiche aggressive distruggono la materia organica ", ha detto Jennifer Eigenbrode del Goddard Space Flight Center della NASA, autrice principale di uno dei due articoli citati. "Trovare molecole organiche antiche nei primi cinque centimetri di roccia depositati quando Marte era abitabile, fa ben sperare di trovare molto di più con le missioni future durante le quali perforeranno più a fondo".

Il materiale organico è stato trovato da Curiosity perforando le rocce sedimentarie del cratere Gale, o "fango indurito" come viene chiamato dal team.
Queste si sono formate gradualmente miliardi di anni fa dal limo che si accumulava sul fondo dell'antico lago. Quando i campioni prelevati sono stati analizzati dal SAM (Sample Analysis at Mars), alcuni frammenti di molecole organiche più grandi sono stati rilasciati (ma attenzione, questa non è la prima in cui viene dichiarata la rilevazione di molecole organiche da parte di Curiosity!). Alcuni contendono zolfo ma altri indicano concentrazioni di carbonio organico dell'ordine di 10 parti per milione o più. Questo è vicino alla quantità osservata nei meteoriti marziani e circa 100 volte maggiore delle precedenti rilevazioni di carbonio organico sulla superficie di Marte. Alcune delle molecole identificate includono tiofeni, benzene, toluene e piccole catene di carbonio, come il propano o il butene.

Nel documento dedicato al metano, invece, viene descritto l'ndamento stagionale di metano nell'atmosfera marziana (tanto discusso!) nel corso di tre anni di missione, che corrispondono a circa sei anni terrestri.
Questo nuovo risultato mostra che i livelli di metano all'interno del cratere Gale raggiungono ripetutamente il picco nei caldi mesi estivi e calano in inverno ogni anno. Gli scienziati, si legge nella press release, "non possono escludere la possibilità di origini biologiche".

 

La strana roccia

Il 13 agosto 2018, Curiosity ha fotografato uno strano oggetto.

Lo strano oggetto fotografato da Curiosity il 13 agosto 2018

Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Chiamato "Pettegrove Point Foreign Object Debris," o PPFOD, la NASA credeva inizialmente che fosse un pezzo del rover. Tuttavia, ulteriori analisi con la ChemCam. hanno dimostrato che si tratta di una roccia molto sottile e tutto il team ha potuto tirare un sospiro di sollievo!

 

Ora il rover si trova fermo per prelevare altri campioni di roccia da Stoer. Per ulteriori informazioni e restare sempre aggiornati, seguite i Mission Log di marco Di Lorenzo.