Questi dati sono stati ottenuti mentre la navicella spaziale diretta verso Mercurio sorvolava Venere con un gravity assist e potrebbero gettare nuova luce sulla complessa atmosfera del nostro vicino planetario.

BepiColombo si sta avvicinando alla fine del suo viaggio di sette anni e dovrebbe raggiungere Mercurio alla fine del 2025. Nel frattempo, una flotta di visitatori robotici visiterà Venere nel prossimo decennio. Il lancio della navicella spaziale europea Envision è previsto per il 2031, mentre il lancio di DAVINCI della NASA, originariamente previsto per il 2029, è stato posticipato al 2031.


Ioni in fuga

A differenza della Terra, che ha un campo magnetico intrinseco generato dai moti convettivi interni al pianeta, che protegge l'atmosfera dalla fuga atmosferica nello spazio, Venere non possiede un campo magnetico stabile. La sua magnetosfera indotta è piuttosto una debole barriera generata dalle interazioni tra il vento solare e i gas presenti nell'atmosfera, i quali creano creano correnti elettriche.

Nell'agosto 2021, BepiColombo ha volato 90 minuti attraverso la magnetosfera del pianeta per rallentare e regolare la rotta verso Mercurio. L'incontro, seppur breve, si è dimostrato proficuo: i dati indicavano che particelle cariche, o ioni, stavano fuggendo dal pianeta a causa della luce solare che stava accelerando le molecole nell’atmosfera a velocità estremamente elevate.

"Si tratta di ioni pesanti che di solito si muovono lentamente, quindi stiamo ancora cercando di capire i meccanismi che sono in gioco", ha detto in un comunicato Lina Hadid, ricercatrice del Laboratorio di fisica del plasma in Francia che ha condotto la nuova analisi.

L'atmosfera densa e infernale di Venere è dominata dall'anidride carbonica ma contiene anche quantità minori di azoto e altri gas in tracce. Gli scienziati già hanno rilevato la presenza di piccole quantità di ossigeno presenti nel lato notturno di Venere e, lo scorso novembre, un altro team di ricercatori ha rilevato la molecola anche sul lato diurno del pianeta. La stessa squadra ha inoltre concluso che la concentrazione di ossigeno su Venere diminuisce di pari passo con la diminuzione della radiazione solare.

Indagare sulla perdita di queste molecole e sui loro meccanismi di fuga "è fondamentale per capire come si è evoluta l'atmosfera del pianeta e come ha perso tutta la sua acqua", ha affermato il coautore dello studio Dominique Delcourt, ricercatore presso il Plasma Physics Laboratory.