Scritto: Venerdì, 12 Agosto 2022 06:22 Ultima modifica: Venerdì, 12 Agosto 2022 06:49

Terra: gli antichi continenti furono creati da impatti giganti


Anche se, ancora oggi, non è perfettamente chiaro come si siano formati e evoluti, sappiamo che i confini degli attuali continenti, distanti migliaia di migliaia di chilometri, combaciano perché un tempo facevano parte di un'unica grande massa terrestre.

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Terra: gli antichi continenti furono creati da impatti giganti
Crediti: wikimedia.org

Ad un certo punto, però, qualcosa deve aver innescato la fratturazione di quel supercontinente. Ora, nuove prove suggeriscono che gli impatti di meteoriti giganti hanno giocato un ruolo significativo. La pistola fumante è il ritrovamento di cristalli di zircone, scavati in un cratone nell'Australia occidentale, un pezzo della crosta terrestre che è rimasto stabile per oltre un miliardo di anni. I cratoni sono isole continentali che si sono formate da 3,8 a 1,6 miliardi di anni fa durante il consolidamento della crosta terrestre. 
Conosciuto come il cratone di Pilbara, è il pezzo di crosta meglio conservato del pianeta e i cristalli di zircone al suo interno contengono prove di antichi impatti di meteoriti risalenti a prima che i continenti si disgregassero.

"Lo studio della composizione degli isotopi dell'ossigeno in questi cristalli di zircone ha rivelato un processo 'top-down' che inizia con lo scioglimento delle rocce vicino alla superficie e prosegue più in profondità, coerentemente con l'effetto geologico degli impatti di meteoriti giganti", ha spiegato il geologo Tim Johnson della Curtin University in Australia. "La nostra ricerca fornisce la prima prova solida che i processi che alla fine hanno formato i continenti sono iniziati con impatti di meteoriti giganti, simili a quelli responsabili dell'estinzione dei dinosauri ma che si sono verificati miliardi di anni prima".

La storia raccontata dai cristalli di zircone

Il lavoro è stato condotto su 26 campioni di roccia contenenti frammenti di zircone, datati tra 3,6 e 2,9 miliardi di anni.

Il team di ricerca ha analizzato attentamente gli isotopi dell'ossigeno; in particolare, i rapporti di ossigeno 18 (18 O) e ossigeno 16 (16 O), che hanno rispettivamente 10 e 8 neutroni. Questi rapporti sono usati in paleogeologia per determinare la temperatura di formazione della roccia in cui si formarono gli isotopi. Sulla base di questi rapporti, il team è stato in grado di distinguere tre fasi distinte e fondamentali nella formazione e nell'evoluzione del Cratone Pilbara.

Il primo stadio è la formazione di una grande proporzione di zirconi coerente con la fusione parziale della crosta. Questo parziale scioglimento è stato probabilmente il risultato del bombardamento di meteoriti, che hanno riscaldato la crosta planetaria al momento dell'impatto. Il più antico ammasso di questi zirconi, secondo l'interpretazione del team, è stato il risultato di un unico gigantesco impatto che ha portato alla formazione del cratone.
La seconda fase è stata un periodo di rielaborazione e stabilizzazione del nucleo crostale, seguito dalla terza fase, un periodo di fusione e formazione del granito. Questo nucleo stabilizzato si sarebbe poi evoluto, molto più tardi, per diventare i continenti di oggi, così come i cratoni che si trovano in altri continenti del mondo.

Questi risultati sono coerenti con i modelli proposti in precedenza per la formazione di cratoni in tutto il mondo, ma costituiscono, hanno affermato i ricercatori, la prova più forte finora per la teoria (anche se lo studio coinvolge un solo cratone su circa 35 conosciuti). "I dati relativi ad altre aree dell'antica crosta continentale sulla Terra sembrano mostrare modelli simili a quelli riconosciuti nell'Australia occidentale", ha detto Johnson. "Vorremmo testare le nostre scoperte su queste antiche rocce per vedere se, come sospettiamo, il nostro modello è più ampiamente applicabile". La nuova ricerca è stata pubblicata su Nature.

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
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