Giove ha diverse grandi lune che orbitano all'interno del suo potente campo magnetico. Io è la più vicina ed è coivolta ad in tiro alla funa gravitazionale con Giove, che alimenta centinaia di eruzioni vulcaniche sulla sua superficie.
Questi vulcani rilasciano collettivamente una tonnellata di materiale (gas e particelle) al secondo nello spazio, vicino a Giove. Parte di esso si divide in ioni ed elettroni caricati elettricamente e viene rapidamente catturato dal campo magnetico del pianeta.

Quando il campo magnetico di Giove supera Io, gli elettroni della luna vengono accelerati lungo il campo magnetico verso i poli del gigante gassoso. Lungo il loro percorso, questi elettroni generano onde radio "decametriche" (le cosiddette emissioni radio decametriche, o DAM) che possono essere "ascoltate" dallo strumento Juno Waves di Juno.

I ricercatori hanno utilizzato i suoi dati per identificare le posizioni precise all'interno del vasto campo magnetico di Giove in cui hanno avuto origine le emissioni radio. Questi sono luoghi in cui le condizioni sono giuste per generare le onde radio; con la giusta intensità del campo magnetico e la giusta densità di elettroni (non troppo e non troppo poco), secondo il team.

"L'emissione radio è probabilmente costante, ma Juno deve essere nel posto giusto per ascoltare", ha affermato Yasmina Martos del Goddard Space Flight Center della NASA e dell'Università del Maryland, College Park.
Le onde radio emergono dalla sorgente lungo le pareti di un cono cavo allineato e controllato dalla forza e dalla forma del campo magnetico di Giove. Juno riceve il segnale solo quando la rotazione di Giove spazzola quel cono sulla navicella, allo stesso modo in cui un faro illumina brevemente una nave in mare. Martos è l'autrice principale di un articolo su questa ricerca pubblicato nel giugno 2020 sul Journal of Geophysical Research: Planets.

I dati di Juno hanno permesso al team di calcolare che l'energia degli elettroni che genera le onde radio è molto più alta di quanto stimato in precedenza, fino a 23 volte maggiore. Inoltre, gli elettroni non devono necessariamente provenire da una luna vulcanica. Ad esempio, secondo il team, potrebbero trovarsi nel campo magnetico del pianeta (magnetosfera) o provenire dal Sole come parte del vento solare.