A darne notizia è stato Travis Brown, ingegnere capo di Ingenuity, sul blog della missione.
All'inizio la squadra non era molto preoccupata perché anche un anno fa si era presentato un breve problema di comunicazione durato due giorni. L'anomalia si era verificata perché la batteria era ancora scarica al calare della notte a causa di un eccessivo accumulo di polvere sui pannelli solari. Questa tensione ridotta aveva resettato l'orologio della missione, facendo sì che non fosse più sincronizzato con il rover Perseverance. All'epoca il team aveva risolto rapidamente ma sapeva che il problema avrebbe potuto ripresentarsi.

Ma l'ultimo blackout è stato differente.
"In più di 700 sol che hanno utilizzato l'elicottero su Marte, non abbiamo mai sperimentato un blackout radio totale", ha scritto Brown. "Anche nei momenti peggiori, abbiamo sempre visto qualche indicazione di attività". Alla fine, però, su sol 761, quasi una settimana dopo il primo mancato check-in, il team delle comunicazioni ha osservato un ACK solitario (radio acknowledgement), ossia un segnale di riconoscimento che ha confermato che Ingenuity era vivo.


Trovata la causa

Dopo varie analisi, Brown e il suo team pensano di aver determinato cosa è successo.
"In definitiva, questo blackout delle comunicazioni unico nel suo genere è stato il risultato di due fattori", ha affermato Brown. “In primo luogo, la topografia tra il rover e l'elicottero risultava molto impegnativa per la radio utilizzata da Ingenuity. [..] una cresta moderata situata appena a sud-est del sito di atterraggio del volo 49 separava l'elicottero dall'area operativa del rover. L'impatto di questa cresta si è attenuata solo quando Perseverance si è avvicinato all'elicottero". In secondo luogo, l'antenna di comunicazione che "parla" con l'elicottero si trova sul lato destro del rover e, in base alla sua posizione, i segnali erano parzialmente bloccati.

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La mappa spiega il miglioramento delle comunicazioni grazie al superamento della cresta, tra i Sol 762 e 763, prima del volo n.50 - Credits: NASA/JPL-Caltech

 

Numeri da record

Ora che Ingenuity è tornato online, il team si rende conto che probabilmente si verificheranno futuri problemi di comunicazione, anche se il drone ha superato di gran lunga la sua missione nominale.
"Quando abbiamo volato per la prima volta, abbiamo pensato che saremmo stati incredibilmente fortunati a fare cinque voli", ha dichiarato Teddy Tzanetos, responsabile del team Ingenuity presso JPL. "Abbiamo superato il nostro tempo di volo cumulativo previsto da quando la nostra dimostrazione tecnologica si è conclusa del 1250% e la distanza prevista percorsa del 2200%".

Durante il volo 49, il team è riuscito anche a spingere l'elicottero fino a 16 metri di altezza (record poi nuovamente infranto nel volo successivo, con 18 metri). Al culmine, Ingenuity ha scattato la foto suborbitale più alta della superficie marziana dall'atterraggio, con la speranza di vedere la parete meridionale interna del cratere Belva (queste immagini devono ancora essere rilasciate).

Con la nostra rubrica Mission Log potete restare aggiornati sull'impresa di Ingenuity e sugli spostamenti del rover.