Aggiornamento: aggiunta in fondo all'articolo una nuova animazione con l'abbassamento della protezione termica alla base del WTS, insieme ad ulteriori informazioni/considerazioni...

 Era il lontano 19 dicembre, 23 giorni dopo l'ammartaggio, quando il sismometro SEIS (descritto in dettaglio da Elisabetta in questo articolo) veniva sollevato e deposto sul suolo marziano, come testimoniato da questa sequenza pubblicata a suo tempo dalla NASA e opportunamente rielaborata.

seis2Sol 22, ICC camera -  Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

 Nelle settimane seguenti, il cavo che collega lo strumento al lander è stato esteso e deposto e, utilizzando il braccio meccanico, è stato ulteriormente sistemato per aderire completamente sul suolo. La pausa è servita anche a caratterizzare le deformazioni indotte sul cavo dalle forti escursioni termiche, cosa che è possibile notare nelle immagini ICC. Finalmente, il 1 Febbraio, il braccio meccanico ha afferrato il "Wind and Thermal Shield" (WTS), fino ad allora rimasto sul "deck" del lander, come mostrato in quest'altra animazione:

Animazione2

Sol 65, IDC camera -  Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

 Infine, ieri, il WTS è stato sollevato e deposto con ammirevole precisione sul sismometro. Considerando che l'intera operazione è durata solo 11 minuti, si deduce che non c'è stato alcun controllo diretto o monitoraggio da parte del personale a Terra, poichè i tempi di comunicazione tra Terra e Marte in entrambe le direzioni ammontano adesso a oltre 25 minuti; questo aggiunge ulteriore valore all'impresa.

WTS2

Sol 22, ICC camera -  Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

 Va notato come, rispetto alla tabella di marcia ufficiale inizialmente pianificata, il sismometro è stato deposto in netto anticipo (solo 3 settimane dopo l'ammartaggio, contro le 5-6 previste) mentre il successivo step (la posa del WTS) ha dovuto aspettare 6,5 settimane invece di una! Perciò, attualmente, le operazioni risultano in ritardo di circa 3 settimane, non molto se consideriamo che la missione ha una durata nominale di 709 Sol (oltre 1 anno marziano), dunque fino al 23 Novembre 2020. Sempre stando alla vecchia tabella di marcia, in teoria nel giro di pochi giorni dovrebbe avvenire anche la deposizione dell'altro strumento principale, lo "Heat flow and Physical Properties Package" (HP3). Il motivo per cui quest'ultima operazione avviene solo dopo la piena entrata in servizio del SEIS è che si vuole sfruttare quest'ultimo per studiare le caratteristiche locali di propagazione delle onde sismiche generate dal percussore di cui HP3 è dotato, meccanismo necessario a perforare la superficie e inserire una sonda termica in profondità, per misurare il flusso di calore dalle profondità del pianeta nonchè dell'inerzia termica del suolo.

 Una curiosità sullo scudo WTS riguarda la particolarissima struttura della parte inferiore, appositamente studiata per garantire una perfetta aderenza ed un perfetto isolamento anche in presenza di rocce o altre asperità. Come illustrato nell'immagine sottostante, al di sotto di una copertura termica dorata c'è una struttura metallica squamata (o a petali) che può adattarsi all'orografia locale; più sotto, penzola una maglia metallica più sottile, molto simile ad una "cotta", l'armatura leggera indossata dai cavalieri medievali.

Lorica squamata

 Questa animazione, aggiunta il 4 febbraio, mostra i progressi nell'abbassamento della maglia metallica e, successivamente, della "coperta termica" alla base del WTS nelle ore immediatamente successive alla deposizione:

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Sol 66/67, ICC camera -  Credit: NASA/JPL-Caltech - Processing: Marco Di Lorenzo

 Come ha dichiarato Philippe Lognonné, Principal Investigator di SEIS, abbiamo aspettato a lungo questo momento. Sono passati 130 anni dalla prima registrazione sismica sulla Terra e quasi 50 anni dalla deposizione dei sismometri sulla Luna, durante le missioni Apollo. Si prevede che il sismometro genererà un volume di 38 Mbit al giorno e dovrebbe rivelare, nel corso della sua vita, da 5 a 10 impatti meteorici che serviranno a scandagliare la struttura interna del pianeta, insieme ad altri "martemoti"; la sua squisita sensibilità, capace di rivelare uno spostamento del suolo paragonabile alle dimensioni di un atomo di idrogeno (10-10 m), dovrebbe mostrare anche gli effetti di fenomeni atmosferici su grande scala, come le tempeste di polvere.