Voyager

Credit: NASA/JPL-Caltech

Grandi novità per la Voyager 1 che è entrata in una nuova regione, prossima allo spazio interstellare.

Gli scienziati associano questa zona ad una sorta di autostrada magnetica per le particelle cariche, un punto in cui le linee di campo del nostro Sole sono collegate alle linee del campo magnetico interstellare. Questo corridoio, consente alle particelle cariche a bassa energia che hanno origine nelle nostra eliosfera di sfuggire, mentre permette alle particelle cariche ad alta energia dello spazio interstellare di fluire verso l’interno.
Prima di entrare in questa regione, le particelle cariche rimbalzano in tutte le direzioni.

Il team della Voyager suppone che questa zona sia ancora all’interno della nostra bolla solare perchè la direzione delle linee di campo non è cambiata, condizione invece che ci si aspetta di trovare quando la Voyager irromperà nello spazio profondo.

I nuovi risultati sono stati presentati all’AGU (American Geophysical Union) a San Francisco, insieme alle novità sulla missione Curiosity.

Dal dicembre 2004, quando passò il limite chiamato termination shock (la regione dell'eliosfera in cui il vento solare rallenta fino a velocità subsoniche a causa delle interazioni con il mezzo interstellare), la sonda ha esplorato il limite esterno della nostra eliosfera, l’eliocampo. In questa regione, il flusso di particelle cariche provenienti dal Sole, conosciute come vento solare, rallenta bruscamente e le particelle da supersoniche diventano turbolente. Da allora, la Voyager ha viaggiato in un ambiente pressoché costante per cinque anni, dopo i quali il vento solare è andato gradualmente diminuendo e anche l’intensità del campo magnetico ha iniziato a variare.

Dai dati degli strumenti di bordo, si ritiene che la sonda sia entrata in questa sorta di autostrada il 28 luglio 2012 e poi di nuovo il 25 agosto 2012, rimendo poi stabile fino ad oggi.

“Se dovessi giudicare solo dai dati delle particelle cariche, penserei che già siamo fuori dall’eliosfera”, ha detto Stamatios Krimigis, della Johns Hopkins Applied Physics Laboratory nel Meryland, ricercatore principale per lo strumento che rileva le particelle a bassa energia. “Ma dobbiamo guardare quello che ci trasmettono tutti gli strumenti e solo il tempo ci dirà se le nostre interpretazioni sono corrette”.

La Voyager ha rilevato un incremento del campo magnetico all’interno dell’autostrada, tuttavia la direzione delle linee di campo non è cambiata.

“I dati relativi al campo magnetico si sono rilevati fondamentali quando la Voyager ha attraversato il termination shock. Ci aspettiamo che questi dati ci dicano anche quando raggiungeremo lo spazio interstellare”, ha detto Leonard Burlaga, membro del team Voyager della NASA Goddard space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland.