Queste strutture si ergono nel vasto altopiano vulcanico Tharsis (o Tharsis Bulge), vicino all'equatore marziano, nell'emisfero occidentale. Si tratta di un esteso "rigonfiamento" che si trova a circa 10 chilometri sopra l'elevazione media del pianeta.
Tharsis ospita anche Olympus Mons, il vulcano più alto del pianeta e di tutto il Sistema Solare, vicino al bordo occidentale.

I pozzi visibili nella regione, ne testimoniano il passato vulcanico. Potrebbero essere lucernari crollati o aperture su tubi di lava sotterranei. Tuttavia c'è molta incertezza.

pit crater formation

Queste quattro immagini in sequenza mostrano come si formano i pozzi. Quando i vulcani eruttano, si formano delle crepe che migrano lentamente verso l'alto. Mentre ciò avviene, le rocce iniziano a cadere verso il fondo, fino a quando la fessura non raggiunge la superficie e il tetto crolla. Sulla Terra, anche il fondo della fossa si ricopre di vegetazione.
Crediti: US National Park Service

Nel grande catalogo di immagini della superficie di Marte, riprese dalla fotocamera HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della  Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA, c'è una grande varietà di pozzi e in molti di essi sono visibili sia le pareti laterali che il fondo. Potrebbe, quindi, trattarsi anche di semplici buche, relativamente poco profonde. Per esempio, alle Hawaii ci sono alcuni "crateri a fossa" che non si collegano ad alcuna caverna o tubo di lava ma sono il risultato di un crollo avvenuto molto più in profondità nel sottosuolo. Sono profondi da 6 a 186 metri e larghi da 8 a 1140 metri. 

ESP 019997 1975 pit

L'immagine HiRISE qui sopra mostra due pozzi a nord-ovest di Ascraeus Mons. Hanno rispettivamente un diametro di circa 180 metri e 310 metri e sono situati nel mezzo di un grande deposito scuro a forma di boomerang. I due ritagli sono dettagli altamente elaborati per mostrarne la superficie all'interno. Il più orientale e il più piccolo dei due contiene massi e sedimenti lungo le sue pareti e sedimenti dunali eolici più luminosi sul suo fondo. La fossa più grande, quella più occidentale, contiene sedimenti e massi con deboli motivi simili a dune visibili nella parte più profonda del fondo. Entrambe le fosse hanno pareti orientali ripide e pareti occidentali con pendenza più dolce.
Crediti: NASA/JPL-Caltech/UArizona

Comprenderne queste caratteristiche su Marte è molto importate per le future missioni con equipaggio perché, come le grotte sulla Terra, fornirebbero protezione dalle radiazioni, dagli sbalzi termici e dalle tempeste di polvere. 

Per ora, l'origine e la natura di queste fosse marziane rimane dubbia. Per esempio, in cima al vulcano Pavis Mons c'è un buco interessante ma di difficile interpretazione: si tratta davvero di un tubo di lava collassato? Intanto, prendete gli occhiali 3D!

Pavis Mons pit

ESP_023531_1840 anaglifo. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UArizona - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverse.today (flic.kr/p/aeLJEJ)

In effetti, la gravità del Pianeta Rosso è molto più debole di quella terrestre e ciò dovrebbe consentire tubi di lava molto più grandi ma, finora, conosciamo meglio i pozzi e i tubi di lava sulla Luna rispetto a quelli di Marte. Sappiamo che alcuni di essi sono termicamente stabili a circa 17° Celsius e ne abbiamo anche immagini migliori. Gli scienziati stanno proponendo diversi concetti di missione e robot per poter esplorare queste fosse e, probabilmente, questa sarebbe l'unica strada per risolvere il mistero.