Sulla Terra, le transizioni meteorologiche tra inverno, primavera, estate e autunno sono il risultato dell'inclinazione dell'asse del pianeta rispetto al piano dell'ecclittica. Questa inclinazione di 23 gradi fa sì che diverse parti del globo ricevano quantità variabili di luce solare durante tutto l'anno. Ma l'asse di Giove è inclinato di soli 3 gradi, il che significa che la quantità di raggi solari che raggiune l'involucro gassoso cambia veramente poco nell'arco dell'anno gioviano (equivalente a 12 anni terrestri). Tuttavia, il nuovo studio, pubblicato su Nature Astronomy, ha rilevato periodiche oscillazioni di temperatura che si verificano attorno al globo coperto di nuvole.

"Ora abbiamo risolto una parte del puzzle, ovvero che l'atmosfera mostra questi cicli naturali", ha dichiarato nel comunicato Leigh Fletcher, astronomo dell'Università di Leicester nel Regno Unito e coautore del nuovo articolo. "Per capire cosa sta guidando questi schemi e perché si verificano in queste particolari scale temporali, dobbiamo esplorare sia sopra che sotto gli strati nuvolosi".

Secondo il team, questi cambiamenti dovrebbero avere a che fare con un fenomeno noto come teleconnessione.


La teleconnessione gioviana

La teleconnessione descrive parte della variabilità meteorologica e in alcuni casi anche climatica di un pianeta causata da cambiamenti che si verificano simultaneamente in parti del globo apparentemente non collegate e che potrebbero trovarsi a migliaia di chilometri di distanza. É stata osservata per la prima volta nell'atmosfera terrestre nel XIX° secolo, in particolare nel famoso ciclo La Nina - El Nino, noto anche come Oscillazione Meridionale. Si tratta di un fenomeno periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell'Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale (America Latina) nei mesi di dicembre e gennaio. Questo a sua volta, causa inondazioni nelle aree direttamente interessate ma anche siccità in zone più lontane e altre perturbazioni che variano a ogni sua manifestazione.

Nella nuova ricerca, gli scienziati hanno scoperto che anche su Giove, quando le temperature aumentano a specifiche latitudini nell'emisfero settentrionale, le stesse latitudini nell'emisfero meridionale si raffreddano, quasi come una perfetta immagine speculare.

"Questa è stata la cosa più sorprendente di tutte", ha detto Glenn Orton, uno scienziato planetario del Jet Propulsion Laboratory della NASA e autore principale dello studio.
"Abbiamo trovato una connessione tra il modo in cui le temperature variavano a latitudini molto distanti", ha detto. "È simile a un fenomeno che vediamo sulla Terra, dove i modelli meteorologici e climatici in una regione possono avere un'influenza notevole sul tempo altrove, con i modelli di variabilità apparentemente 'teleconnessi' attraverso vaste distanze attraverso l'atmosfera".

Le misurazioni hanno anche rivelato che quando le temperature aumentano nella stratosfera, lo strato superiore dell'atmosfera di Giove, scendono nella troposfera, lo strato atmosferico più basso, dove si verificano gli eventi meteorologici, comprese le potenti tempeste gioviane.

40 anni di osservazioni

Lo studio ha incluso dati dal 1978 in poi, raccolti da alcuni dei migliori telescopi terrestri, tra cui il Very Large Telescope in Cile, l'Infrared Telescope Facility della NASA e il Subaru Telescope presso gli Osservatori Mauna Kea alle Hawaii. I ricercatori hanno anche utilizzato i dati di veicoli spaziali come le sonde Voyager nello spazio profondo, che hanno sorvolato Giove nel 1979 e la missione Cassini, che ha sorvolato Giove nel 2001 per esplorare Saturno.

"Misurare questi cambiamenti di temperatura e periodi nel tempo è un passo verso una previsione meteorologica completa di Giove, se riusciamo a collegare causa ed effetto nell'atmosfera del pianeta", ha affermato Fletcher. "E la domanda ancora più grande è se un giorno potremo estendere questo ad altri pianeti giganti per vedere se si presentano modelli simili".