Purtroppo il glorioso radiotelescopio di Arecibo, nell'isola di Portorico, sta mostrando i segni dell'età: inaugurato nel lontano 1963 e gestito da Cornell University e dalla National Science Foundation, ultimamente è incorso in una serie di sfortunati eventi che sembrano volerne decretare la fine.

 Già nel settembre 2017, l'uragano Maria investì l'osservatorio, causando la rovinosa caduta di una vecchia e pesante antenna, sospesa nel fuoco della parabola. In quella occasione, ci vollero circa un anno e 14 milioni di dollari per riparare il danno. L'operatività del radiotelescopio venne allora garantita per i successivi cinque anni ma, all'inizio di quest'anno, l'antenna venne nuovamente fermata a causa di un terremoto avvenuto il 7 gennaio. Poi, come raccontammo in un precedente articolo, il 10 agosto di quest'anno uno dei cavi ausiliari di supporto cedette, cadendo da circa 100 metri di altezza. Tali cavi ausiliari, peraltro, erano stati installati durante una manutenzione 23 anni fa, proprio allo scopo di garantire la tenuta dei cavi principali per una cinquantina d'anni! Come testimoniato nelle immagini in apertura e qui sotto, la caduta del traliccio causò uno squarcio ampio 30 metri sul delicato riflettore sferico di 305 metri di diametro, costituito da 38788 tasselli di alluminio.

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L'impressionante danno di agosto, fotografato al di sotto del riflettore; nell'inserto, la voragine vista stando sopra la superficie riflettente. - Credits: University of Central Florida / AreciboRadar - Processing: Marco Di Lorenzo

 Nelle settimane successive a quell'evento, fu organizzato un piano per porre rimedio. Un mese fa, in effetti, l'Università della Florida Centrale (UCA) comunicava di avere realizzato un modello strutturale delle torri di sostegno e dei cavi sospesi, per meglio comprendere il problema ed elaborare la giusta strategia per riparare il danno; erano state condotte misure sul livello di curvatura e di carico dei cavi e installati strumenti per monitorare le deformazioni, al fine di salvaguardare la sicurezza dei lavoratori che avrebbero dovuto fare l'intervento. Nel frattempo, l'hardware danneggiato, rimosso il 28 settembre, era stato inviato per ulteriori indagini al Kennedy Space Center.

 Tuttavia, mentre tutte queste attività venivano finalizzate e stava per arrivare sul posto un team di ingegneri che avrebbero dovuto effettuare le prime riparazioni temporanee, è giunta una nuova doccia fredda: alle 19:39 di venerdì 6 novembre, un altro cavo d'acciaio si è staccato dalla stessa torre di supporto ed è caduto sul riflettore facendo altri danni, dei quali per ora non ci sono testimonianze fotografiche. Contrariamente a quanto successo 3 mesi prima, stavolta si tratta di uno dei 18 cavi principali che sorreggono la piattaforma nel fuoco del ricevitore; in questa occasione, poi, il cavo non è semplicemente uscito fuori dal suo alloggiamento a cui era ancorato ma si è letteralmente spezzato. Anche se non esiste una spiegazione certa, si sospetta che la rottura sia stata indotta proprio dal maggiore carico sul traliccio, causato proprio dall'incidente di 3 mesi fa. Per fortuna, anche in questo caso non ci sono stati danni alle persone ma l'area è stata isolata e, sicuramente, il fermo del radiotelescopio si prolungherà notevolmente, con inevitabili impatti sulle attività di ricerca, come ad esempio l'osservazione di asteroidi durante il passaggio ravvicinato con la Terra.

 "Questo non è certamente quello che avremmo voluto vedere, ma la cosa importante è che nessuno si sia fatto male", ha detto Francisco Cordova, il direttore dell'osservatorio. "Siamo stati premurosi nella nostra valutazione e abbiamo dato priorità alla sicurezza nella pianificazione delle riparazioni che sarebbero dovute iniziare martedì".  Adesso droni e telecamere vengono utilizzati per continuare a monitorare la struttura posta in isolamento e il team spera di riuscire a ridurre la tensione nei cavi afferenti alla torre, installando rinforzi in acciaio per alleviare temporaneamente parte del carico aggiuntivo che viene distribuito tra i cavi rimanenti, che peraltro sembra siano stati anche danneggiati durante l'incidente. Gli esperti si sono quindi mobilitati per fare il lavoro il più rapidamente possibile e si cercherà di accelerare l'arrivo di due nuovi cavi che erano già stati ordinati; UCF ha fatto una richiesta di finanziamento supplementare con la NSF ma al momento non esiste una stima dei costi per le nuove riparazioni che saranno necessarie.

 Dall'incidente di agosto, gli ingegneri hanno lavorato per determinare la causa del guasto iniziale e per creare piani di riparazione temporanei e a lungo termine. Poiché non c'era alcuna causa ovvia per la rottura, data la complessità di una struttura così grande e unica che è stata costruita negli anni '60, e data la necessità di garantire la sicurezza sopra ogni altra cosa, lo sviluppo di un tale piano di emergenza ha preso un certo tempo. L'attuazione delle prime riparazioni era prevista per iniziare la prossima settimana. 

 "Questa non ci voleva, ma rimaniamo impegnati a far tornare la struttura online", ha concluso Cordova. "È uno strumento troppo importante per il progresso della scienza"!

 

Riferimenti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Radiotelescopio_di_Arecibo
https://7905d1c4e12c54933a44d19fcd5f9356-gdprlock/AreciboRadar/status/1294023599997759489?s=20
https://www.ucf.edu/news/update-on-arecibo-observatory-facility-after-telescope-damage/
https://www.ucf.edu/news/a-second-cable-fails-at-nsfs-arecibo-observatory-in-puerto-rico/
https://www.unionesarda.it/articolo/astronomia/2020/11/09/nuovi-danni-per-lo-storico-radiotelescopio-di-arecibo-154-1080836.html
https://skyandtelescope.org/astronomy-news/another-cable-snaps-arecibo-observatory/