DART è una missione ambiziosa che metterà alla prova la fattibilità dell'utilizzo di un "impattore cinetico" per deviare un asteroide diretto verso la Terra.
È stato lanciato a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9 nel novembre 2021 e dovrebbe arrivare raggiungere il suo obiettivo, l'asteroide NEO Didymos e il suo piccolo satellite, Dimorphos, nel mese di settembre.
Didymos è un sistema binario: il corpo maggiore, è un asteroide di tipo S roccioso di circa 780 metri di diametro, mentre la piccola luna ha un diametro di circa 160 metri (grande quasi quanto la Grande Piramide di Giza.) e composizione sconosciuta. Il NEO (near-Earth object) fu originariamente scoperto nel 1996 da Joe Montani dello Spacewatch Project presso l'Università dell'Arizona ma fu nel 2003 che l'astronomo Petr Pravec, all'Osservatorio di Ondřejov nella Repubblica Ceca, riconobbe che la luminosità dell'oggetto poteva essere coerente con uno schema binario.

DART avrà un impatto su Dimorphos a circa 6,6 chilometri al secondo, o 23.760 chilometri orari, che gli scienziati della missione sperano possa far cambiare la velocità orbitale della luna di una frazione di millimetro al secondo, appena sufficiente per alterare la sua orbita attorno all'asteroide più grande. Sebbene Dimorphos e Didymos non rappresentino una minaccia per la Terra, sono candidati perfetti per testare il concetto di impattore cineticonel caso in cui un asteroide dovesse veramente minacciare il nostro pianeta. Questa è la prima missione di difesa planetaria dedicata della NASA.

La nuova simulazione

Nella nuova simulazione condotta dagli scienziati dell'Università di Berna e del National Center of Competence in Research (NCCR) Planets, i ricercatori sono stati in grado di creare un nuovo approccio di modellazione che tiene conto delle onde d'urto e del processo di craterizzazione che seguirebbe l'impatto di DART. A differenza delle precedenti simulazioni, questo modello considera che Dimorphos potrebbe non avere un nucleo solido ma essere piuttosto una pila di macerie. Per questo motivo, la missione DART potrebbe espellere più materiale del previsto da Dimorphos e potenzialmente potrebbe alterare il suo corso molto di più rispetto alle stime precedenti.

"Contrariamente a quanto si potrebbe pensare quando si immagina un asteroide, prove dirette da missioni spaziali come la sonda Hayabusa 2 dell'agenzia spaziale giapponese (JAXA) dimostrano che l'asteroide può avere una struttura interna molto allentata, simile a un mucchio di macerie, che è tenuta insieme da interazioni gravitazionali e piccole forze di coesione", ha affermato in una nota l'autrice principale dello studio Sabina Raducan, ricercatrice post-dottorato presso l'Università di Berna. "Questo potrebbe cambiare drasticamente l'esito della collisione di DART e Dimorphos".