90377 Sedna è noto soprattutto per la sua orbita altamente ellittica, di 11.390 anni ed è attualmente in viaggio verso il perielio. Il suo approccio più vicino al Sole avverrà nel 2076. Successivamente, tornerà nello spazio profondo per millenni.
Questa è un'occasione unica.

Sedna è stato individuato nel 2003 dall'astronomo della Caltech Mike Brown e dal suo team, impegnati costantemente nella ricerca del Nono Pianeta. Faceva parte di una serie di potenziali pianeti nani, insieme a corpi di dimensioni simili come Haumea, Makemake ed Eris, la cui scoperta ha portato alla discussa retrocessione di Plutone nel 2006.


Le peculiarità di Sedna

Per ora sappiamo che Sedna ha più o meno le stesse dimensioni di Cerere, l'oggetto più grande nella Fascia degli Asteroidi visitato dalla sonda della NASA Dawn, ma la sua composizione e le sue origini sono molto diverse.
La sua superficie potrebbe essere ricoperta di toline, un termine creato da Carl Sagan nel 1979 per descrivere i materiali esotici sulla superficie di Titano. Si tratta di composti organici rossastri già visti anche su Plutone, sulla sua luna Caronte e su altri oggetti della Fascia di Kuiper.

Ciò che contraddistingue veramente questo pianeta nano da altri, è la sua enorme orbita che lo porta verso il bordo interno della Nube di Oort, la regione più lontana del Sistema Solare dove si nascondono le comete di lungo periodo.
Per gli astronomi la sua orbita è un vero grattacapo. Esistono diverse teorie in proposito tra cui quelle che tirano in ballo il Nono Pianeta, forse dieci volte più grande della Terra, che potrebbe aver modificato l'orbita di Sedna e quella di molti altri oggetti che ora viaggiano su orbite molto eccentriche.

Visitare Sedna probabilmente non risolverebbe questo mistero ma potrebbe dirci molto sulla composizione degli oggetti estremi transnettuniani.

sedna hubble

90377 Sedna visto dal telescopio spaziale Hubble nel 2004.
Crediti: NASA.

Una missione difficile

Raggiungere Sedna non sarebbe semplice. Al suo massimo avvicinamento, Sedna arriverà solo a circa 76 Unità Astronomiche dal Sole.
Per fare un confronto, Nettuno è di circa 30 UA e le missioni Voyager, lanciate nel 1977, stanno proprio ora attraversando rispettivamente 150 e 125 UA. Ciò significa che il lancio dovrebbe avvenire molto tempo prima.

Così come le sonde Voyager hanno approfittato di un fortunato allineamento di pianeti per fare un grande giro del Sistema Solare esterno, una sonda verso Sedna dovrebbe avere gravity assist simili per raggiungere l'obiettivo.

Una delle possibili traiettorie, che favorisce il 2029 come data di lancio ottimale, è stata modellata da un team di scienziati guidato da Vladislav Zubko dello Space Research Institute dell'Accademia Russa delle Scienze.

Secondo i loro calcoli, la navicella dovrebbe eseguire prima un fly-by attorno a Venere, poi due attorno alla Terra prima di attraversare l'orbita di Giove. In tutto il viaggio durerebbe 20, 30 anni al massimo.
Il tempo di volo più lungo aumenterebbe l'altitudine del veicolo spaziale su Giove durante l'assistenza gravitazionale, riducendo il tempo trascorso esposto alle radiazioni dannose del gigante gassoso.

Un piano di volo di 30 anni significherebbe anche passare vicino Sedna più lentamente, lasciando quindi, più tempo per fare scienza. La scelta di questa opzione darebbe alla sonda una velocità relativa di 13,70 chilometri al secondo al passaggio sul pianeta nano, paragonabile alla velocità con cui New Horizons si è avvicinata a Plutone nel 2015.  Come bonus, questa traiettoria porterebbe anche il veicolo spaziale verso un asteroide di 145 chilometri di diametro chiamato Massalia, fornendo al team un ulteriore target scientifico da studiare.

Chissà se questa idea di missione avrà un seguito...