Piccolo preambolo storico: nell'estate del lontano 1987 la NASA decise di ingrandire le antenne del suo "Deep Space Network" per garantire migliori comunicazioni con la sonda Voyager-2, in procinto di fare il suo ultimo fly-by con il pianeta più remoto del Sistema Solare, Nettuno. I lavori riguardarono le tre antenne più grandi del DSN, con diametero di 64 metri, strategicamente posizionate a Goldstone (USA), Madrid e Canberra (Australia), distanziate approssimativamente di 120° in longitudine per garantire una copertura continua durante l'arco della giornata. I tre paraboloidi passarono ad un diametro di ben 70 metri, incrementando la superficie di raccolta del 20% in modo da captare una porzione maggiore del flebile segnale inviato dalla sonda e consentirle di ricevere più chiaramente le istruzioni da Terra.
Adesso la storia si ripete e riguarda sempre Voyager-2. L'antenna australiana, a partire dai primi di Marzo, sta subendo inderogabili lavori di manutenzione e aggiornamento che ne miglioreranno anche le prestazioni. Essendo però l'unica situata nell'emisfero meridionale e dato che Voyager-2 si sta allontanando su una traiettoria al di sotto dell'eclittica (attualmente appare quasi 59° sotto l'equatore celeste), è di fatto l'unica antenna che possa comunicare in modo bi-direzionale con la sonda veterana e questo preclude la possibilità di poter inviare nuove istruzioni verso di essa. Le altre antenne DSN più piccole (34 metri di diametro) sono comunque in grado di ricevere i deboli segnali che invia e quindi il flusso di dati telemetrici e scientifici non si è interrotto ma, se dovesse malauguratamente verificarsi una anomalia, il centro di controllo sarebbe impossibilitato ad intervenire. Tale evenienza non è affatto remota, in quanto a fine Gennaio, poco prima dell'inizio dei lavori, è capitato un evento di "safe mode" a bordo di Voyager-2, dovuto a un eccessivo assorbimento di corrente. Per fortuna il problema venne risolto, anche se diagnosi e terapia richiesero tempo a causa della grande distanza e del conseguente ritardo nelle comunicazioni. In seguito, gli ingegneri si sono dichiarati confidenti sul buon comportamento del veicolo spaziale, nonostante le criticità legate alle condizioni estreme in cui si trova e al ridotto budget energetico a sua disposizione.
Per inviare comandi a Voyager 2 è necessario uno speciale trasmettitore in banda S (2÷4 GHz), uno abbastanza potente da raggiungere lo spazio interstellare. L'antenna DSS43 di Canberra è l'unica di questo tipo nell'emisfero meridionale. Con l'avanzare dell'età dell'antenna, aumenta il rischio di interruzioni non pianificate; gli aggiornamenti previsti non solo ridurranno tale rischio, ma porteranno anche aggiornamenti tecnologici a beneficio delle future missioni.
Collocazione di Voyager-2 e di altri oggetti alla periferia del sistema solare - Credits: NASA/JPL
Nel frattempo, il team di Voyager ha posto il veicolo spaziale in uno stato di bassa attività, cosa che gli consentirà comunque di inviare dati scientifici durante il periodo di manutenzione di 11 mesi. "Se le cose non dovessero andare normalmente, allora il sistema di protezione a bordo dovrebbe poter gestire il malfunzionamento" ha dichiarato Suzanne Dodd, project manager di Voyager e direttore di JPL per la rete interplanetaria.
Il lavoro sulla stazione DSN di Canberra dovrebbe essere completato entro gennaio 2021. In questo momento, Voyager-2 si trova a 18,6 miliardi di km dal Sole, pari a 124 unità astronomiche, e se ne allontana a 15,3 km/s.
https://voyager.jpl.nasa.gov/news/details.php?article_id=118