InSight si è posato su Elysium Planitia il 26 novembre 2018 e ha terminato la sua missione primaria dopo un anno marziano (quasi due anni terrestri); in seguito la sua missione è stata estesa fino alla fine del 2022 e si prevede che il "lander geologo" non potrà sopravvivere oltre quella data. Il motivo sta nella carenza di energia dovuta all'accumulo di polvere e anche al ridotto irraggiamento solare.

 Appena dispiegata, la coppia di pannelli solari, ciascuno con un diametro di 2,2 metri, riforniva InSight di 5000 Watt-ora di energia ogni giorno marziano. Adesso questo apporto è sceso di un fattore 10, rendendo quasi impossibile svolgere anche le attività basilari; i circa 500 wattora per sol disponibili sarebbero appena sufficienti per alimentare il forno elettrico di casa per 15 minuti. 

 A causa della potenza ridotta, il team metterà presto il braccio robotico del lander nella sua posizione di riposo (chiamata "posizione del pensionamento") per l'ultima volta alla fine di questo mese. Originariamente destinato a dispiegare il sismometro e la sonda termica del lander, il braccio ha svolto due ruoli inaspettati: oltre a tentare (invano) di seppellire la sonda termica che si rifiutava di penetrare attraverso un suolo marziano più cedevole e appiccicoso del previsto, il team lo ha utilizzato in un modo innovativo per rimuovere la polvere dai pannelli solari. Di conseguenza, il sismometro è stato in grado di operare più spesso di quanto avrebbe fatto altrimenti, portando a nuove scoperte, tra cui il più potente "martemoto", stimato di magnitudo 5.

 Oltre all'accumulo diretto di polvere sui pannelli, i cambiamenti stagionali previsti sulla Elysium Planitia nei prossimi mesi porteranno ad aumentare il contenuto di polvere nell'aria, riducendone la trasparenza, dome dimostrato nel grafico seguente. Questo ovviamente comprometterà ulteriormente l'apporto di energia al lander.

Tau

Andamento dell'indice "Tau" di opacità atmosferica misurato dalle due telecamere di Insight da inizio missione. Recentemente, tale parametri si risalendo verso il valore 1, che corrisponde a una trasparenza atmosferica ridotta al 35%. - Credits: NASA/JPL-Caltech/Cornell/CAB

 Mentre gli sforzi passati hanno rimosso un po' di polvere, la missione avrebbe bisogno di un evento di pulizia dei pannelli più potente, come il passaggio di un "Dust Devil" (mulinello passeggero), per invertire la tendenza attuale.

 "Speravamo in un evento di pulizia come quelli che abbiamo visto accadere più volte ai rover Spirit e Opportunity", ha affermato Bruce Banerdt, investigatore principale di InSight presso il JPL; purtroppo, la zona di Elysium si è rivelata decisamente più tranquilla da questo punto di vista. In effetti, se solo il 25% dei pannelli di InSight fosse spazzato via dal vento, il lander guadagnerebbe circa 1000 wattora per sol, abbastanza per continuare a raccogliere dati scientifici. Invece, se la potenza continuerà a scendere alla velocità attuale, gli strumenti non sismici di InSight verranno raramente accesi dopo la fine di maggio.

 L'energia è prioritaria per il sismometro del lander, che funzionerà in orari selezionati del giorno, specialmente di notte, quando i venti sono deboli e rendono i terremoti sono più facili da rilevare. Il sismometro stesso dovrebbe essere spento entro la fine dell'estate, concludendo la fase scientifica della missione. A quel punto, il lander avrà ancora abbastanza potenza per operare, scattare foto occasionali e comunicare con la Terra. Ma il team si aspetta che intorno a dicembre la potenza sarà talmente bassa che, da un giorno all'altro, InSight smetterà semplicemente di rispondere.

 Le informazioni raccolte dal sismometro hanno permesso agli scienziati di misurare la profondità e la composizione della crosta, del mantello e del nucleo di Marte . Inoltre, InSight (abbreviazione di Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport) ha registrato dati meteorologici inestimabili e studiato i resti dell'antico campo magnetico di Marte. "InSight ha trasformato la nostra comprensione sull'interno dei pianeti rocciosi e ha posto le basi per missioni future", ha affermato Lori Glaze, direttore della Planetary Science Division della NASA. "Possiamo applicare ciò che abbiamo imparato sulla struttura interna di Marte alla Terra, alla Luna, a Venere e persino ai pianeti rocciosi in altri sistemi solari".