La navicella ha osservato l'evento con diversi strumenti: l'immagine in apertura è stata ripresa con la Polarimetric and Helioseismic Imager (PHI). L'Extreme Ultraviolet Imager (EUI) ha filmato il pianeta subito dopo che aveva lasciato il disco solare, mentre si stagliava davanti a strutture gassose nell'atmosfera della stella; qui sotto riportiamo il filmato, da cui è stato traatto un fotogramma utilizzato come "Immagine del giorno" l'altro ieri. Anche lo Spectral Imaging of the Coronal Environment (SPICE) ha osservato il transito. Questo strumento suddivide la luce proveniente dal Sole nei suoi colori costituenti per isolare la luce proveniente da diversi atomi nell'atmosfera inferiore.
"Non si tratta solo di guardare Mercurio che passa davanti al Sole ma passa davanti ai diversi strati dell'atmosfera", ha sottolineato nel comunicato Miho Janvier, Institut d'Astrophysique Spatiale, Francia, il vice scienziato del progetto SPICE.
Inoltre, per Solar Orbiter, questo particolare transito ha offerto una preziosa opportunità per calibrare gli strumenti: "È un oggetto nero conosciuto che viaggia attraverso il tuo campo visivo", ha detto Daniel Müller, scienziato del progetto Solar Orbiter presso l'ESA.

In passato i transiti planetari sono stati utilizzati dagli astronomi per calcolare le dimensioni del nostro Sistema Solare. Oggi sono una delle tecniche più fruttuose nella ricerca di pianeti extrasolari. Man mano che il pianeta si sposta sulla faccia della stella, la superficie luminosa vien marginalmente coperta dalla sagoma del pianeta e quindi diminuisce leggermente in luminosità. Questi passaggi si ripetono regolarmente e consentono di calcolare le dimensioni e l'orbita del pianeta.