Il "departure burn", alle 22:53 italiane, è stato effettuato usando i motori principali nel modulo europeo ed è durato 105 secondi; in questo modo, Orion ha modificato la propria velocità di 138 m/s, abbandonando l'orbita retrograda attorno alla Luna. Una seconda correzione avverrà il 5 dicembre, durante il secondo perilunio a 127 km sopra la superficie selenica, portando definitivamente Orion nella traiettoria di rientro a Terra. La splendida ripresa di Terra e Luna è stata effettuata 4 giorni fa, quando Orion ha raggiunto la massima distanza da noi. La porzione in basso è appunto il modulo di servizio ESA che contiene il propulsore "Orbital Maneuvering System" capace di una spinta di 2,7 tonnellate e destinato a bruciare nell'atmosfera; la navicella vera e propria, in alto, è invece dotata di scudo termico e dovrebbe ammarare nell'Oceano Pacifico l'11 dicembre.