La ripresa appare tridimensionale ed è di sbieco, non dall'alto come generalmente avviene per le immagini scattate con luce visibile; questo perché la tecnologia a "sintesi di apertura radar" fornisce i migliori risultati lontano dal nadir del satellite, sfruttando i ritardi e gli spostamenti doppler subiti dalle micro-onde che rimbalzano sulle superfici e tornano verso l'antenna sul satellite; quest'ultima, muovendosi a circa 7,5 km/s rispetto alla superficie terrestre, effettua osservazioni multiple "simulando" una antenna molto più grande, un po' come fanno le antenne di un radiointerferometro poste a grande distanza una dall'altra; questa tecnologia, prima appannaggio dei militari, consente di ottenere una risoluzione confrontabile con i satelliti ottici ma con il vantaggio di poter funzionare anche di notte e con una copertura nuvolosa!

 La compagnia californiana privata che fornisce questo servizio a pagamento, la Capella Space, ha già lanciato 4 esemplari in orbita, gli ultimi due nell'ambito del lancio multi-satellitare di Falcon-9 il 24 gennaio scorso, che peraltro portava altri 3 satelliti di questo tipo ma di altre compagnie; questi due sono i primi componenti di una sub-costellazione di 6 satelliti (Whitney), i cui prossimi due esemplari dovrebbero partire ad aprile; la costellazione completa conterà ben 30 satelliti. Si tratta di mini-satelliti (100 kg) dotati di un grande riflettore che si dispiega in orbita, come mostrato nella seguente illustrazione. Sarebbe bello averne uno in orbita attorno a Venere, per vedere dettagli di pochi decimetri sulla sua superficie, come facciamo con MRO su Marte!

CapSat

Credits: Capella Space