I Troiani, cosiddetti dal nome dagli eroi della guerra di Troia, sono oggetti che condividono la stessa orbita con un pianeta maggiore senza collidere mai con esso perché posizionati nei punti di Lagrange L4 e L5, situati 60° avanti e dietro il corpo celeste più grande. Queste sono due regioni estese nell'orbita di un pianeta dove la materia può rimanere intrappolata grazie all'attrazione gravitazionale combinata della stella e del pianeta. Sono molto comuni nel Sistema Solare, ne sono un esempio gli asteroidi di Giove, più di 12.000 corpi rocciosi che condividono la stessa orbita del gigante gassoso intorno al Sole. Perciò, gli astronomi hanno previsto che possano esistere anche i pianeti troiani in orbita attorno a una stella diversa dal Sole.

"Gli esotroiani [i pianeti troiani al di fuori del sistema solare] sono stati finora come unicorni: in teoria possono esistere, ma nessuno li ha mai visti", ha detto nel comunicato Jorge Lillo-Box, ricercatore senior presso il Center for Astrobiology e coautore della recente scoperta.

Ora, usando ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, gli scienziati hanno trovato prove concrete attorno alla stella chiamate PDS 70.

Lo studio è stato pubblicato su Astronomy & Astrophysics.

 

Esotroiano, pianeta in formazione o pianeta distrutto?

PDS 70 o V1032 Centauri è una giovanissima stella della costellazione del Centauro, situata a circa 370 anni luce dalla Terra. È nota per ospitare  due pianeti giganti simili a Giove, PDS 70b e PDS 70c. Tuttavia, analizzando i dati di archivio di ALMA, il Team ha individuato una nube di detriti nella posizione dell'orbita di PDS 70b in cui si prevede si possano trovare i troiani. In particolare, gli astronomi hanno rilevato un segnale debole da una delle zone lagrangiane di PDS 70b, che indica la possibile presenza di materia con una massa fino a circa due volte quella della Luna.

Il team ritiene che questa nube di detriti potrebbe indicare un mondo troiano o un pianeta in via di formazione in questo sistema. “Chi potrebbe immaginare due mondi che condividono la durata dell'anno e le condizioni di abitabilità? Il nostro lavoro è la prima prova che questo tipo di mondo potrebbe esistere", ha detto Balsalobre-Ruzauna, la studentessa del Centro di astrobiologia di Madrid, in Spagna, che ha guidato la ricerca. "Possiamo immaginare che un pianeta possa condividere la sua orbita con migliaia di asteroidi come nel caso di Giove ma per me è strabiliante pensare che due pianeti possano condividere la stessa orbita". In alternativa, il materiale potrebbe anche essere ciò che resta di un pianeta distrutto.

"La nostra ricerca è il primo passo per cercare pianeti coorbitali in epoche molto iniziali di formazione", ha spiegato la coautrice Nuria Huélamo, ricercatrice senior presso il Center for Astrobiology. "Apre nuove domande sulla formazione dei troiani, su come si evolvono e quanto sono frequenti nei diversi sistemi planetari", ha aggiunto Itziar De Gregorio-Monsalvo, capo dell'Ufficio dell'ESO per la scienza in Cile, che ha contribuito alla ricerca.

In ogni caso, per confermare definitivamente la scoperta, l'equipe dovrà attendere fino a dopo il 2026, quando ALMA potrà puntare nuovamente verso PDS 70b per vedere se la sua nube gemella di detriti si è mossa in modo significativo lungo l'orbita.