Scritto: Venerdì, 17 Febbraio 2023 12:50 Ultima modifica: Venerdì, 17 Febbraio 2023 13:34

I buchi neri potrebbero essere la fonte della misteriosa energia oscura


Le osservazioni di buchi neri supermassicci al centro delle galassie indicano una probabile fonte di energia oscura: il 70% della della massa-energia "mancante" dell'universo.

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​NGC 524 è una galassia nella costellazione dei Pesci ed è una delle galassie osservate in questo studio.
​NGC 524 è una galassia nella costellazione dei Pesci ed è una delle galassie osservate in questo studio.
Crediti: ESA/Hubble

Quando gli astronomi hanno scoperto che l'universo si sta espandendo a un ritmo accelerato, hanno teorizzato che una forza sconosciuta stesse spingendo gli oggetti più lontano, superando la gravità. Questa ipotetica forma di energia è stata chiamata "oscura" ed è collegata a un concetto che Einstein aveva proposto ma successivamente scartato: una "costante cosmologica" che si opponeva alla gravità e impediva all'Universo di collassare.
Ad oggi, l'energia oscura ancora sfugge ai nostri attuali metodi di rilevazione, lasciando solo evidenze sperimentali. Oltretutto, finora nessuno ne ha compreso l'origine. Ma adesso, un team di 17 ricercatori internazionali guidati dall'Università delle Hawaii ha identificato la prima prova di una probabile fonte: i buchi neri.

I buchi neri acquisiscono massa in due modi: accrescimento di gas e fusioni con altri buchi neri. Ma studiando nove miliardi di anni di evoluzione dei buchi neri nelle galassie ellittiche giganti dormienti, gli scienziati hanno scoperto che i buchi neri più antichi sono molto più grandi di quanto dovrebbero essere basati in base ai suddetti metodi di crescita. Ciò significa che ci deve essere un altro modo in cui questi buchi neri stanno acquistando massa. I ricercatori suggeriscono che la risposta è l'energia oscura, una forma di energia del vuoto, "un tipo di energia inclusa nello spaziotempo stesso... [che] allontana ulteriormente l'universo, accelerando l'espansione", secondo il comunicato.

Il coautore dello studio, il dottor Dave Clements, del Dipartimento di fisica dell'Imperial College London, ha dichiarato: "Questo è un risultato davvero sorprendente. Abbiamo iniziato osservando come i buchi neri crescono nel tempo e potremmo aver trovato la risposta a uno dei più grandi problemi in cosmologia".

Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.

 

Gravità vs energia oscura

Negli anni '90 del secolo scorso si è scoperto che l'espansione dell'Universo sta accelerando: tutto si sta allontanando da tutto il resto a un ritmo sempre più veloce. Un concetto difficile da spiegare visto che l'attrazione gravitazionale tra tutti gli oggetti cosmici dovrebbe rallentare l'espansione. L'introduzione del concetto di energia oscura offre una risposta al dilemma ma non del tutto. I buchi neri, infatti, hanno una gravità talmente forte che è difficile da contrastare, specialmente al centro, dove tutto sembra rompersi in un fenomeno chiamato "singolarità".

Il nuovo risultato mostra che i buchi neri guadagnano massa in modo coerente con il loro contenuto di energia del vuoto, fornendo una fonte di energia oscura ed eliminando la necessità che si formino singolarità al loro centro. Tale conclusione è stata raggiunta studiando nove miliardi di anni di evoluzione del buco nero.

Crescita di un buco nero

I buchi neri si formano quando le stelle massicce giungono alla fine della loro vita. Quando si trovano al centro delle galassie, vengono chiamati buchi neri supermassicci. Questi contengono da milioni a miliardi di volte la massa del nostro Sole al loro interno in uno spazio relativamente piccolo, creando una gravità estremamente forte.

Questi mostri cosmici possono diventare ancora più mostruosi e aumentare di dimensioni accumulando materia, ad esempio inghiottendo stelle che si avvicinano troppo o fondendosi con altri buchi neri. Per scoprire se questi effetti da soli potrebbero spiegare la crescita dei buchi neri supermassicci, il team ha esaminato i dati che coprono nove miliardi di anni.

I ricercatori hanno esaminato un particolare tipo di galassie chiamate galassie ellittiche giganti, che si sono evolute all'inizio dell'Universo e poi sono diventate dormienti. Le galassie dormienti hanno finito di formare stelle, lasciando poco materiale per l'accrescimento del buco nero al loro centro, il che significa che qualsiasi ulteriore crescita non può essere spiegata da questi normali processi astrofisici.

Il confronto di galassie lontane (giovani) con le galassie ellittiche locali (vecchie e morte) ha mostrato una crescita dei buchi meri molto più grande di quella prevista per accrescimento o fusioni: i buchi neri di oggi sono 7-20 volte più grandi di quanto non fossero nove miliardi di anni fa.


Accoppiamento

Ulteriori misurazioni con popolazioni correlate di galassie in diversi punti dell'evoluzione dell'Universo mostrano un buon accordo tra le dimensioni dell'Universo e la massa dei buchi neri. 
Questa è la prima prova osservativa che i buchi neri contengono effettivamente energia del vuoto e che sono "accoppiati" all'espansione dell'Universo, aumentando di massa man mano che l'Universo si espande, un fenomeno chiamato "accoppiamento cosmologico". Se ulteriori osservazioni lo confermeranno, l'accoppiamento cosmologico ridefinirà la nostra comprensione di cosa sia un buco nero.

"Non è che altre persone non abbiano proposto fonti di energia oscura", ha detto il primo autore dello studio Duncan Farrah, astronomo dell'Università delle Hawaii, "ma questo è il primo documento osservativo in cui non stiamo aggiungendo nulla di nuovo all'Universo come fonte di energia oscura: buchi neri nel sistema della teoria della gravità di di Einsteinsono l'energia oscura''.

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Letto: 669 volta/e Ultima modifica Venerdì, 17 Febbraio 2023 13:34

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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