L'analisi dei dati ottenuti nelle ultime due settimane dal team investigativo del Double Asteroid Redirection Test (DART) della NASA mostra che l'impatto cinetico del veicolo spaziale con il suo asteroide bersaglio, Dimorphos, ha effettivamente alterato con successo l'orbita dell'asteroide attorno a Didymos, riducendone il periodo di rivoluzione di ben 32 minuti! A conti fatti, questo corrisponde a una variazione di oltre 7 mm/s nella velocità orbitale di 17,5 cm/s dell'asteroide attorno al centro di massa comune con Didymos.
Questa immagine del telescopio spaziale Hubble della NASA dell'8 ottobre 2022 mostra i detriti espulsi dalla superficie di Dimorphos, 285 ore dopo che l'impatto. La doppia coda è un elemento nuovo e intrigante ancora oggetto di studio. L'immagine abbraccia una regione ampia circa 10000 km. - Crediti: NASA/ESA/STScI/Hubble
In apertura della conferenza, l'amministratore della NASA Bill Nelson ha dichiarato: “Tutti noi abbiamo la responsabilità di proteggere il nostro pianeta natale. Dopotutto, è l'unico che abbiamo. Questa missione mostra che la NASA sta cercando di essere pronta per qualsiasi cosa l'universo ci getti addosso [...] Questo è un momento spartiacque per la difesa planetaria e per tutta l'umanità, a dimostrazione dell'impegno dell'eccezionale team della NASA e dei partner di tutto il mondo".
Nelson ha poi ceduto la parola al presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giorgio Saccoccia, il quale ha presentato, tra l'altro, un paio di emozionanti animazioni dei momenti immediatamente precedenti e successivi all'impatto, ripresi dalla sotto-sonda italiana LICIACube, separatasi dalla sonda madre americana 15 giorni prima. Questo link contiene l'animazione, qui sotto ne riportiamo due fotogrammi significativi: il primo ripreso 8 secondi prima del massimo avvicinamento, da una distanza di 76 km da Dimorphos, il secondo mostra la scena ripresa in controluce 15 secondi dopo, da una distanza di 71 km in allontanamento.
Prima dell'impatto di DART, Dimorphos impiegava 11 ore e 55 minuti per orbitare attorno al comune baricentro insieme al suo fratello maggiore Didymos. Dopo la collisione del il 26 settembre, gli astronomi hanno utilizzato sia i telescopi ottici che i radiotelescopi sulla Terra per misurare quanto è cambiato questo intervallo di tempo, che ora risulta pari a 11 ore e 23 minuti, con una incertezza di ±2 minuti. Si tratta di una variazione del 4,5%, il triplo del valore ritenuto più verosimile e oltre 25 volte il requisito minimo di 73 secondi richiesto per la missione.
"Questo risultato è un passo importante verso la comprensione dell'effetto completo dell'impatto di DART con il suo asteroide bersaglio", ha affermato Lori Glaze, direttore della Planetary Science Division della NASA presso la sede centrale della NASA a Washington. “Man mano che nuovi dati arrivano ogni giorno, gli astronomi saranno in grado di valutare meglio se e come una missione come DART potrebbe essere utilizzata in futuro per aiutare a proteggere la Terra da una collisione con un asteroide se mai ne scoprissimo uno che si dirige verso di noi".
La curva di luce ottenuta nei 10 giorni successivi all'impatto, durante una campagna osservativa internazionale che ha coinvolto diversi osservatori nel mondo. In alto è possibile vedere la curva completa con indicazione dei momenti delle eclissi previsti senza e con la variazione di periodo (frecce in verde e giallo, rispettivamente) mentre in basso vediamo il dettaglio per due di queste eclissi
Questi risultati sono pienamente confermati da una serie misura completamente indipendente, ottenuta grazie agli echi radar ottenuti dalle antenne di Goldstone in California e di Green Bank in West Virginia. Si stanno ancora accumulando osservazioni di questo tipo quotidianamente, per migliorarne la precisione.
Due immagini radar di Didymos (macchia più grande e orizzontale) e Dimorphos (puntiforme) a distanza di 5 giorni una dall'altra; in azzurro l'orbita di quest'ultimo. Se il periodo non fosse variato, Dimorphos sarebbe dovuto apparire nelle posizioni indicate dai cerchi rossi e non quelli verdi - Processing: Marco Di Lorenzo
L'attenzione ora si sta spostando sulla misurazione dell'efficienza del trasferimento di quantità di moto dalla collisione a (22500 chilometri orari di DART con il suo obiettivo. Ciò include un'ulteriore analisi degli "ejecta", le molte tonnellate di roccia asteroidale spostate e lanciate nello spazio dall'impatto. Il rinculo di questa esplosione di detriti ha notevolmente migliorato l'efficacia spinta di DART contro Dimorphos, una sorta di effetto razzo che ha determinato la variazione di periodo maggiore del previsto.
Una delle immagini migliori della coppia Didymos-Dimorphos, ripresa dalla sonda DART circa 150 secondi prima dell'impatto. - Credits: NASA
"DART ci ha fornito alcuni dati affascinanti sia sulle proprietà degli asteroidi che sull'efficacia di un impattatore cinetico come tecnologia di difesa planetaria", ha affermato Nancy Chabot, responsabile del coordinamento DART. "Il team DART sta continuando a lavorare su questo ricco set di dati per comprendere appieno questo primo test di difesa planetaria della deflessione degli asteroidi". Per questa analisi, gli astronomi continueranno a studiare le immagini di Dimorphos dall'approccio terminale di DART e dal Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids (LICIACube), per valutare la massa e la forma dell'asteroide. Tra circa quattro anni, il progetto Hera dell'Agenzia spaziale europea prevede un dettagliato sopralluogo, specialmente sul cratere lasciato dalla collisione di DART, con una misurazione precisa della massa di Dimorphos.