É dal 2021 che la Blue Origin produce celle solari e cavi di trasmissione da simulanti di regolite e ora, la compagnia di Jeff Bezos afferma di aver compiuto importanti progressi nello sviluppo dei pannelli solari.
Il 10 febbraio ha presentato un aggiornamento del progetto "Blue Alchemist" il cui obiettivo è utilizzare la regolite lunare in situ per ottenere sottoprodotti utili all'indipendenza vitale ed energetica dei futuri avamposti sul nostro satellite.
"Per rendere praticabile la presenza a lungo termine sulla Luna, abbiamo bisogno di abbondante energia elettrica. Possiamo realizzare sistemi di alimentazione sulla Luna direttamente dai materiali che esistono ovunque sulla superficie, senza sostanze speciali portate dalla Terra. Abbiamo aperto la strada alla tecnologia e dimostrato tutti i passaggi. Il nostro approccio, Blue Alchemist, può essere scalabile all'infinito", spiega il comunicato.
Come funziona Blue Alchemist
In questa fase, il progetto viene testato sulla Terra. Inizia creando simulanti di regolite (polvere, ghiaia e altri materiali sbriciolati), chimicamente e mineralogicamente equivalenti alla regolite lunare, tenendo conto della variabilità lunare rappresentativa nella dimensione dei grani e nella chimica di massa. "Ciò garantisce che il nostro materiale di partenza sia il più realistico possibile", spiega la compagnia. "Abbiamo sviluppato e qualificato un processo efficiente, scalabile e senza contatto durante la fusione e lo spostamento della regolite fusa", per mantenerne le proprietà. Dalla regolite fusa vengono estratti il ferro, il silicio e l'alluminio attraverso l'elettrolisi. L'ossigeno, che separato dagli altri elementi diventa un sottoprodotto, può essere impiegato per la propulsione e il supporto vitale.
"Il nostro sottosistema di trasporto proprietario sposta e separa il materiale fuso a temperature superiori a 1600 gradi Celsius in modo controllato ed efficiente dal punto di vista energetico, resistendo all'ambiente corrosivo ad alta temperatura"
"L'elettrolisi estrae il ferro, quindi il silicio e infine l'alluminio facendo passare una corrente attraverso la regolite fusa. Le bolle di ossigeno in aumento in uno dei nostri reattori mostrano metalli e metalloidi separati dall'ossigeno. La nostra geometria del reattore, l'approccio all'estrazione del metallo e la selezione dei materiali consentiranno operazioni lunari sostenute".
"Il processo purifica il silicio a oltre il 99,999%", dice la compagnia e "questo livello di purezza è necessario per realizzare celle solari efficienti".
"Mentre i tipici metodi di purificazione del silicio sulla Terra utilizzano grandi quantità di sostanze chimiche tossiche ed esplosive, il nostro processo utilizza solo la luce solare e il silicio del nostro reattore".
"Il nostro nuovo processo fabbrica celle solari, compreso il vetro di copertura, utilizzando solo i prodotti del nostro reattore. Queste cellule longeve resistono al degrado causato dalle radiazioni sulla Luna. Qui [a sinistra] mostriamo la fusione del silicio e la deposizione di uno strato sottile".
Il vetro di copertura è necessario perché altrimenti le celle solari nel duro ambiente lunare avrebbero solo pochi giorni di vita. La Blue Origin dichiara, invece, che con tale accorgimento potranno durare più di un decennio.
Questa tecnologia, secondo quanto spiegato dalla stessa compagnia, produce celle solari con zero emissioni di carbonio, senza acqua e senza ingredienti tossici o altri prodotti chimici e pertanto ha un grande potenziale anche per applicazioni sulla Terra.