I sistemi automatizzati a bordo di Gaia riconoscono e trasmettono in tempo reale a Terra i dati sul passaggio di particelle ionizzanti attraverso i sensori di immagine del telescopio astrometrico. La mattina del 16 febbraio, un brillamento solare di classe X2.5 si è generato da una regione attiva del Sole, emettendo un lampo di raggi X che, 8 minuti dopo, ha investito il veicolo producendo una cascata di elettroni secondari, evidenti nel primo breve picco di radiazione durato complessivamente 5 minuti e ingrandito nel grafico in basso a sinistra. Venticinque minuti dopo questo primo impulso, sono giunte le prime particelle cariche prodotte dall'eruzione, che si muovevano a 1/4 della velocità della luce, dunque erano quasi relativistiche; il flusso ha poi raggiunto il massimo circa 1,3 ore dopo il primo picco ed è decaduto esponenzialmente nell'arco di 10 ore, come illustrato nel grafico integrale e nel diagramma schematico in alto.