La procedura di "collision avoidance" è iniziata poco dopo le 23 ora italiana, quando i motori del cargo russo Progress MS-14 sono stati accesi per 150 secondi, imprimendo una variazione di velocità di 0,23 m/s; nel frattempo, l’equipaggio della missione 63 si trasferiva per precauzione nella capsula Sojuz MS-16, pronti ad un un eventuale rientro di emergenza sulla Terra che non si è reso necessario.

 Le immagini riprese da una telecamera montata sul traliccio centrale della ISS riprendono a sinistra la stazione ancora illuminata dal Sole (in primo piano a destra in basso i radiatori, a sinistra una Soyuz e sopra di essa la falce lunare); nella porzione destra, scattata alcuni minuti dopo quando la ISS era entrata nell'ombra della Terra, la stessa inquadratura dove adesso si intravedono i propulsori accesi della Progress (ingranditi dallo zoom nel riquadro). Il detrito, un frammento del vettore giapponese H-2A F40 lanciato due anni fa, è passato a pochi km dalla stazione a una velocità relativa di 14,6 km/s, sopra il Pacifico meridionale, mentre in Italia erano passati 21 minuti dalla mezzanotte.

 I dati preliminari indicano che il "reboost" dell'orbita è stato di quasi 1 km ed ha influenzato la quota di apogeo, con conseguente innalzamento dell'eccentricità. Grazie a questa manovra non pianificata, la ISS ha praticamente uguagliato il record di altezza media che aveva stabilito a inizio aprile, 420,5 km sull'equatore, come illustrato dal seguente grafico. Ulteriori dettagli e aggiornamenti sull'orbita della ISS sono reperibili nella nostra rubrica dedicata.

ISS 2020h

data Source: Celestrak/T.S.Kelso - Processing/Plots: Marco Di Lorenzo