Insieme a quelle di tipo O, le stelle B sono tra le più massicce e calde nella sequenza principale (3÷15 masse solari e 11-30 migliaia di gradi, rispettivamente). Il 20% di esse rientrano nella categoria Be, un sottogruppo che esibisce le righe in emissione della serie Balmer, indicatrici della presenza di idrogeno in un disco circumstellare in rapida rotazione, la cui origine non è chiara. L'ipotesi prevalente, supportata in qualche caso dalla presenza di compagne depauperate di massa, è che il disco provenga dal trasferimento di massa in sistemi binari stretti.

 Ora un nuovo studio condotto da un team internazionale, pubblicato sulle "Montly Notices" della Royal Astronomical Society, suggerisce che questo fenomeno di trasferimento sia dovuto dall'appartenenza ad un sistema triplo, in cui il terzo componente lo agevole tramite un meccanismo chiamato “binary hardening”, che provocherebbe la migrazione del secondo componente verso l’interno.

 Lo studio prende le mosse dai cataloghi Gaia DR2 e DR3 e analizza in particolare la cosiddetta "anomalia nel moto proprio", indicatrice della possibile presenza di sistemi binari non risolti. L'analisi ha indicato una evidente carenza di sistemi binari ma solo per separazioni apparenti medio-piccole: nell'intervallo tra 0,02 e 0,7 secondi d'arco, infatti, si passa dal 42% di sistemi binari nelle stelle B al 28% per quelle Be. Dato che tali separazioni sono ancora troppo ampie per consentire un trasferimento di massa dalla compagna alla stella principale, l'ipotesi è che nei sistemi Be la compagna "mancante" sia stata spinta verso regioni più interne grazie alle perturbazioni di un terzo componente stellare non direttamente rivelato.