Nel mondo degli asteroidi NEO si verificano spesso strane coincidenze e in più occasioni il passaggio di grossi oggetti, noti già da tempo e a lungo attesi, viene "rovinato" dall'apparizione fugace e inaspettata di un oggetto più piccolo ma molto più insidioso. L'esempio più celebre, che abbiamo citato più volte, fu l'asteroide di circa 17 metri all'origine al bolide di Chelyabinsk; egli entrò addirittura nell'atmosfera il 15 febbraio 2013, disintegrandosi nei cieli della cittadina russa solo 16 ore prima che l'asteroide Duende (sui 55 metri di diametro) passasse a 27700 chilometri sopra la superficie terrestre. La coincidenza sembrava troppo perfetta per essere frutto del caso e, anche se inizialmente fu esclusa una connessione tra i due eventi, in seguito qualcuno ha espresso leggittimi sospetti al riguardo.

 Adesso la storia sembra ripetersi perchè, 15 ore prima del passaggio alla minima distanza di 1998 OR2, una "montagna" di almeno 2 km di diametro, un minuscolo asteroide scoperto intorno a mezzogiorno di ieri è appena passato a una distanza veramente ridotta, soli 36400 km di altezza alle 20:49:20 italiane (per la precisione, 42764±64 km dal centro della Terra). Guarda caso, questa è anche la distanza a cui si trovano i satelliti in orbita geostazionaria e, in effetti, pare che l'asteroide abbia sfiorato uno di questi manufatti (nome in codice OPS 7329, lanciato nel 1970 e non più operativo); l'asteroide sarebbe passato 1200 km sotto di esso e, per ora, non si ha notizia di satelliti danneggiati. Il nome di questo "proiettile" è 2020 HS7 e le dimensioni stimate oscillano tra quelle di un'automobile e quelle di un piccolo camion (4-9 metri di diametro).

2020 HS7 orbit

Credits: IAU/Mino Planet Center

 In alto, l'orbita di 2020 HS7 decisamente allungata e che si avvicina anche a Venere e Marte. In basso, la traiettoria geocentrica in verde, con divisioni per ogni ora); quella superiore è la vista nella stessa direzione del moto dell'asteroide, quella inferiore è nella direzione del movimento orbitale terrestre (il Sole è a sinistra). Va detto che la traiettoria è solo indicativa e non tiene conto della deviazione dovuta alla gravità terrestre (che dovrebbe invece essere vistosa, data la distanza ravvicinata e la velocità non eccessiva dell'oggetto).

2020 HS7

Credits: IAU/Mino Planet Center

 Si tratta del quarto passaggio più ravvicinato negli ultimi 12 mesi e la velocità rispetto a noi era di 15,6 km/s, quasi il doppio di quella di 1998 OR2, segno che le orbite sono nettamente diverse e dunque, in questo caso, non c'è alcuna parentela ma è stata solo l'ennesima impressionante coincidenza.

 Torniamo al protagonista degli ultimi giorni, il gigante (52768) 1998 OR2, di cui Elisabetta Bonora ha peraltro già parlato in un suo recente articolo. Va sottolineata l'eccezionalità dell'evento perchè non accade spesso che asteroidi così grandi passino vicino a noi: in media, tra gli oggetti più grandi di un paio di km (magnitudine assoluta H<16), uno ogni 4 anni passa entro 0,05 unità astronomiche da noi; l'ultimo è passato nel 2017, si chiamava Florence ed era un po' più grande di 1998 OR2.

 La seguente animazione, ripresa dal "solito" Gianluca Masi con il Virtual Telescope intorno alle 23 ora italiana del 24 aprile, mostra l'asteroide in rapido movimento (qui ulteriormente accelerato) tra le stelle dell'Idra, mentre era a 8,4 milioni di km da noi e brillava con magnitudine apparente 12,1.

1998OR2 24apr2020b ss

Credit: Dr. Giuanluca Masi (Virtual Telescope Project) - Processing: Marco Di Lorenzo

 In apertura, i fotogrammi tratti da una animazione con le osservazioni radar fatte da Arecibo 10 giorni fa. Mentre l'asteroide ruota, si riconoscono facilmente alcune caratteristiche tra cui il grosso cratere che lo fa vagamente somigliare ad un viso che indossa una mascherina anti-contagio (!):

  Questa è la proiezione in cielo della sua traiettoria apparente (il cerchio giallo indica la posizione attuale):

1998 OR2 ESAmap

Credits: http://astro.vanbuitenen.nl/

 Come si vede, l'oggetto è da poco transitato nell'emisfero meridionale e, al momento del massimo avvicinamento, sarà sulla verticale dell'Australia orientale, quindi completamente inosservabile dalle nostra parti. Questo è mostrato nella seguente mappa con la "ground-track" sulla superficie terrestre:

1998 OR2 ESA track

Proiezione della verticale tracciata da 1998 OR2 sulla superficie terrestre, a partire da 1 giorno prima e fino a 12 ore dopo il massimo avvicinamento. - Credits: ESA  Neo's Coordination Centre - CC BY-SA 3.0 IGO)

 Dopo l'incontro, la traiettoria dell'asteroide subirà una inevitabile, leggera modifica per effetto del campo gravitazionale terrestre. Di seguito, un confronto tra i principali parametri dell'orbita prima e dopo l'evento:

1998 OR2 ESA orbit

Variazione dell'orbita (in alto) e proiezione di essa sul piano dell'eclittica (in basso). - Credits: ESA  Neo's Coordination Centre - CC BY-SA 3.0 IGO) - Processing: Marco Di Lorenzo

 L'orbita di 1998 OR2 era già conosciuta con grande precisione prima dell'incontro attuale, perchè l'asteroide è stato osservato su un intervallo temporale molto ampio. Infatti, non solo era stato scoperto ed osservato già nel 1998 ma, grazie alla sua luminosità elevata, è stato possibile rintracciarlo in 3 immagini scattate un paio di anni prima all'osservatorio Steward/Spacewatch di Kitt Peak e, addirittura, in un paio di immagini  scattate nel lontano 1987 a Siding Spring (DSS). Adesso le osservazioni nel visibile si stanno moltiplicando e il totale ha ormai superato le 4500 misure astrometriche, cui vanno aggiunto le misure radar in corso, estremamente precise. Pertanto, l'orbita sta diventando una delle meglio conosciute tra gli asteroidi NEO, con una incertezza sul semiasse maggiore che già adesso ammonta a soli 500 metri. Attualmente, la stima sulla distanza minima raggiunta è di 6290371.6±8.9 km alle ore 9:55:49 UTC ma sappiamo che, in futuro, verrà a trovarci di nuovo e in un paio di occasioni passerà ancora più vicino: 1,77 milioni di km nel 2079 e 2,51 milioni di km nel 2127, sempre alla data del 16 Aprile.

 Arrivederci, 1998 OR2!

 

Riferimenti:

https://www.nasa.gov/feature/small-asteroid-to-safely-fly-by-earth

https://cneos.jpl.nasa.gov/news/news206.html