Chiamato Advanced Composite Solar Sail System, o ACS3, verrà lanciato a bordo del razzo Electron di Rocket Lab dal Launch Complex 1 a Māhia, in Nuova Zelanda, non prima del 24 aprile. L'obiettivo principale della missione è testare il dispiegamento della vela solare utilizzando nuovi bracci in materiali compositi a forma di tubo, destinati a dispiegarsi e per tendere quattro fogli triangolari molto sottili che formano una sorta di aquilone, più rigido e leggero rispetto alla tecnologia precedente. In pratica, i bracci estensibili sono grandi come un pugno di una mano ma possono srotolarsi raggiungendo i 7 metri di lunghezza.

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M. Perez, ingegnere della NASA, ispeziona la navicella ACS3 - Credits: NASA/Brandon Torres
 

 Questo dispiegamento in orbita porterà il veicolo dalle dimensioni di un forno a micro-onde a quelle di un piccolo appartamento (80 m2) in meno di 30 minuti.  Le vele solari, che spingono i carichi sfruttando la pressione della luce solare, hanno acquisito slancio negli ultimi anni come alternativa conveniente ai razzi convenzionali a propulsione chimica. Sebbene lieve, la spinta fotonica consente di accelerare gratuitamente e costantemente nel tempo, fino a raggiungere nell'arco di mesi velocità confrontabili con i razzi convenzionali. 

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Immagini simulate della vela dispiegata in orbita- Credits: NASA/Brandon Torres
 Dopo aver raggiunto la sua orbita eliosincrona, a circa 1000 chilometri di altezza, il mini-satellite (un cubesat di tipo 6U, ovvero circa 30x30x12 cm) inizierà a srotolare i suoi bracci compositi, che costituiscono le diagonali della vela polimerica. Le telecamere a bordo monitoreranno la forma e la simmetria della vela durante il dispiegamento, che dovrebbe apparire luminosa come Sirio, vista da Terra se le condizioni di illuminazione sono favorevoli. Alan Rhodes, ingegnere capo della missione, ha dichiarato: "La speranza è che le nuove tecnologie verificate su questo veicolo spaziale ispirino altri ad usarle in modi che non abbiamo nemmeno considerato."

 Di seguito, gli schemi tecnici sulla struttura del "cubesat" (a sinistra) e della vela dispiegata (a destra), aggiunti dopo la prima pubblicazione di questo articolo.

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Credits: J.fernandez Et Al./american Institute Of Aeronautics And Astronautics - Improvement By Marco Di Lorenzo