Peregrine era partita l’8 gennaio da Cape Canaveral, a bordo del nuovo razzo Vulcan-Centaur, come raccontato da Massimo Martini qualche giorno fa. Qui sopra, a sinistra, è riportata una immagine di 3 minuti di esposizione ripresa 7 ore dopo il lancio con un telescopio di 25cm; Peregrine (al centro) appariva come una stellina di 15a magnitudine, quando la distanza era circa 80000 km dalla Terra. Dopo l'immissione in una traiettoria di trasferimento, il lander sarebbe dovuta atterrare sulla Luna il 23 febbraio (immagine sottostante) ma, a poche ore dal lancio, la mancata chiusura di una valvola del sistema di pressurizzazione ha danneggiato un serbatoio causando la perdita di carburante. La missione è stata così compromessa e, quando finirà il propellente, la navicella non sarà più in grado di stabilizzarsi e puntare i suoi pannelli solari verso il Sole e accumulare energia. Per questo, si sta responsabilmente pensando di distruggerla facendola bruciare nell'atmosfera terrestre, al suo ritorno lungo la traiettoria ellittica (porzione destra dell'immagine di apertura).

Traiettoria inizialmente prevista per Peregrine - Credits: ULA/NASA/Astrobotic
 

 Nonostante queste difficoltà, che all'inizio avevano fatto temere una perdita totale delle comunicazioni e dell'energia a causa dell'assetto fuori controllo, il team della compagnia costruttrice Astrobotic ha lavorato instancabilmente per stabilizzare il veicolo, accendere tutti i carichi utili attivi e consentirne la raccolta dei dati.

 Peregrine trasporta 20 carichi utili, nove dei quali stanno funzionando correttamente e inviano dati sulla Terra. Tra questi, ci sono quattro esperimenti della Nasa che fanno parte del programma Commercial Lunar Payload Services (Clps). Gli strumenti Lets (Linear Energy Transfer Spectrometer) e Nss (Neutron Spectrometer System) stanno misurando le radiazioni nell’ambiente tra la Terra e la Luna (spazio cislunare), fornendo «dati complementari sull’attività dei raggi cosmici e sulla meteorologia spaziale derivante dall’attività solare» ha dichiarato la Nasa, una preziosa conoscenza tecnica per le future consegne sulla Luna del programma Clps.

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La prima immagine inviata a Terra da Peregrine mostrava una piega anomala dell'isolamento multistrato, a causa della perdita di carburante. - Credits: Astrobotics

 Altri carichi utili che stanno generando dati sono il Ndl (Navigation Doppler Lidar) della Nasa per la misurazione delle distanze, il piccolo rover lunare Iris dell’Università Carnegie Mellon, i micro-rover Colmena dell’Agenzia Spaziale Messicana (Aem), il rilevatore di radiazioni M-42 dell’Agenzia Spaziale Tedesca (Dlr) e il sensore ottico di precisione per atterraggio autonomo di Astrobotic. Il modulo che contiene messaggi di bambini di tutto il mondo, la Lunar Dream Capsule dell’azienda giapponese Astroscale, è acceso ma non genera dati, mentre gli altri carichi utili sono passivi.

«I payload funzionanti stanno dimostrando la capacità operativa nello spazio e i loro team stanno analizzando l’impatto di questo sviluppo – ha dichiarato Astrobotic in una nota – Siamo orgogliosi della squadra che segue la missione per aver realizzato questa incredibile impresa in circostanze così difficili».

 Peregrine continua a perdere propellente, ma ora a un ritmo molto lento, e l'altro ieri si è riusciti persino ad accensione di uno dei motori principali per 200 millisecondi. Tuttavia, a causa dell'anomalia, il rapporto carburante/ossidante è ben al di fuori del normale intervallo operativo dei motori principali, rendendo impossibili lunghe combustioni controllate; ci si limiterà a usarli per mantenere il corretto orientamento dei pannelli solari ed eseguire piccole manovre.

Anche se si ritiene che il veicolo potrebbe operare ancora per diverse settimane, eventualmente innalzando l'orbita, si è deciso di utilizzare la capacità di bordo del veicolo per terminare la missione in modo responsabile e in sicurezza, in considerazione lo stato anomalo del sistema di propulsione.

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Immagine inviata pochi giorni fa da Peregrine, con le ruote del rover Iris in evidenza e a sinistra un serbatoio con la bandiera americana (sovraesposta) – Crediti: Astrobotic - Processing: Marco Di Lorenzo

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Un'altra immagine telescopica di Peregrine, stavolta tenendo le stelle fisse; la curva apparente nella traiettoria della sonda è in realtà dovuta principalmente alla rotazione terrestre. Da notare la presenza di ben 3 asteroidi nel campo inquadrato, grande quanto le dimensioni apparenti della Luna. - Credits: Astrobotics

 Astrobotic sta lavorando con la NASA per continuare ad aggiornare e valutare il percorso di rientro controllato di Peregrine. Il rientro non dovrebbe comportare rischi per la sicurezza e la navicella brucerà nell'atmosfera terrestre. “Sono così orgoglioso di ciò che il nostro team ha realizzato con questa missione. È un grande onore essere testimone in prima persona degli sforzi eroici del nostro team di controllo missione nel superare enormi sfide per recuperare e far funzionare la navicella spaziale dopo l’anomalia di propulsione di lunedì. Non vedo l’ora di condividere queste, e altre storie straordinarie, dopo che la missione si sarà conclusa il 18 gennaio. Questa missione ci ha già insegnato tanto e mi ha dato grande fiducia che la nostra prossima missione sulla Luna otterrà un atterraggio morbido”, ha affermato l' Amministratore delegato, John Thornton.

La NASA, nel frattempo, ha annunciato che terrà una conferenza stampa giovedì prossimo, probabilmente dando conferma e dettagli su quanto abbiamo riportato qui sopra.