NASA Voyager 1: eliosfera diagramma

Credit: Southwest Research Institute

Nel 2012 il team della missione Voyager 1 aveva annunciato che la sonda era ufficialmente diventata il primo veicolo spaziale costruito dall'uomo ad aver raggiunto lo spazio interstellare.

Dopo una serie di notizie contrastanti, infatti, i dati mostravano che la Voyager stava viaggiando, da circa un anno, nel plasma, o gas ionizzato, presente nello spazio interstellare. La sonda si trovava dunque in una sorta di zona di transizione, sempre all'interno del nostro Sistema Solare, ma al di fuori dell'eliosfera, ossia di quella gigantesca bolla dominata dal campo magnetico della nostra stella e dal vento solare.

Ma nonostante siano passati due anni da quell'annuncio, le incertezze persistono ed alcuni sono convinti che la sonda si trovi ancora all'interno dell'eliosfera.

Ora, due scienziati del team Voyager hanno sviluppato un test che dovrebbe, una volta per tutte, chiarire la situazione.
Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters dell'American Geophysical Union.

Secondo il nuovo documento, nei prossimi due anni, la sonda attraverserà una zona chiamata "current sheet", o foglio di corrente o corrente eliosferica diffusa, dove cambia la polarità del campo magnetico solare.
Quest'ultimo ruota in direzione opposta ai poli e i due settori sono separati appunto da una sorta di campo, spesso circa 10.000 chilometri, che si estende per miliardi di chilometri e può essere inteso come una superficie spianata che si protende verso l’esterno dall'equatore del Sole, in cui la lenta rotazione del campo magnetico solare induce una corrente elettrica.

Ebbene se la Voyager dovesse attraversare il foglio di corrente eliosferica, allora i membri del team dovrebbero rilevare un'inversione nel campo magnetico che circonda la sonda.
Si prevede che tale situazione debba verificarsi entro 1 o 2 anni al massimo: se ciò accadrà, vorrà dire che la Voyager 1 si trova ancora all'interno dell'eliosfera, diversamente, sarà la conferma che sta già viaggiando nello spazio interstellare.

L'elemento determinante, che aveva convinto gli scienziati nel ritenere che la sonda aveva raggiunto lo spazio interstellare, è stato la densità del plasma, 40 volte superiore rispetto a quello incontrato nello strato esterno dell'eliosfera.

Ma in base ai modelli un oggetto in uscita dall'eliopausa dovrebbe sperimentare tre situazioni:
un forte aumento delle collisioni dei raggi cosmici
un calo drammatico delle particelle provenienti dal Sole
un cambiamento nella direzione del campo magnetico circostante

Ed è proprio quest'ultimo punto il pomo della discordia perché il cambiamento che tutti si aspettavano, non è ancora arrivato.
"Questa polemica continuerà fino a quando non avremo dei dati", ha detto Gloeckler, che ha lavorato alla missione Voyager dal 1972.

Gloeckler e il co-autore, Len Fisk, professore di scienze atmosferiche, oceaniche e spaziali presso l'Università del Michigan, stanno basando il loro test su un modello sviluppato all'inizio di quest'anno e pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal.

ON WHETHER OR NOT VOYAGER 1 HAS CROSSED THE HELIOPAUSE [abstract]

The Voyager 1 spacecraft is currently in the vicinity of the heliopause, which separates the heliosphere from the local interstellar medium. There has been a precipitous decrease in particles accelerated in the heliosphere, and a substantial increase in galactic cosmic rays (GCRs), suggesting easy escape of the former across the heliopause, and entry of the latter. The question is, has Voyager 1 actually crossed the heliopause and is it now in the interstellar medium? We contend that the evidence is inconclusive. The direction of the magnetic field observed by Voyager 1 is unchanged from the direction of the heliospheric magnetic field, and different from the expected direction of the interstellar magnetic field. However, the plasma density, which is measured from observations of plasma waves, is similar to the expected interstellar density and much larger than the solar wind plasma density observed by Voyager 2 (which has a working plasma detector) at smaller heliocentric distances than Voyager 1. In this paper, an analytic model is presented that is based upon and is consistent with all Voyager observations, and in which the higher plasma densities measured by Voyager 1 are due simply to compressed solar wind. Thus both the magnetic field and the plasma density observations are consistent with Voyager 1 still remaining well within the heliosheath. The model has a simple test: Voyager 1 should encounter a magnetic sector boundary crossing, where the behavior of particles accelerated in the heliosphere and the GCRs will be different from what Voyager 1 is now observing.

In pratica, sencodo i due ricercatori, la densità del plasma rilevata è dovuta al fatto che, ai confini dell'eliosfera, il vento solare rallenta e di conseguenza può essere compresso.

In ogni caso, non bisognerà attendere poi molto per verificare la nuova teoria, probabilmente tutto potrebbe svolgersi entro il 2015.

Il lato positivo è che sono tutti abbastanza in accordo nel considerare questo modello un buon test per mettere fine alla diatriba. D'altra parte, una conferma in tal senso aprirà la strada anche a nuove considerazioni.
Se i dati convalideranno le ipotesi di Gloeckler e Fisk, bisognerà allora capire se la Voyager non è mai passata realmente allo spazio interstellare o se è l'eliosfera che si sta espandendo, inglobando nuovamente la sonda.