Nell'emisfero settentrionale, il polo sud magnetico (il punto sulla superficie terrestre in cui l'ago della bussola si orienta verticalmente verso il basso) si è spostato nell'ultimo secolo di oltre 2300 km, migrando dal Nord del Canada verso la Siberia; nel farlo, ultimamente ha attraversato anche la linea di "cambio data" (il 180mo meridiano), avvicinandosi parecchio al polo nord geografico (meno di 380 km nel 2018). Il corrispondente spostamento nell'emisfero australe è stato meno marcato e sta rallentando invece di accelerare, tuttavia negli ultimi 50 anni ha portato il Polo Nord magnetico nell'oceano indiano, fuori dal continente antartico.

 Nelle mappe sono indicate anche le posizioni dei poli geomagnetici, che stavolta esibiscono spostamenti più contenuti e simmetrici poiché sono ricavati approssimando il campo magnetico globale con un semplice dipolo, il cui asse passa per il centro della Terra.

Anche l'intensità globale del campo magnetico terrestre, il cosiddetto "momento di dipolo", è scesa negli ultimi 100 anni dello 0,6% e attualmente vale 7,71·1022 A·m2, corrispondente al campo prodotto nel vuoto da una immaginaria spira di 1000 km di raggio, attraversata da una corrente di quasi 25 miliardi di Ampere. Questo indebolimento potrebbe preludere a una inversione dei poli magnetici ma, anche se così fosse, il processo avrebbe una scala temporale decisamente lenta (molte migliaia di anni). Inoltre, ci sono importanti deviazioni dal semplice modello di campo dipolare, la più importante è la celebre "Anomalia  Sud Atlantica" (SAA), descritta recentemente in un articolo scritto da Elisabetta Bonora per OggiScienza.

http://wdc.kugi.kyoto-u.ac.jp/poles/polesexp.html