Rieccoci a parlare, dopo un mese dall'ultimo aggiornamento, di questo oggetto straordinario, con la sua orbita allungatissima proveniente direttamente dal confine esterno della nube di Oort e che lo porterà ad avvicinarsi fino a poco oltre l'orbita di Saturno, tra 10 anni.

 Ieri, dopo un mese di attesa, il JPL ha finalmente pubblicato la nuova orbita; grazie all'aggiunta di 11 nuove osservazioni, essa è diventata almeno 5 volte più precisa ed assegna all'afelio una distanza di 71000 unità astronomiche, ovvero 1,12 anni luce, con una incertezza del 9% (intervallo di confidenza del 90%); si tratta di un valore leggermente inferiore alla stima precedente, ma sempre enorme dato che corrisponde ad un periodo di rivoluzione di ben 6,7 milioni di anni! Questo significa che, quando la cometa ha abbandonato la regione più esterna della nube di Oort per dirigersi verso il Sole, sulla Terra non erano ancora apparsi i primi ominidi!

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Evoluzione degli elementi orbitali JPL (numero di osservazioni ed eccentricità nel grafico a sinistra, distanza minima e massima a destra); al centro, la tabella aggiornata con gli intervalli di confidenza al 90% - Source: NASA/JPL/SSD - Processing/plots: Marco Di Lorenzo

  Va sottolineato che, tuttora, gli elementi orbitali non tengono conto degli effetti di accelerazione non gravitazionale dovuti all'attività cometaria; questi, evidentemente, sono troppo piccoli per poter essere stimati, almeno per ora; quando verranno inclusi, è probabile che la stima dell'orbita subirà un drastico cambiamento ma non sappiamo dire, per ora, in che termini.

La caratteristica più intrigante della C/2014 UN271 sono però le sue dimensioni, insolitamente grandi per una cometa; in effetti, la Bernardinelli-Bernstein, con i suoi 100 km di diametro stimato, potrebbe avere una massa 1000 volte maggiore di una tipica cometa, risultando così la cometa più massiccia mai osservata nella storia. E si tratta sicuramente di un oggetto primordiale, dal quale si potrebbero ricavare molte preziose informazioni sulla nascita e l'evoluzione del Sistema Solare.

Gli astronomi in Nuova Zelanda sono stati i primi a individuare un chioma attorno ad essa, sfruttando a giugno le immagini catturate da uno dei telescopi remoti da 1 metro di LCO ospitati presso l'Osservatorio Astronomico del Sud Africa e disponibili il 23 giugno.

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La cometa fotografata dall'osservatorio di Las Cumbres in Sud Africa - Credits: LOOK/LCO

 Il progetto LOOK di Las Cumbras Observatory, che già osserva diverse comete, continuerà a tenere d'occhio la Bernardinelli-Bernstein e si prevede che sarà di aiuto poiché la sua rete di telescopi consente una "risposta rapida" entro 15 minuti ogni volta che si verificano eruzioni. Ma i telescopi LCO non saranno gli unici a guardare: "Ora ci saranno un gran numero di survey, come lo Zwicky Transient Facility e l'imminente Vera C. Rubin Observatory , che stanno monitorando ampie porzioni del cielo ogni notte, ed esse possono fornire avvisi se una delle comete cambia improvvisamente luminosità", ha dichiarat Tim Lister, uno scienziato dello staff di LCO.

 Ricordiamo che adesso la cometa ha una magnitudine integrata pari a 20,2 ed è quindi visibile solo a telescopi di dimensioni medio-grandi. Dopodomani giungerà esattamente a 20 unità astronomiche dal Sole, poco oltre l'orbita di Urano, e si sta avvicinando a 6,3 km/s.

 A metà luglio, Sam Deen e Gary Bernstein hanno sfruttato le osservazioni astrometriche disponibili per fare una previsione interessante: il prossimo 18 settembre, il nucleo della cometa dovrebbe occultare una stella di sedicesima magnitudine se osservato dalla costa sud-orientale dell'Australia e della Tasmania; tali osservazioni sarebbero molto utili a stabilirne la forma e le dimensioni reali, in base ai tempi di occultazione. Tuttavia, date le attuali restrizioni sul COVID-19, sarà quasi impossibile per astronomi e astrofili provenienti dall'estero potersi recare sul posto per organizzare una campagna osservativa e gli sforzi dovranno essere delegati agli osservatori locali.

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Il cammino previsto per l'ombra del nucleo di 2014 UN271, durante l'occultazione del 18 settembre; in basso a destra, una mappa stellare della zona interessata - Credits:Sam Deen