Nel corso degli anni gli esseri umani hanno inviato decine di sonde e rover verso il Pianeta Rosso. Oggi ci sono tre satelliti attivi in orbita, mentre due rover, Opportunity e Curiosity, passeggiano in superficie sulle rosse sabbie marziane ma il Marte che conosciamo oggi ben presto potrebbe cambiare.

C'è una possibilità, piccola ma non trascurabile, che la cometa C/2013 A1 (Siding Spring) possa colpire Marte ad ottobre 2014: secondo gli ultimi calcoli del JPL dovrebbe passare a 120.000 chilometri dalla superficie del pianeta.

Le stime attuali valutano una probabilità di impatto di 1 su 2000.

E' stata scoperta ad inizio 2013 dal cercatore di comete Robert McNaught al Siding Spring Observatory in New South Wales, Australia e da allora, osservazione su osservazione, si cerca di calcolarne la traiettoria con la maggior precisione possibile.

Le ultime stime pubblicate il 27 marzo sono già abbastanza diverse rispetto a quelle del 5 marzo: da un passaggio stimato a 300.000 chilometri dalla superficie del pianeta, si è passati a 120.000 chilometri.

"Sarebbe un gigantesco esperimento climatico", spiega Michael Meyer, lo scienziato capo del Mars Exploration Program. "Un impatto immetterebbe in atmosfera un sacco di polvere, sabbia, acqua ed altri detriti. Il risultato potrebbe essere più caldo ed umido del Marte che siamo abituati a vedere oggi".
(Ma ci chiediamo: non sarebbe più probabile che un'impatto inneschi un inverno nucleare?).

Meyer spiega che un impatto avrebbe sicuramente conseguenze per i rover attualmente al lavoro su Marte, soprattutto per Opportunity, per il quale un'atmosfera più opaca significherebbe meno luce solare e quindi meno energia. Anche gli orbiter avrebbero difficoltà a fotografare la superficie.

C2013A1SidingSpring

Source: ssd.jpl.nasa.gov

Il nucleo della cometa è probabilmente di 2/3 chilometri di diametro ed C/2013 A1 arriverà alla velocità di circa 56 chilometri al secondo e "se colpisse Marte, fornirebbe tanta energia pari a 35 milioni di megatoni TNT", stima Yeomans, del programma Near Earth Object della NASA al JPL.

Per fare un confronto, l'asteroide che ha provocato la fine dell'era dei dinosauri sulla Terra, 65 milioni di anni fa, era circa tre volte più potente, 100 milioni di megatoni. Un altro esempio è la meteora russa esplosa sopra Chelyabinsk nel febbraio del 2013: la cometa di Marte è 80 milioni di volte più potente.

Un impatto non significherebbe la fine dei programmi NASA per Marte ma di certo li trasformerebbe.

Tuttavia, un scontro diretto rimane improbabile.
Paul Chodas, del programma NASA Near-Earth Object, sottolinea che 1 su 2.000 possibilità di impatto, significa anche 1.999 su 2.000 possibilità di non impatto.

Sicuramente l'orbita sarà comunque molto ravvicinata tanto che Marte potrebbe finire all'interno del pulviscolo gassoso della coda della cometa. Quest'ultima dovrebbe raggiungere magnitudine 0 vista dal Pianeta Rosso.

"Le telecamere di tutti i veicoli spaziali della NASA attualmente in funzione su Marte dovrebbero essere in grado di scattare fotografie della cometa 2013 A1" , dice Jim Bell, scienziato dell'Arizona State University. "Il problema con Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter sarà la capacità di puntare nella direzione giusta perché sono abituati a guardare in basso, non in alto, e i progettisti della missione dovranno capire se questo è possibile". Per i rover, invece, il discorso sarà diverso e dipenderà dalla loro capacità di scattare immagini di notte. Opportunity dovrà fare i conti con l'energia della batteria di riserva o quella catturata durante il giorno con i polverosi pannelli solari, mentre per Curiosity non dovrebbero esserci problemi.

Se la cometa porterà con sé uno sciame meteorico allora sarà interessante analizzare lo spettro di iterazione tra le meteore e la parte superiore dell'atmosfera marziana, questo potrebbe fornire diverse informazioni interessanti. Un'altra possibilità saranno le aurore marziane: il Pianeta Rosso non ha un campo magnetico globale come quello terrestre ma piuttosto degli "ombrelli" magnetici sparsi qua e la con una maggior concentrazione nell'emisfero sud. I gas ionizzati che colpirebbero la parte superiore dell'atmosfera potrebbero innescare aurore in prossimità dei punti magnetici.

La missione della NASA Maven (Mars Atmosphere and Volatile Evolution), per lo studio dell'atmosfera, dovrebbe partire per il Pianeta Rosso nel mese di novembre 2013 e quindi raggiungerebbe Marte poche settimane prima della cometa, tuttavia non sarà probabilmente ancora operativa. Occorreranno, infatti, diversi giorni per la messa in linea della strumentazione.

Oggi la cometa C/2013 A1 è monitorata dagli astronomi di tutto il mondo e quindi ci si aspetta di avere dati sempre più precisi: per ora le previsioni favoriscono un flyby piuttosto che una collisione. D'altra parte un impatto porterebbe sicuramente qualcosa di Marte sulla Terra, è sicuramente già successo in passato e la storia potrebbe ripetersi. Stay tuned!