Delle curiose coincidenze sui passaggi di asteroidi NEO vicino alla Terra ho parlato a più riprese, sia nei continui aggiornamenti nella pagina "NeoNews", sia dedicando con un paio di articoli all'argomento; in questi ultimi, l'analisi statistica su un elevato numero di coppie di passaggi (vicini tra loro sia nel tempo che nel valore di distanza minima) non diede risultati significativi e la conclusione di quel lavoro suggerisce che il gran numero di coincidenze notevoli sia solo apparente, da attribuire alla tendenza che noi umani abbiamo nel vedere peculiarità e schemi anche dove in realtà non ce ne sono. Personalmente, tuttavia, non sono mai rimasto del tutto persuaso da quell'analisi, anche perchè da allora si sono presentati numerosi altri casi, alcuni davvero strabilianti. Il penultimo in ordine di tempo riguarda una terna di oggetti (2018 TU4, SL3 e TS1, tutti di dimensioni paragonabili) passati a distanze diverse (tra 2,5 e 5,5 milioni di km) ma in un arco di tempo molto ristretto (soli 32 minuti), lo scorso 15 Ottobre; essi sono riconoscibili nell'immagine di apertura come tre pallini gialli allineati verticalmente.

 Questa coincidenza, già notevole1, non è niente in confronto a quella davvero incredibile di cui si è avuta notizia negli ultimi giorni. L'8 Ottobre due piccoli asteroidi, battezzati 2018 TG2 e 2018 TE2 e con diametri stimati inferiori a 10 metri, sono passati alla stessa distanza da Terra (poco più di 500 km di differenza, comunque entro le fasce d'errore, si veda la tabella più sotto) e lo hanno fatto a meno di 3 minuti uno dall'altro! In apertura è mostrato il grafico tempo-distanza (lo stesso normalmente riportato su "NeoNews") dovo ho dovuto ingrandire fortemente la coppia per poter separare i due incontri nell'inserto in alto a destra, altrimenti indistinguibili.

 Un calcolo empirico2 basato sulla frequenza dei passaggi suggerisce che questo evento aveva una probabilità su 3,7 milioni di verificarsi casualmente nel corso dell'ultimo novilunio; si tratta già di una probabilità pressochè infinitesimale poichè corrisponde a una occorrenza ogni 300mila anni! Ma non finisce qui perchè, guardando anche le "effemeridi" dei due oggetti, si scopre che, al momento del massimo avvicinamento, essi erano anche nella stessa zona di cielo, a circa 26° uno dall'altro! Aggiungendo questa ulteriore coincidenza, la probabilità che essa avvenga per caso si assottiglia ulteriormente di un fattore 20 e corrisponde ad una occorrenza ogni 6 milioni di anni!3

 A questo punto, le spiegazioni più logiche (e probailmente le uniche razionali) di una simile incredibile coincidenza sono due: 

  1. si potrebbe trattare di un unico oggetto, confuso ed erroneamente "sdoppiato" da chi raccoglie e analizza le osservazioni, oppure
  2. si tratta di due oggetti strettamente imparentati che viaggiano appaiati nel sistema solare e che sono stati originati, presumibilmente, dalla frammentazione recente di un unico oggetto.

 La prima ipotesi è inverosimile poichè le osservazioni vengono raccolte e scrutinate attentamente da molte persone e da organizzazioni specializzate come il Minor Planet Center dell'Unione Astronomica Internazionale. Tanto più che i due oggetti sono stati osservati il 6/7 Ottobre e quindi gli esperti hanno avuto a disposizione ben 2 settimane per poter analizzare bene i dati prima di catalogare i due corpi separati e pubblicarne i dati; anzi, questo insolito ritardo probabilmente è segno che ci si è presi più tempo del solito per poter essere certi del risultato. 

 Il fatto poi che i due corpi si muovono con velocità molto diverse rispetto alla Terra (7,6 e 13,5 km/s) indica che era impossibile confonderli tra loro nelle osservazioni a distanza di alcune ore; questa differenza di velocità fa anche vacillare la seconda spiegazione razionale, secondo cui i due corpi avrebbero una origine comune. Infatti, come si vede nella tabella e nelle figure sottostanti, le loro orbite sono piuttosto diverse e solo per caso risultavano vicini tra loro mentre passavano accanto alla Terra; in particolare, 2018 TE2 ha un'orbita allungata che si spinge oltre la fascia degli asteroidi e arriva quasi a sfiorare Giove mentre 2018 TG2 rimane confinato nel sistema solare interno.

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Orbite di 2018 TF2 (a sinistra) e 2018 TG2 (a destra) - Credits: JPL/SSD

 Tuttavia, guardando meglio le figure e la tabella qui sotto, si nota che le due orbite, pur avendo semiassi ed eccentricità nettamente diverse, hanno alcuni elementi simili. In particolare, la distanza del perielio, come pure la sua longitudine, sono simili e questo fa sospettare che possa esserci un certo grado di parentela: è come se i due corpi provenissero dallo smembramento di un progenitore in prossimità del perielio, eventualmente a causa di un impatto violento che ha impresso velocità molto diverse ai due corpi.

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Orbite di 2018 TF2 (a sinistra) e 2018 TG2 (a destra) - Credits: JPL/SSD

 Ma non basta. Osservando la traiettoria apparente dei due corpi sulla volta celeste nel corso della giornata del massimo avvicinamento (figura qui sotto), si scopre che le traiettorie sono praticamente parallele e affiancate (a riprova che le due orbite non sono poi così differenti) e che, 7,5 ore prima del massimo approccio alla Terra (intorno alle 3:08 UT), i due oggetti distavano soli 0,77° tra loro, circa 7500 km in termini di distanza trasversale. Questo sembra suggerire che i due corpi potrebbero essersi separati in quel momento, sempre per effetto di una divisione violenta, anche se va detto che in senso radiale gli oggetti erano dieci volte più distanti (circa 75000 km) e questo rende l'avvicinamento in parte prospettico e comunque meno clamoroso; non ho tenuto conto, comunque, delle incertezze nelle traiettorie calcolate.

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Traiettorie apparenti dei due asteroide sulla volta celeste nella giornata dell' 8 Ottobre UTC - Author: Marco Di Lorenzo - Data Source: JPL/SSD

 Insomma, questo doppio passaggio così improbabile chiede a gran voce una spiegazione e dovrebbe richiamare l'attenzione degli esperti anche su altre coincidenze meno clamorose ma frequenti e sconcertanti...

Appendice statistica

1) Nei giorni in cui sono stati avvistati questi tre oggetti, si era verso la conclusione di un periodo "affollato" in prossimità del novilunio, con molte scoperte e passaggi ravvicinati. In effetti, nei primi 15 giorni di Ottobre si sono registrati, entro una la distanza di 7,5 milioni di km (0,05 au), ben 52 incontri con altrettanti oggetti (per la maggior parte tutte nuove scoperte); questo corrisponde a una frequenza media di 0,144 incontri/ora. Dato un primo passaggio, la probabilità che altri due eventi avvengano entro 32 minuti dal primo è pari a (0,144*32/60)2=0,59%. In altre parole, se ogni mese avessimo un periodo altrettanto affollato, capiterebbe in media una volta ogni 14 anni, che potrebbero ridursi a una decina di anni considerando anche i periodi sfavorevoli intorno al plenilunio.

2) Sempre in riferimento alla finestra temporale dal 1 al 15 Ottobre, limitiamo stavolta l'analisi a una minima distanza di 10 distanze lunari (nella quale c'è una densità abbastanza uniforme di incontri in funzione della distanza da Terra). Consideriamo il piano definito dalle due variabili "distanza minima" e "istante di massimo avvicinamento"; fissata in esso la posizione del primo asteroide calcoliamo l'area della regione simmetrica entro cui cade l'altro incontro (sempre assumendo distribuzioni uniformi): essa risulta pari a (2×147 s)×(2×540 km)=3,18×105 s×km. La densità con cui è popolato questo spazio è di (15×86400 s)×(7500000 km) / 33 =1,18×1012 s×km; perciò la probabilità che l'evento si verifichi casualmente è il rapporto tra queste due quantità, pari a 2,7×10-7.

3) Se consideriamo un'area circolare di raggio pari a 26° attorno al primo asteroide, essa abbraccia un angolo solido pari a 0,64 steradianti, pari a 1/20 dell'intera volta celeste (che contiene 4π steradianti).