CURIOSITY sol 168 John Klein - test di pre-carico
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Il rover della NASA Curiosity si sta preparando al primo utilizzo del trapano ed il 27 gennaio 2012, ha posato lo strumento per quattro volte sulla superficie del target designato, la roccia chiamata "John Klein", in onore dell'ex vice-responsabile del progetto Mars Science Laboratory morto nel 2011.
Così facendo, dopo la preparazione dei giorni scorsi, Curiosity ha effettuato un test di pre-carico su Marte, che consente agli ingegneri di valutare se il tipo di forza applicata è idoneo e coincidente con quanto precedentemente simulato.
Il braccio robotico di Curiosity è progettato per precaricare il trapano sulla roccia con una farza minima pari a 300 Newton (che con la gravità terrestre, corrispondono a circa 30 chili), fino ad arrivare a 400 Newton o anche di più.
Naturalmente, la roccia da perforare, oltre ad avere una precisa consistenza e stabilità, dovrà offrire lo spazio necessario affinché il rover possa appoggiare gli otto sostegni del trapano.
Una parte della superficie di John Klein è stata preparata e spazzolata dal Dust Removal Tool del rover.
CURIOSITY sol 169 MAHLI John Klein anaglyph
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
CURIOSITY sol 169 MAHLI John Klein
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44
Dopo ogni operazione il MAHLI (Mars Lens Imager) ha ripreso l'area di lavoro.
In queste immagini, i fori visibili, dovrebbero essere i segni lasciati dagli appoggi del trapano.
Il passo successivo sarà quello di lasciare il trapano appoggiato sulla superficie per un'intera notte per valutare l'eventuale influenza delle variazioni termiche, considerato che nel cratere Gale si hanno sbalzi di temperatura che vanno dai 0° Celsius nel pomeriggio fino a -65° Celsius durante le ore notturne.
In base a questa escursione termica il telaio del braccio robotico del rover può subire variazioni fino a 0,25 centimetri.
In generale, la struttura di Curiosity, con un'escursione termica di 100° Celsius potrebbe contrarsi e dilatarsi fino a 4 millimetri, un valore da non sottovalutare.
I comandi per la notte di test sono stati inviati lunedì scorso.
"Non abbiamo intenzione di lasciare il trapano nelle roccia durante la notte una volta iniziata la foratura ma nel caso in cui dovesse accadere, è importante sapere cosa aspettarsi in termini di stress hardware", ha spiegato Daniel Limonadi del JPL.
"Questo test utilizza bassi valori di pre-carico rispetto a quelli che intendiamo utilizzare durante la perforazione, per conoscere gli effetti della temperatura senza mettere l'hardware a rischio".
In definitiva, le verifiche impegneranno il team di missione ancora tutta la settimana, sia per test tecnici di strumentazione, sia per una valutazione del comportamento del target scelto.
Limonadi ha aggiunto: "Stiamo procedendo con cautela per la prima perforazione di Curiosity. Questa è una sfida. Sarà la prima volta che un robot perfora una roccia per raccogliere un campione su Marte".
Un altro test, chiamato "drill-on-rock checkout", userà l'azione martellante della punta del trapano di Curiosity, senza la rotazione e, una prova successiva, "mini-drill", effettuerà un piccolo foro di soli 2 centimetri senza che la polvere venga spinta nella camera di stoccaggio del trapano.