Un team francese aveva pubblicato uno studio sulla rivista Astronomy & Astrophysics letters nel mese di febbraio secondo cui l'esistenza di questo mondo ai confini del Sistema Solare influenzerebbe il moto degli altri otto pianeti conosciuti. Il lavoro si basava sui dati della sonda Cassini che, orbitando attorno a Saturno dal 2004, dovrebbe aver registrato delle anomalie dovute proprio alla presenza del mondo massiccio. Ma la NASA smorza gli entusiasmi e fa sapere che gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory, in realtà, non hanno riscontrato nulla di strano in tutti questi anni. Aggiungendo un'altra doccia fredda:
"Un pianeta sconosciuto oltre l'orbita di Nettuno, 10 volte più massiccio della Terra, potrebbe influenzare l'orbita di Saturno, non della Cassini".
"Questo potrebbe produrre una firma nelle misure di Saturno della Cassini, se il pianeta si dovesse trovare abbastanza vicino al Sole. Ma dal 2004 al 2016 non vediamo alcuna firma inspiegabile nei dati, oltre al rumore".

E così, mentre il Nono Pianeta è destinato a rimanere un mondo teorico senza alcuna prova sostanziale a conferma della sua esistenza, un gruppo di scienziati dell'Università di Berna, guidato da Christoph Mordasini e Esther Linder, specializzati nel modellare l'evoluzione degli esopianeti attorno a stelle lontane, ha voluto provare a dare un volto a questo mondo ipotetico. Secondo il team è una versione più piccola di Urano e Nettuno, un piccolo gigante di ghiaccio circondato da una sacca di idrogeno ed elio, con un raggio pari a 3,7 raggi terrestri, una massa di 10 masse terrestri ed una temperatura di -226 gradi Celsius. Ciò dovrebbe significare che questo corpo irraggia calore dall’interno: infatti, secondo i ricercatori, se fosse semplicemente scaldato dai raggi del Sole, la temperatura sarebbe sui -263 gradi Celsius. Di conseguenza, il miglior modo per trovarlo sarebbero le osservazioni in infrarosso con gli attuali ed i futuri telescopi.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.