Jake Matijevic

CURIOSITY sol 44 mastcam R "Jake Matijevic" rock
"Courtesy NASA/JPL - Caltech" processing 2di7 & titanio44

Ieri sera alle 20:00 ora italiana è iniziata la conferenza trasmessa in diretta su www.ustream.tv/NASAJPL sulle analisi della roccia Jake Matijevic, il primo target di Curiosity.

La roccia, così chiamata in onore dell'ingegnere capo della missione NASA Mars Exploration Rovers morto il 20 agosto di quest'anno all'età di 64 anni, è stata "toccata con mano" dal rover.

Il team, oltre ad aver raccolto informazioni fotografiche e splendide immagini con il MAHLI, ha utilizzato laser, ChemCam e spettrometro Alpha Particle X-Ray per ottenere informazioni sulla sua composizione.

Jake Matijevic ha stupito gli scienziati dimostrandosi diversa rispetto alle rocce finora analizzate su Marte, molto simile alle rocce ignee terrestri.

Sulla Terra abbiamo un risultato analogo quando le rocce provengono da processi del mantello, sotto la crosta del pianeta, dalla cristallizzazione del magma relativamente ricco di acqua, a pressioni elevate.

I dati ottenuti dalle prime analisi con la ChemCam sono stati così particolari che gli scienziati hanno voluto verificarli più volte: molti ciottoli e rocce più grandi sono ricche di potassio, sodio e rubidio. Questa è sicuramente una composizione inaspettata

Jake Matijevic è stata studiata da Curiosity in due diversi punti il 22 settembre.

Jake Matijevic Roc

Image credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Nell'immagine sono segnate le due aree di studio: i punti rossi indicano dove la roccia è stata colpita dal laser della ChemCam di Curiosity, il 21 e il 24 settembre (sol 45 e 48). Le foto circolari più chiare sovrapposte in bianco e nero sono state riprese con la ChemCam. I cerchi viola indicano invece i punti ispezionati con lo spettrometro Alpha Particle X-ray.

Jake Matijevic è una strana roccia marziana", ha detto Ralf Gellert della University of Guelph in Ontario, Canada. "E' ad alto contenuto di elementi coerenti con i feldspati, povera di magnesio e ferro".

La ChemCam ha analizzato 14 diversi punti della roccia, trovando composizioni uniche per ciascuno.

Jake Matijevic composition

Image credit: NASA/JPL-Caltech/LANL/IRAP/UNM

Questa animazione mostra i 350 spettri a diverse lunghezze d'onda prodotti della luce del laser che ha colpito Jake Matijevic.
Ciascuno spettro viene tracciato lungo tre assi per i suoi 3 componenti principali e colorato rispetto al punto di osservazione.
La ChemCam ha analizzato 14 diversi punti sulla roccia, prendendo 30 spettri per ognuno. I primi 5 spettri di ciascun punto sono stati scartati perchè contaminati dalla polvere in superficie. I restanti 25 spettri raggruppati insieme rappresentano la composizione unica per ciascuno dei 14 punti.

La ChemCam aveva osservato composizioni simili a feldspati nel mese di agosto ed ora abbiamo un'ulteriore conferma.

La ricchezza delle informazioni ottenute da questa prima analisi è solo un'anteprima: Curiosity infatti con i suoi laboratori e strumenti potrà regalarci molto di più.

Il nuovo spettrometro Alpha Particle X-ray con cui è equipaggiato il rover permette di ottenere risultati in un ora rispetto alle 17 ore impiegate da quello dei precedenti MER Spirit e Opportunity.
I risultati saranno ancora migliori quando verrà usato il pennello per rimuovere la polvere.

Jake Matijevic Mineral Compositions

Image credit: NASA/JPL-Caltech/LANL/IRAP

Questo grafico mostra la parte ultravioletta dello spettro ottenuta dalla ChemCam. I picchi di sodio e potassio di quattro punti della roccia hanno incuriosito gli scienziati.
I 14 punti esaminati dalla ChemCam, sono stati colpiti 30 volte ciascuno dal laser del rover.
I picchi principali ottenuti sono evidenziati ed etichettati. Ad esempio, il punto 45-1 è ricco di magnesio e di ferro, formando olivina; il punto 45-2 è fortemente arricchito da ferro e titanio, suggerendo un ossido metallico tipo ilmenite; il punto 48-10 è ricco di silicio, alluminio, sodio e potassio, fortemente indicativi dei feldspati; il punto 48-14 è ad alto contenuto di calcio e  moderato magnesio, coerente con il pirosseno.

 Jake Matijevic

Image credit: NASA/JPL-Caltech/University of Guelph/CSA

Ma la domanda è, cosa c'è dentro a Jake Matijevic?
Il grafico mostra gli elementi presenti nella roccia tramite la linea nera ed in rosso, un target di calibrazione.
Rispetto alle precedenti rocce trovate su Marte, Jake Matijevic è a basso contenuto di ferro e magnesio ma ad alto contenuto di elementi come sodio, alluminio, silicio e potassio, che spesso rappresentano i feldspati. In percentuali più basse ha anche nikel e zinco. Questi risultati indicano la sua origine ignea o vulcanica.

La composizione di Jake è molto simile alle rocce magmatiche terrestri: potrebbe esseri formata ad una pressione di 1000 - 2000 bar, in profondità, probabilmente in una camera magmatica.

Ora, tutta l'attenzione del team è rivolta alle operazioni di raccolta dei primi campioni di suolo marziano: nonostante lo stop imprevisto causato dal misterioso piccolo oggetto brillante apparso vicino a Curiosity nei giorni scorsi, poi giudicato innocuo, le attività del rover stanno procedendo al meglio e lasciano sperare in grandi risultati.