Il massimo avvicinamento è avvenuto intorno alle 6:24 (ora italiana), ad una distanza di soli 13950 km dal centro del nostro pianeta (meno di 7600 km dalla sua superficie) eppure non se ne sapeva nulla fino a ieri. Il motivo è solo in parte da imputare alla traiettoria sfavorevole, che lo ha fatto avvicinare a noi "in controluce" (prospetticamente vicino al Sole); infatti, non si capisce come siano intercorrere altri 10 giorni tra la prima osservazione e la pubblicazione dell'orbita (mostrata in alto nella figura) e della traiettoria geocentrica (in basso).

 L'asteroide è piccolo, con una magnitudine assoluta vicina a 30 che implica un diametro dell'ordine di 3,5 metri (e comunque non superiore a 6 metri). Il primo avvistamento è avvenuto dalle isole Hawaii (rassegna Pan-STARRS 1, Haleakala) circa 30 ore dopo il massimo avvicinamento, quando la sua magnitudine apparente era già scesa a 20,8; altre osservazioni condotte il giorno dopo dal telescopio Kuiper della  Catalina Sky Survey hanno permesso di rifinirne l'orbita.

 Si è trattato del terzo passaggio più ravvicinato di quest'anno, dopo quelli di 2023 BU e 2023 RS che sono passati circa 3000 km più vicini. Nella classifica globale, è al tredicesimo posto tra i passaggi più ravvicinati di sempre (si vedano le statistiche pubblicate su NeoNews)

 L'oggetto, peraltro, si è rivelato anche un potenziale impattatore, dato che nel 2030 e nel 2032 potrebbe incrociare la Terra; tuttavia, la probabilità che ciò avvenga è piuttosto bassa e, in ogni caso, verrebbe probabilmente disintegrato in atmosfera, senza raggiungere il suolo se non nella forma di piccoli frammenti a bassa velocità e polvere innocua.

 Mentre scriviamo, è in corso un altro incontro estremamente ravvicinato, a una distanza doppia di 2023 UR10, da parte di 2023 VA che risulta essere stato anche una "pseudo-luna" di Marte, in passato. Ma di questo parleremo più ampiamente in seguito...