New Horizons ha stravolto la nostro conoscenza di Plutone mostrando che ai confini del nostro Sistema Solare c'è un mondo assolutamente complesso ed incredibilmente variegato.

"E' difficile immaginare come sta evolvendo rapidamente la nostra visione di Plutone e delle sue lune man mano che il flusso di dati viene ricevuto ogni settimana. [Da pianeta declassato, N.d.R.] Plutone sta diventando una star del Sistema Solare", ha detto Alan Stern del Southwest Research Institute (SwRI) a Boulder (Colorado), ricercatore principale della missione.

Una delle scoperte più emozionanti è la possibile presenza di criovulcani, ossia dei vulcani di ghiaccio che potrebbero aver eruttato un mix di acqua ghiacciata, azoto, ammoniaca o metano in un recente passato geologico. Le due montagne candidate, Wright Mons e Piccard Mons, sono caratteristiche larghe ed alte diversi chilometri.

"Si tratta di grandi montagne con un buco al vertice e sulla Terra questo generalmente significa una cosa, vulcano", ha detto Oliver White, ricercatore presso l'Ames Research Center di Moffett Field (California). "Se sono di origine vulcanica la depressione in cima si potrebbe essere formata attraverso il collasso del materiale sottostante. La strana consistenza corrugata dei fianchi della montagna potrebbe rappresentare delle colate vulcaniche di qualche tipo che hanno viaggiato dalla vetta verso le pianure, ma perché sono corrugati e di cosa siano fatti non lo sappiamo ancora", ha aggiunto.

Plutone - mappa topografica 3D

Mappa topografica di Plutone in cui sono stati indicati i due criovulcani candidati, Wright Mons e Piccard Mons.
I colori rappresentano l'elevazione del terreno: il blu le quote inferiori, il marrone quelle più elevate, i verdi le altezze intermedie.
Credits: NASA/JHUAPL/SwRI

I criovulcani, se confermati, saranno un importante elemento per l'evoluzione geologica ed atmosferica del pianeta nano di cui tener conto.

"Niente di simile è stato visto nel Sistema Solare esterno profondo", ha aggiunto Jeffrey Moore, geofisico e leader del team di imaging presso l'Ames.

D'altra parte, la complessa attività geologica, da antica a recente, che traspare dalle complesse topografie in superficie, è una delle più grandi sorprese per la missione.

Generalmente, per datare un pianeta o una luna, gli scienziati contano i crateri: più impatti ci sono e più la superficie è ritenuta antica. Ma su Plutone ci sono regioni che dimostrano tutta la loro età, circa quattro miliardi di anni, più o meno coincidente con la formazione del Sistema Solare; altre zone, invece, sono lisce e sembrano avere appena 10 milioni di anni. Come avevamo già visto, questo è il caso dell'enigmatica grande pianura priva di crateri "Sputnik Planum" che riempie la regione a forma di cuore, chiamata Tombaugh Regio in onore del suo scopritore Clyde William Tombaugh.

I dati più recenti hanno permesso di identificare anche territori di età intermedia. Ciò dimostra che la Sputnik Planum non è un'anomalia geologica ma solo il risultato più recente di processi che hanno rimodellato la superficie nel corso della storia di Plutone, il quale si è mantenuto in qualche modo attivo per 4 miliardi di anni.

"Abbiamo mappato più di un migliaio di crateri su Plutone che variano notevolmente in termini di dimensioni e di aspetto", ha detto Kelsi Singer dello SwRI.

Plutone - mappa dei crateri

Plutone - mappa dei crateri
Credits: NASA/JHUAPL/SwRI

I crateri di Plutone stanno aiutando gli scienziati a comprendere meglio anche l'evoluzione della Fascia di Kuiper.
Ad esempio, la scarsità di piccoli impatti, sia sul pianeta nano che sulla sua luna maggiore Caronte, dimostra che forse la presenza di piccoli oggetti in questa regione remota del Sistema Solare deve essere stata inferiore rispetto a quanto predetto da alcuni modelli. A sua volta, questa circostanza mette in dubbio anche la teoria secondo cui i corpi principali della Fascia di Kuiper si sono formati per accumulo di materiale minore.

Queste ipotesi saranno una partenza eccitante per l'incontro con il prossimo target di New Horizons, 2014 MU69, tra poco più di 3 anni.

La missione ha svelato anche l'intrigante mondo delle piccole lune di Plutone che, invece di mostrare sempre la stessa faccia al pianeta nano come fanno la maggior parte delle lune del Sistema Solare, compresa la nostra, rotolano caoticamente.
Il record spetta ad Idra, il satellite più distante, che gira bel 89 volte nel corso di una sola orbita attorno al pianeta nano.

Un'altra stranezza è che "le lune di Plutone si comportano come trottole", ha detto Mark Showalter del SETI Institute di Mountain View (California), riferendosi alle oscillazioni. Inoltre, alcune di loro, come Cerbero e Idra, sembrano essere nate dalla fusione di due o più corpi, lasciando ipotizzare che Plutone potrebbe aver avuto più lune in passato, a seguito del grande impatto che generò Caronte.

 

Press release:
- https://www.nasa.gov/press-release/four-months-after-pluto-flyby-nasa-s-new-horizons-yields-wealth-of-discovery