In un breve comunicato l'agenzia spaziale giapponese JAXA fa sapere che alle 8:51 Japan Standard Time (23:51 UTC del 6 dicembre), i propulsori per il controllo dell'assetto si sono accesi regolarmente per 20 minuti come programmato. L'orbiter è in buona salute ma ci vorranno un paio di giorni per confermare l'operazione.

Akatsuki ("alba"), il cui nome ufficiale è PLANET-C (The Venus Climate Orbiter), sarebbe dovuta arrivare attorno a Venere il 7 dicembre 2010.
Il computer di bordo, però, interruppe bruscamente la manovra per un malfunzionamento che bruciò il motore principale e la missione fu un insuccesso. Ma a parte questo "piccolo dettaglio", ogni altro sistema risultava in ottima forma così, il team non si perse d'animo e portò la navicella in orbita eliocentrica, in attesa di un nuovo tentativo. Dopo aver passato anni a valutare se fosse possibile recuperare la missione originaria, è stato deciso di tentare una nuova impresa, quella appena compiuta, utilizzando solo gli otto piccoli propulsori secondari, generalmente utilizzati per il controllo dell'assetto e non per compiere importanti trasferimenti orbitali.

Akatsuki

Credit: JAXA

"Gli ultimi cinque anni sono stati un periodo difficile per noi: il monitoraggio di un veicolo spaziale che non fornisce dati scientifici non è divertente per gli scienziati," aveva dichiarato un membro del team, Takeshi Imamura, poco prima dell'inserimento in orbita. "Ora siamo nervosi ma allo stesso tempo molto eccitati. Venere è a due passi da noi".

Un fan club giapponese ha pubblicato un pdf in cui è dettagliatamente descritta tutta la manovra (peccato sia poco comprensibile per noi!).
Emily Lakdawalla nel suo post ha provato a tradurre il diagramma principale che descrive le diversi fasi dell'inserimento in orbita.

Akatsuki - inserimento nell'orbita di Venere

Credit: JAXA / translated by Emily Lakdawalla

Se l'operazione verrà confermata, Akatsuki si troverà a percorrere un'orbita molto più ellittica rispetto a quella originariamente prevista con la quale compirà un giro completo intorno al pianeta in otto/nove giorni terrestri (il piano di missione prevedeva un periodo orbitale di 30 ore). In questo modo, la sonda passerà a migliaia di chilometri di distanza da Venere al perigeo piuttosto che ad alcune centinaia, come sarebbe dovuto essere. Ma da questa distanza, Akatsuki dovrebbe comunque essere in grado di portare a termine la maggior parte dei suoi obiettivi scientifici.

"Quando volerà più lontano da Venere, circa 10 volte il raggio del pianeta, Akatsuki farà osservazioni d'insieme per studiare le nuvole, l'atmosfera in profondità e le condizioni della superficie", avevano scritto i funzionari JAXA nell'aggiornamento di febbraio, "quando volerà più vicino, a meno di 10 volte il raggio di Venere, l'orbiter condurrà osservazioni ravvicinate sulla convezione, sui moti ondulatori e sui loro cambiamenti".

In ogni caso, potrebbe manifestarsi qualche altro problema inaspettato perché la sonda ha trascorso molto tempo attorno al Sole ed ora tutta la navicella, strumenti compresi, risultano un po' più caldi del normale ma incrociamo le dita: dopo Venus Express, che ha completato ufficialmente la sua missione all'inizio di quest'anno, Akatsuki potrà essere il nostro messaggero da Venere per i prossimi anni.

Nelle prossime ore dovrebbero essere rilasciate alcune immagini riprese durante la fase di avvicinamento: stay tuned per i prossimi aggiornamenti!

 

Aggiornamento 7 dicembre 2015 20:45

Ancora nessuna dichiarazione ufficiale è stata rilasciata ma diversi commenti ad "alta voce" lasciano ben sperare: molto probabilmente Akatsuki è ora in orbita attorno a Venere con una manovra mai tentata prima! Non dimentichiamo, infatti, che il team giapponese sarebbe riuscito ad eseguire un inserimento in orbita con i soli propulsori di controllo dell'assetto.

Il project manager, Masato Nakamura, aveva commentato poco l'evento: "crediamo di essere in orbita come previsto ma le analisi richiederanno un paio di giorni". Successivamente alla domanda di un giornalista che aveva chiesto esplicitamente se la sonda fosse in orbita, Nakamura aveva risposto "sì".

Altra conferma arriva direttamente dalla sala controllo in un report pubblicato da Sanjay Limaye su planetary.org, quando alle 00:23 UTC, sempre Nakamura avrebbe dichiarato tra gli applausi: "siamo in orbita!".

Nel frattempo, come promesso, sono state rilasciate due immagini di Venere riprese cinque giorni fa, da una distanza di 1,1 milioni di chilometri: la prima in infrarosso a 900 nanometri, la seconda in ultravioletto a 395 nanometri.

Akatsuki - Venere in infrarosso

Akatsuki - Venere in ultravioletto

Credit: JAXA