La missione è composta di due orbiter: il Mercury Planetary Orbiter (MPO) sviluppato dall'Agenzia Spaziale Europea ESA ed il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO), costruito dall'Agenzia Spaziale Giapponese JAXA. Il primo studierà la superficie e la composizione interna del pianeta, il secondo, la magnetosfera di Mercurio.
I due moduli faranno parte del Mercury Composite (MCS) il quale comprende anche il Modulo Mercury Transfer (MTM), che fornisce la propulsione a ioni ed altri servizi non necessari per la missione vera e propria. Quest'ultimo verrà sganciato poco prima dell'inserimento in orbita (per una panoramica introduttiva della missione si veda il mio precedente post).

La partenza è prevista per aprile 2018 e saranno necessario affrontare un viaggio di 7,2 anni e diverse "fionde gravitazionali" (una intorno alla Terra, una intorno a Venere e quattro intorno a Mercurio) per raggiungere il pianeta più interno del Sistema Solare.

Una volta a destinazione, le due navicelle si separeranno per prendere posizione nelle rispettive orbite operative ed effettuare rilievi dell'interno, della superficie, dell'esosfera e della magnetosfera di Mercurio.

Per prepararsi alle dure condizioni ambientali vicino al Sole, BepiColombo è stata sottoposta ad una serie di lunghe prove sia nella configurazione di crociera che per le due unità separatamente. Molti dei test hanno riguardato la distribuzione dei pannelli solari, sia quello da 7,5 metri del MPO che i due da 12 metri del MTM che dovranno partire ripiegati all'interno dell'Ariane 5.

Nelle prossime settimane, il veicolo spaziale verrà smantellato per un'ultima prova termica ed affronterà ancora una revisione a marzo 2018. Dopodiché, sarà trasferito a Kourou, nella Guiana francese in attesa del lancio. La data verrà confermata entro quest'anno.