Aggiornamento del 25 Gennaio: sul sito ESA c'è una interessante descrizione dell'indagine e della "precovery" che ha permesse di escludere ogni rischio di impatto.

Aggiornamento del 3 Dicembre: come mostrato dai grafici aggiornati stamattina, ieri sono state ripescate vecchie osservazioni di questo oggetto, risalenti al 2003. Sulla base di questi dati, sul sito JPL l'orbita è stata determinata con grandissima precisione (si veda sotto) e tutti i potenziali impatti si sono trasformati in semplici passaggi ravvicinati (quello del 2061 sarà particolarmente ravvicinato, a 6 milioni di km, ma comunque non pericoloso).

 2016 WJ1 è una designazione provvisoria di quelle che si usano per oggetti NEO (con orbite che si avvicinano alla Terra). E' stato scoperto 10 giorni fa e dal 25 Novembre è stato "promosso" da livello 0 a livello 1 nella scala di pericolosità di Torino, un evento che viene definito "normale" dagli esperti ma che non accade spesso (una o due volte in un anno); in pratica, significa che l'oggetto merita di essere studiato meglio, anche se per ora non ci si deve allarmare, tanto più che l'impatto più preoccupante si verificherà eventualmente tra quasi mezzo secolo!

  La scala di Torino (ideata per comunicare al grande pubblico il livello di pericolosità di un oggetto), per il livello 1, recita che "osservazioni occasionali possono scoprire il passaggio vicino alla Terra di oggetti che li pongono in un livello di pericolo di collisione. Calcoli e analisi mostrano che le probabilità di collisione sono estremamente basse da non meritare grande attenzione e preoccupazione nella popolazione. Nuove osservazioni molto probabilmente porteranno una riassegnazione al livello 0". In effetti, come vedremo, per ora le probabilità di impatto sono decisamente basse, dell'ordine di poche parti su 10000, sebbene stiano progressivamente aumentando; ma anche questo, come vedremo, è abbastanza normale e non deve generare un allarme vero e proprio.

La stima fatta il 29 Novembre, sulla base di 136 osservazioni "spalmate" su un intervallo temporale di 10 giorni, fornisce i seguenti parametri orbitali approssimativi (Condition code 8):

parametro valore incertezza unità di misura
 e  .50430 0.00095  
a 1.34085 0.00160 au
i 2.8966 0.0056 deg
node 82.0497 0.0059 deg
peri 87.7375 0.0135 deg
M 312.096 0.109 deg

 Invece la stima fatta il 2 dicembre, su un campione di 240 osservazioni in 13.4 anni, fornisce i seguenti parametri enormemente affinati Condition code 0):

parametro valore incertezza unità di misura
 e  0.50328886 0.00000053  
a 1.33969767 0.00000012 au
i 2.889442 0.000011 deg
node 82.05219 0.00013 deg
peri 87.676511 0.000091 deg
M 5.4129063 0.000089 deg

 Come si vede, i dati iniziali sono per ora affetti da una incertezza che può sembrare piccola ma risulta piuttosto elevata per poter fare una previsione davvero affidabile sulla posizione di questo oggetto tra decine di anni ed è proprio questa incertezza che si traduce in una previsione probabilistica sui possibili impatti futuri. Tecnicamente, i livelli di incertezza riportati sopra si traducono in un "condition code" che è un indicatore del livello di conoscenza dell'orbita; in pratica, si va da un "condition code = 9" per orbite ancora piuttosto rozze a un "condition code = 0" per orbite perfettamente determinate; quest'ultimo caso si verifica quando sono disponibili un gran numero di osservazioni ottiche (molte centinaia) su un arco di tempo molto ampio (svariati anni), possibilmente accompagnate da osservazioni radar, per loro natura molto più precise; questo è il caso, ad esempio, dei PHA più celebri, Bennu, Apophis e 1950 DA (per quest'ultimo la previsione di possibile impatto si spinge addirittura all'anno 2880). Attualmente, WJ1 è stato osservato solo nell'ottico e il suo condition code è 8, dunque sono necessarie molte ulteriori osservazioni affinchè si possa affermare di conoscerne bene l'orbita.

 Il grafico seguente mostra l'andamento del numero di osservazioni (scala a sinistra) e dell'ampiezza temporale in cui esse si distribuiscono (scala a destra, in giorni); fortunatamente, per alcuni giorni potremo misurarne sempre meglio la traiettoria poichè l'oggetto si sta ancora avvicinando alla Terra e continuerà a farlo fino al 16 dicembre, quando raggiungerà la minima distanza di 0.054 ua da noi; 5 giorni prima dovrebbe raggiungere la magnitudine 17.4, in seguito l'illuminazione sarà sempre più sfavorevole poichè si avvicinerà prospetticamente al Sole.

2016WJ1 evol5a

  Nel grafico seguente sono rappresentati gli andamenti del numero di potenziali impatti previsti da qui fino al 2116 e degli indici della scala di Palermo riferiti alla probabilità cumulativa di tutti questi impatti (in verde) e dell'impatto più pericoloso, quello del 2065 (l'unico per il quale la scala di Torino assume il valore 1).

2016WJ1 evol5b

 La scala di Palermo è invece usata dagli astronomi ed è una scala tecnica che tiene conto sia delle dimensioni dell'impattatore, sia della probabilità di impatto e anche della distanza temporale del futuro evento; si tratta di una scala logaritmica e i valori sono in genere negativi, il che vuol dire che si tratta di eventi "normali" rispetto a quella che dovrebbe essere la frequenza con cui si verifica quel tipo di evento; come si vede, il nostro 2016 WJ1 ha raggiunto ultimamente un livello -1,7 quindi ancora "normale" ma decisamente più alto di qualsiasi altro oggetto (con l'eccezione del già citato 1950 DA). Le corrispondenti probabilità sono riportate nella figura di apertura e, come si vede, l'evento davvero pericoloso è quello del 2065 (l'unico davvero di livello 1) ma ce ne sono altri tra cui quello del 2037 spicca decisamente.

 Un'ultima considerazione è doverosa: anche se per questo oggetto gli indici "scala di Palermo" e "probabilità di impatto" stanno progressivamente crescendo, ciò non significa che l'oggetto sia necessariamente destinato a diventare un impattatore certo; in realtà è normale che con l'affinarsi della conoscenza dell'orbita le incertezze decrescano e le probabilità associate ad alcuni possibili impatti aumentino perchè si restringe la regione in cui l'asteroide passerà. Tale aumento continua finchè la Terra risulta all'interno di questa regione di incertezza (tecnicamente chiamata MOID), dopo di che, in genere, l'ellisse di incertezza diventa talmente piccola da escludere completamente il nostro pianeta. La cosa più ragionevole, quindi, è che nei prossimi giorni la probabilità crolli a valori trascurabili su tutti i possibili impatti ed è quello che è successo con altri oggetti in passato. Noi continueremo comunque a monitorare la situazione aggiornando i grafici di questo articolo, stay tuned!