Seguiamo da tempo con interesse lo sviluppo dell'innovativo veicolo spaziale riutilizzabile Starship, che la SpaceX sta realizzando presso il proprio sito di Boca Chica, in Texas. Nell'ultima 'puntata' ci eravamo lasciati con lo scoppio del prototipo di SN01 (Serial Number 01), avvenuto lo scorso 28 febbraio, durante un test di pressurizzazione dei serbatoi.
Purtroppo quello di SN01 non era stato il primo 'botto' ma già il secondo. Infatti la prima volta era accaduto il 20 novembre 2019, quando il prototipo, conosciuto come Mk1, era stato portato al massimo della pressione ed aveva ceduto lanciando in aria la parte superiore del serbatoio. Anche quella volta il test era stato condotto utilizzando azoto liquido super-raffreddato che simulava i propellenti che saranno usati nella versione definitiva di Starship, ossia ossigeno liquido e metano liquefatto.
Prendendo questa dura lezione dalla fine prematura e non preventivata del prototipo, i tecnici, al lavoro presso lo sperduto sito al confine con il Messico, avevano compreso che la causa era stata un difetto nella progettazione della parte inferiore del serbatoio. Questa struttura è chiamata da Musk 'thrust puck' ed è la zona propulsori che avrebbe dovuto ospitare i tre motori Raptor nei primi voli di prova. I tecnici hanno realizzato quindi prima un serbatoio più piccolo, che avrebbe dovuto essere utilizzato sul prototipo SN02. Questo serbatoio venne portato sulla rampa di lancio e testato il 9 marzo con azoto super-raffreddato fino alla pressione raggiunta nel serbatoio di 7/8,5 bar, superando tranquillamente questa prova. Consideriamo che 6 bar sarà la pressione richiesta per un volo orbitale. Questo successo ha sicuramente dato fiducia agli ingegneri della SpaceX che stavano già completando il più grande serbatoio per il prototipo SN03. A conferma di questo Elon Musk rivelava che il prototipo che avrebbe seguito SN01 avrebbe tentato il primo test statico con un motore Raptor e, forse, anche eseguito un breve volo.
Nella foto il prototipo SN02 durante il test riuscito di pressione. Credit: Lab Padre
La costruzione di SN03 era già iniziata a metà marzo all'interno del nuovo edificio di assemblaggio, appena completato. Il veicolo, sempre senza punta ed alette non necessarie nei test e nei voli a bassa quota, è poi stato trasportato alla rampa di lancio il 29 marzo ed innalzato sulla speciale struttura rialzata dotata di tutte le tubazioni per i propellenti. Da alcune immagini ravvicinate, fornite anche da Musk stesso, è stato svelato il nuovo design delle zampe di atterraggio. In questo modello le sei zampe di atterraggio sono ripiegate all'interno della parte finale dello scafo.
I piani originari per SN03 erano, dopo aver eseguito con successo i test di pressione a temperature criogeniche ai primi di aprile, di installare tre motori Raptor, eseguire quindi uno o più static fire ed infine voli a bassa quota fino a 150 metri a partire dal 6 aprile.
Il 2 aprile SpaceX esegue il primo test di pressione a temperatura ambiente per controllare che non vi siano perdite. Solo alcune ore dopo SN03 inizia il primo test con l'azoto liquido super-raffreddato imbarcandolo nel serbatoio di ossigeno liquido. Questa prima prova viene però interrotta a causa del congelamento di alcune valvole dell'attrezzatura di supporto alla rampa incaricata di rifornire il razzo. Circa sei ore dopo il primo tentativo, SpaceX riesce a superare il problema alle valvole ed ha iniziato, alle 11pm locali (le 6 italiane del 3 aprile) il secondo tentativo di test a pressione criogenica. Mentre le cose erano iniziate normalmente, per ragioni al momento sconosciute, SpaceX ha iniziato il secondo tentativo di imbarco di azoto super-raffreddato solo nel serbatoio di ossigeno liquido che si trova sopra quello del propellente caricato soltanto di azoto gassoso. Questo si notava bene perchè la brina sullo scafo avvolgeva soltanto la parte superiore del razzo.
Nella foto il prototipo SN03 durante il montaggio, presso il sito di Boca Chica. Credit: NSF/@bocachicagal>
Ricordo che lo scafo della Starship è realizzato con fogli di acciaio inossidabile spessi pochi millimetri e, dopo circa tre ore di test, mentre il razzo espelleva regolarmente nubi di vapore, alle 2:07am locali (le 8:07 italiane) il serbatoio inferiore per il metano ha iniziato a mostrare delle pieghe che, alcuni secondi dopo, hanno portato all'accartocciamento della parte inferiore del razzo con la relativa caduta del serbatoio superiore, ancora pieno di azoto liquido super-raffreddato. A differenza dei primi due 'botti' questo incidente è stato relativamente poco violento e graduale. In effetti è sembrato che il serbatoio inferiore, quello che dovrà contenere il propellente, non fosse abbastanza pressurizzato da sostenere il peso del serbatoio superiore ripieno di centinaia di tonnellate di azoto liquido. Musk, alcune ore dopo ha scritto un tweet nel quale sembra indicare che si sia verificato un errore nella procedura di svuotamento dei serbatoi, lasciando così quello inferiore con troppo poca pressurizzazione per sostenere il peso di quello superiore.
La nota positiva è che, al momento, sono già in fase di realizzazione i serbatoi per i prototipi SN04 ed SN05. SN04 sarà il primo prototipo completo a scala reale di Starship e dovrebbe essere completato entro un paio di settimane. Sicuramente i test riprenderanno da dove sono stati interrotti, quindi dal test di pressurizzazione. Fortunatamente, l'implosione di SN03 non ha danneggiato il pad di lancio quanto fece SN01, che quindi sarà pronto per essere utilizzato quanto prima. Tutto questo però rende sempre più perplessi gli osservatori e gli appassionati è questo approccio di SpaceX. Anche se è vero che ogni prototipo, di Starship, proprio per come è realizzato in modo così spartano ed inusuale per un prodotto aerospaziale, non sia un costo elevato (si parla di un paio di milioni di dollari anche grazie al relativo basso costo dell'acciaio inossidabile), questi continui problemi non fanno che allungare i tempi di realizzazione che, con il volo dello Starhopper dello scorso anno, sembravano invece a portata di mano.
Nella foto ila parte inferiore del prototipo SN03 sulla rampa con le nuove zampe di atterraggio. Credit: SpaceX
Le tempistiche espresse da Musk, di poter realizzare una Starship alla settimana, entro la fine del 2020 sembrano, come al solito, sempre più irrealistiche.
Ultima considerazione personale: al sito di Boca Chica i tecnici e gli operai proseguono il lavoro come se non vi fosse una pandemia mondiale in atto, senza nessun accorgimento di sicurezza, e questo, forse, è anche più grave che veder saltare i prototipi uno dopo l'altro...
Fonti:
Teslarati: https://www.teslarati.com/spacex-starship-destroyed-cryo-test-next-ship/
NASAspaceflight: https://www.nasaspaceflight.com/2020/04/spacex-starship-sn3-ground-flight-testing/