Recenti osservazioni del Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA indicano che l'idrogeno sulla Luna è più abbondante sui versanti dei crateri dell'emisfero meridionale, rivolti verso il Polo Sud.
L'esperimento ASACUSA (Atomic Spectroscopy And Collisions Using Slow Antiprotons) al CERN di Ginevra, frutto di una collaborazione internazionale con l'importante contributo dei ricercatori italiani dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), è riuscito per la prima volta a produrre un fascio di atomi di antidrogeno.
Il risultato è stato descritto in un articolo pubblicato il 21 gennaio sulla rivista Nature Communications.
Secondo un nuovo studio a cura dell'Università del Colorado, una reazione chimica tra i minerali contenti ferro e l'acqua potrebbe produrre abbastanza idogeno tanto da sostenere la vita per comunità microbiche che vivono nei pori e nelle crepe all'interno dell'enorme volume di roccia sotto il fondo dell'oceano.
Un team di ricercatori britannici e canadesi hanno scoperto antiche sacche d'acqua isolate nel sottosuolo per miliardi di anni, contenenti una abbondante chimica adatta a sostenere la vita: quest'acqua potrebbe essere tra la più antica del nostro pianeta.
Stiamo parlando di acque fossili, più volte nominate nei nostri articoli, acqua che potrebbe esser rimasta bloccata in falde acquifere fin dalle origini.
Grazie alle osservazioni del Green Bank Telescope (GBT), presso il National Radio Astronomy Observatory (NRAO), gli astronomi hanno scoperto un cluster di nubi di idrogeno tra la galassia di Andromeda (M31) e del Triangolo (M33), mai osservato prima.
I ricercatori ipotizzano che questi residui rarefatti di gas facciano parte di serbatoi più grandi di gas caldo e ionizzato, ancora non identificati, che potrebbero accompagnare la materia oscura.
Grazie al telescopio orbitale della NASA, Chandra X-ray Observatory, gli astronomi hanno determinato che la nostra galassia è circondata da un alone di gas caldo che si estende per centinaia di migliaia di anni luce: la massa stimata di tutto l'alone è paragonabile alla massa delle stelle di tutta la Via Lattea.
Se la dimensione e la massa di questo alone di gas fosse confermata, la scoperta potrebbe anche essere una spiegazione per il problema noto come "barione mancante".
Vesta, il primo obiettivo raggiungo dalla sonda della NASA Dawn, sarebbe circondata da materiali volatili soprattutto idrogeno, in corrispondenza dell'equatore.
Dawn ha trascorso più di un anno in orbita intorno al grande asteroide di circa 530 chilometri di diametro e all'inizio di questo mese, il 5 settembre, ha intrapreso il suo viaggio verso Ceres.
Tuttavia, le informazioni e i dati ricavati dalla prima fase della missione non smettono di stupire: nei due nuovi studi riportati sulla rivista Science ieri 20 settembre, sono stati pubblicati i risultati della mappatura della superficie di Vesta realizzata dal Gamma Ray and Neutron Detector (GRAND) della sonda Dawn.