Scovati altri 11 probabili eventi di "black-hole merging" nei vecchi dati Ligo-Virgo, mentre si scaldano i motori per la nuova campagna di osservazioni
All'interno della Via Lattea, gli astronomi hanno appena identificato otto nuovi esempi di buchi neri echeggianti. In precedenza, se ne conoscevano solo due all'interno della nostra Galassia.
Quando i buchi neri si fondono, emettono onde gravitazionali, che differiscono in base alla forma della loro orbita. Ora, gli scienziati ritengono di aver rilevato una fusione di due buchi neri con orbite eccentriche.
In meno di cinque mesi, da novembre 2019 a marzo 2020, gli interferometri LIGO-Virgo hanno registrato ben 35 eventi di onde gravitazionali. In media, sono quasi 1,7 eventi di onde gravitazionali a settimana per la durata dell'osservazione.
La nuova teoria proposta da un team di ricercatori dell'Università delle Hawaii, dell'Università di Chicago e dell'Università del Michigan, potrebbe risolvere il problema dei buchi neri più grandi del previsto.
Finora si pensava che tutte le stelle al di sopra di una decina di masse solari finissero per diventare supernove ma un nuovo studio suggerisce che potrebbe non essere sempre così.
Un team internazionale di astrofisici guidato dall'Università di Barcellona ha studiato l'ammasso stellare Palomar 5 scoprendo che al centro ospita una popolazione di oltre 100 buchi neri sovradimensionati. In futuro, qualche decina di essi sarà tutto ciò che ne rimarrà.
Gli scienziati hanno scoperto che, sorprendentemente, i buchi neri possono aiutare alcune galassie a formare nuove stelle.
Il telescopio spaziale della NASA sarà lanciato nel 2025 e fornirà una finestra senza precedenti sull'universo a infrarossi.
A maggio dello scorso anno, Ligo e Virgo hanno osservato la fusione tra due buchi neri di grande massa, che ha generato un mostro di oltre 140 masse solari!