Dal lancio del 13 ottobre scorso, la sonda ha eseguito con successo un'operazione dopo l'altra, "accendendo strumenti scientifici, trasmettendo dati verso casa e stabilendo un record nello spazio profondo con i suoi propulsori elettrici", annuncia la NASA nel comunicato. Psyche raggiungerà l'omonimo asteroide, nella fascia principale tra Marte e Giove, nel 2029.

Durante i recenti test, lo strumento imager, che consiste in una coppia di fotocamere identiche, ha catturato un totale di 68 immagini, tutte all’interno di un campo stellare nella costellazione dei Pesci. Queste immagini vengono utilizzate dal team per verificare il regolare svolgimento dei comandi, l'analisi telemetrica e la calibrazione degli scatti.

"Queste immagini iniziali sono solo un apripista", ha affermato Jim Bell dell'Arizona State University, responsabile dello strumento Psyche imager. “Per il team che ha progettato e gestisce questo sofisticato strumento, la prima luce è un’emozione. Iniziamo a controllare le telecamere con immagini di stelle come queste, poi nel 2026 acquisiremo immagini di prova di Marte durante il sorvolo della navicella spaziale. E infine, nel 2029 avremo le immagini più emozionanti di sempre: del nostro asteroide bersaglio Psyche. Non vediamo l’ora di condividere tutte queste immagini con il pubblico”.

L'imager scatta immagini attraverso più filtri colorati, tutti testati in queste osservazioni iniziali. Queste immagini a diverse lunghezze d'onda, anche oltre lo spettro del visibile, aiuteranno a determinare la composizione dell’asteroide, presumibilmente ricco di metalli. Il team utilizzerà i dati anche per creare mappe 3D e comprenderne meglio la geologia, che fornirà indizi sulla storia della roccia spaziale.

 

Regali inaspettati

Il team ha acceso con successo il magnetometro, a fine ottobre. Questo strumento fornirà dati cruciali per aiutare a determinare come si è formato l'asteroide.
La prova che Psyche possedeva un campo magnetico, sarebbe una forte indicazione che il corpo potrebbe essere un nucleo parziale di un planetesimo, un elemento costitutivo dei pianeti primordiali. Queste informazioni potrebbero aiutarci a comprendere meglio anche come si è formato il nostro pianeta.

Tuttavia, poco dopo essere stato acceso, il magnetometro ha fatto agli scienziati un regalo inaspettato: ha rilevato un’espulsione di massa coronale, un evento in cui il Sole espelle grandi quantità di plasma magnetizzato. Questi dati dimostrano che il magnetometro può rilevare con precisione campi magnetici molto piccoli ma, soprattutto, confermano che la navicella spaziale è magneticamente “silenziosa”.

Le correnti elettriche che alimentano una sonda di queste dimensioni e complessità hanno il potenziale per generare campi magnetici che potrebbero interferire con i rilevamenti scientifici. Poiché la Terra ha un proprio potente campo magnetico, gli scienziati hanno ottenuto una misurazione molto migliore del campo magnetico del veicolo spaziale una volta che era nello spazio.

Da allora, comunque, il team ha osservato molti di questi eventi e continuerà a monitorare il meteo spaziale mentre la navicella viaggia verso l’asteroide.