Un nuovo progetto sfrutta gli ultimi progressi nella tecnologia dei magneti superconduttori per proteggere efficacemente i veicoli spaziali, e gli astronauti all'interno, dalle radiazioni spaziali dannose.
La mancanza di una un'efficace schermatura contro le radiazioni, è ancora una delle principali sfide che l'essere umano deve affrontare per viaggiare e vivere nello spazio. Ma un tipo di funghi, chiamato Cladosporium sphaerospermum, potrebbe risolvere parzialmente il problema e diventare uno scudo vivente portatile per i futuri esploratori.
Il Sistema Solare potrebbe essere un posto davvero trafficato negli prossimi anni: oltre alle missioni robotiche, diversi paesi prevedono missioni con equipaggio sulla Luna e anche su Marte. Ma i piani per le missioni interstellari non sono ancora così definiti e soprattutto, quelle con equipaggio sono ancora lontane. Tuttavia, l'Università della California sta progettando di usare i tardigradi come futuri esploratori interstellari.
Una nuova ricerca ha dimostrato che gli effetti della radiazione cosmica sulle piante potrebbero essere deleteri su Marte e, pertanto, ogni coltivazione dovrebbe essere opportunamente protetta.
Lo strumento tedesco Lunar Lander Neutron and Dosimetry (LND), a bordo del lander cinese Chang'e 4, ha misurato le radiazioni sul lato opposto della Luna, dimostrando che qualsiasi permanenza a lungo termine esporrà gli astronauti a dosi molto elevate.
Quasi tutto quello che sappiamo oggi sul pericolo di radiazioni in un viaggio verso Marte e in un eventuale soggiorno in superficie lo abbiamo imparato nell'ultimo anno o poco più, grazie alla missione Mars Science Laboratory, Curiosity.
Lo spazio è sempre stato ritenuto un ambiente ostile ma è stata spesso convinzione che, una volta giunti a destinazione, sulla superficie del Pianeta Rosso, ci sarebbe stata una schermatura sufficiente per proteggere gli astronauti dai danni da radiazioni.
Mentre il rover della NASA Curiosity sta affrontando il percorso di 8,6 chilometri in direzione del Monte Sharp, gli scienziati hanno presentato gli ultimi risultati in occasione American Geophysical Union (AGU 2013) a San Francisco: in poco pù di un anno di missione Curiosity è riuscito a trovare le testimonianze sul passato abitabile di Marte e a scoprire indizi sulla storia del pianeta.
Un interessante report è stato pubblicato ieri sul sito space.com: il pericolo delle radiazioni durante il viaggio verso Marte e sulla superficie del pianeta, non devono spaventare. Questo il parere di Bas Lansdorp, co-fondatore e CEO Mars One, che ha contribuito alla stesura dell'articolo.
Il perclorato, la sostanza che ricopre la superficie marziana, inizialmente ritenuto un nemico per eventuali forme di vita perchè molto ossidante, ora è considerato un'importante fonte di energia chemoautotrofica, che potrebbe sostenere la vita microbica nel sottosuolo.
Ma un aspetto negativo rimane: potrebbe infatti costituire un problema per i primi esploratori del Pianeta Rosso.
Ieri sera alle 20:30 ora italiana, è stato trasmesso su NASAtv un breve briefing di aggiornamento sulla missione Mars Science Laboratory. In particolare, sfruttando i risultati del Radiation Assessment Detector (RAD) a bordo del rover Curiosity, gli scienziati stanno ricavando le informazioni necessarie per progettare sistemi di protezione dalle radiazioni efficaci, in vista delle future missioni umane verso il Pianeta Rosso.